Pandemia e geopolitica: chi vince e chi perde?

Pubblicato il 8 Aprile 2020 in Wellness Denaro Salute Business

REGNO UNITO. Dieci giorni dopo essere stato diagnosticato come positivo al coronavirus, il Primo Ministro britannico Boris Johnson è stato trasferito in ospedale a Londra come misura precauzionale. Ad oggi, nel paese si contano di più di 43,000 contagi, quasi 5,000 decessi e 135 guariti. Domenica sera, la regina Elisabetta II si è rivolta al paese dal Castello di Windsor dove è in quarantena con il marito, il Principe Filippo, da quando il figlio Carlo è risultato positivo al virus. Durante il raro discorso, la regina ha ringraziato gli operatori sanitari e ricordato che l’attuale crisi non è una sfida solo per il Regno Unito, ma per il mondo intero.

USA.
Sale il numero dei casi accertati negli Stati Uniti che, secondo Trump, sarebbero vicini al picco dei contagi. Il capo del servizio sanitario pubblico, Jerome Adams, ha messo in guardia li cittadini americani, sottolineando come la settimana appena iniziata sarà probabilmente la più dura e più triste dall’inizio dell’emergenza, un “Pearl Harbor moment” paragonabile agli eventi dell’11 settembre. Intanto, il presidente Trump ha risposto alle richieste del sindaco di New York De Blasio, inviando un contingente di mille militari per assistere la città – dove il numero di casi ha superato i 120.000, con oltre 4.000 morti – nella gestione della crisi. Intanto, hanno suscitato polemiche le parole con cui il presidente ha esortato a utilizzare l’idrossiclorochina, un farmaco antimalarico, come possibile rimedio nei casi di covid-19, pur ammettendo che non esistano evidenze scientifiche in tal senso.


OPEC.
Russia e Arabia Saudita hanno rimandato il vertice Opec + previsto per oggi dai paesi produttori di petrolio. L’incontro era stato previsto per negoziare un eventuale accordo sui tagli alla produzione in un momento in cui la pandemia di coronavirus ha compresso la domanda di greggio, in una fase di prezzi già volatili e in calo. Il prezzo del greggio aveva subito un rialzo settimana scorsa, quando il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva annunciato che un accordo sarebbe stato imminente. Il rinvio del meeting segnala che i presupposti, o la volontà di trovare un accordo, non sono ancora stati raggiunti e che i prezzi del petrolio rimarranno volatili almeno fino a giovedì, quando il vertice potrebbe finalmente svolgersi.

GIAPPONE. È stato registrato stamattina un lieve rialzo dei mercati asiatici, nel momento in cui il vertice OPEC + previsto per oggi è stato rimandato. Le borse giapponesi sono quelle che ne hanno beneficiato di più: l’indice Nikkei 225 ha registrato un aumento del 4%, mentre l’indice Topix si è alzato del 3.8%. Le borse cinesi sono rimaste chiuse per la festività del Qingming. Intanto, il primo ministro Shinzo Abe si prepara a dichiarare il pieno stato di emergenza. Incontrerà nel pomeriggio un panel di esperti e, al termine dell’incontro, potrà dichiarare l’emergenza solo se saranno state concordate due condizioni, ossia che la crisi è una minaccia grave alla salute e che la rapida diffusione del virus rischia di avere un impatto negativo consistente sull’economia nazionale.

MAROCCO.
Il re del Marocco ha concesso l’amnistia a 5.654 prigionieri – individuati in base a criteri di età, situazione sanitaria fragile, tempo trascorso in carcere e buona condotta – che saranno rilasciati gradualmente tenendo conto delle circostanze eccezionali legate all’emergenza sanitaria e alle precauzioni richieste. Mohammed VI ha inoltre ordinato l’adozione di tutte le misure necessarie a rafforzare la protezione dei detenuti dai rischi di contagio. Il provvedimento fa seguito alle misure adottate dalla vicina Algeria, che alcuni giorni prima aveva graziato 5.037 prigionieri (a esclusione di quelli accusati di terrorismo, tradimento, spionaggio, assassinio, traffico di droga, stupro).

Le differenze nel tasso di letalità di Covid-19 tra paesi continuano a far discutere. Se il virus non è mutato, com’è che in Italia la letalità (il rapporto tra decessi e contagiati ufficiali) è al 12%, mentre in Germania sembra dieci volte meno? I tedeschi ci nascondono qualcosa? Vero, nelle prime settimane le informazioni sui decessi arrivavano con il contagocce, complice anche il sistema sanitario federale, persino più frammentato a livello regionale di quello italiano. E ancora nella seconda metà di marzo qualche sospetto era legittimo: il tasso di letalità tedesco era bassissimo, persino al di sotto di quella fascia di valori plausibili che per la Germania varia tra lo 0,5% e l’1,8%. Oggi però sappiamo che la ragione principale erano le politiche di test. A differenza degli altri paesi europei, i molti test tedeschi hanno portato alla luce subito un gran numero di casi, abbassando il tasso di letalità apparente. Ora, con il contagio che prosegue, c’è stata un’impennata e il tasso di letalità tedesco è tornato ormai da giorni nel range dei valori plausibili. Magra consolazione: è indizio che il virus è troppo forte, per tutti. (Elaborazione dati: Matteo Villa, ISPI)

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