“L’educazione? non sono regole, è un modo di essere”, con Elda Lanza

Pubblicato il 1 Ottobre 2018 in Pensieri Ideas

Sono proprio contenta di rivolgermi a persone più giovani di me, ma non tanto, da non ricordare una giovinezza che ci riguarda tutti, non troppo vicina, ma non abbastanza lontana da essercela dimenticata. Io guardo e qualche volta lavoro con i famosi ‘giovani di oggi’, i millenium, cioè quelli nati dopo il 2000. Così diversi da noi, al punto che è persino difficile riconoscerci.

Credo che la diversità stia soprattutto nei genitori. Noi abbiamo avuto, e siamo stati, genitori diversi da questi di oggi.

Lo so che è una brutta ammissione. Lo so che non bisognerebbe dirlo. Noi avevamo meno preoccupazioni, forse più certezze. La voglia di scrivere: più qualità, ma un po’ mi vergogno. La quantità di cose, che a me e a voi sembrano normali e che questi ragazzi non conoscono è impressionante.

E quando mi stupisco, mi guardano con sufficienza. La risposta ‘ mia madre fa così e io ho imparato da lei…’ mi fa capire che, forse, qualche responsabilità l’abbiamo anche noi, dell’altra generazione. Quella dei nonni.

Io insegno Storia del costume – una materia affascinante. Sono andata all’Accademia di Belle Arti di Osaka a raccontare la nostra tavola dal Medioevo ai nostri giorni. Nelle prove d’esame ancora oggi c’è ‘una tavola di Elda Lanza’, all’europea. Hanno imparato le nostre regole, hanno imparato ad arrotolare gli spaghetti intorno ai rebbi di una forchetta, a distinguere le forchette da pesce da quelle da carne, a decidere che il tovagliolo va a sinistra del piatto. Ragazzi giapponesi, abituati da secoli alle bacchette. I famosi millenium non sanno neppure come si usa correttamente una forchetta. Non sanno apparecchiare una tavola che sia pulita e ordinata. L’eleganza la lasciamo a un’altra epoca forse ventura. Colpa nostra? Non abbiamo saputo insegnare a questi prodigi del web che i piatti, scelti secondo il menu, vanno sistemati al centro di un  rettangolo ipotetico di sessanta centimetri per quaranatcinque di altezza. Il piatto e la fondina al centro, a due centimetri dal bordo; coltello con la lama verso il piatto, a destra, e oltre il cucchiaio se è prevista una minestra; la forchetta a sinistra. La ragione è ovvia – speriamo che sia ovvia davvero. In direzione della punta del coltello, i bicchieri; a sinistra, in direzione della punta della forchetta, il pane. Oltre la forchetta, il tovagliolo piegato a libro o a triangolo.

Vista  così la tavola sembra di un’ovvietà persino ridicola. Infatti, quando non è apparecchiata secondo queste semplici regole, mangiare e usare posate e bicchieri diventa complicato. Il famoso Galateo è un codice – che si impara. L’educazione è un modo di essere, di amare se stessi e gli altri. Difficile ma non impossibile.

Guardando queste semplici regole, noi che le conosciamo e le usiamo, siamo portati a chiederci come mai le tavole che ci presentano in TV, che troviamo a casa di amici, soprattutto se giovani, sono totalmente diverse, disordinate, difficili persino da interpretare e da usare correttamente. Sembra impossibile, ma i famosi millenium vanno sulla luna, ma inciampano sul tovagliolo. Che va a sinistra, parola mia!

Elda Lanza

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