Il cinema di Luis Buñuel-The Young One e il peggior nemico dell’umanità

Pubblicato il 22 Marzo 2022 in Humaniter Cinema
Luis Buñuel

Gli anni ‘60 del secolo scorso segnano il graduale affermarsi nella storia di grandi movimenti di emancipazione di massa: razziale, sessuale, femminile in primo luogo. Movimenti che culmineranno, verso la fine del decennio, nelle “rivolte” del ‘68. Senza seguire o cavalcare le “mode” Buñuel coglie sicuramente in questo film, a torto considerato tra i suoi minori, tali istanze sociali, ma, fedele al proprio pessimismo radicale, ne mette in luce soprattutto le contraddizioni e i limiti. Al pari delle altre utopie che hanno accompagnato il cammino dell’umanità nella storia.

Stupro e razzismo, violenza e discriminazione sono per il regista aspetti complementari e reciproci dello stesso problema: i rapporti tra gli individui in una società apparentemente evoluta. Sin dalle prime battute del film ci accorgiamo infatti che tali rapporti si manifestano essenzialmente come rapporti di forza e si mantengono solo grazie alla violenza. Il microcosmo (ancora una volta un’isola) che fa da teatro alla vicenda e la piccolissima comunità che vi si forma per una serie di eventi fortuiti, non differisce molto da quanto già mostrato in Robinson Crusoe, l’altro film di produzione congiunta Usa-Messico.

Luis Buñuel

Miller, Jackson e il reverendo Fleetwood sono in varia misura la continuazione moderna di Robinson così come Ewie e Travel lo sono di Venerdì. Con questa differenza: tutti i personaggi di questo film presentano allo stesso tempo aspetti rassicuranti e inquietanti, coerenze e incongruenze di comportamento. Sono, insomma, come tutte le persone, intrisi in egual misura di “bene” e “male” che prevalgono o cedono, di volta in volta, seguendo le leggi del caso e l’impulso degli istinti.

Luis Buñuel

Per Buñuel non c’è insomma ragione (o ragionevolezza) che possa in qualche modo mitigare le pulsioni più profonde della psiche e della natura umana: homo homini lupus (l’uomo è un lupo per i suoi simili), dunque, secondo la nota accezione del filosofo razionalista inglese Thomas Hobbes (XVII sec). Ancora e sempre l’uomo rimane il peggior nemico dell’umanità.

 

Luis Buñuel
Una rara foto del regista con un copricapo da apicoltore in compagnia del direttore della fotografia, Gabriel Figueroa. La locandina originale della distribuzione italiana è oltremodo eloquente. Dal titolo e dal disegno emerge nettamente l’intenzione di strizzare l’occhio a una presunta pruriginosità del narrato, trascurando del tutto la vera sostanza del film

 

 

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