Un’analisi per capire come si evolveranno i consumi di combustibili fossili, e in particolare di petrolio. Utile per prevedere l’evoluzione dei consumi energetici e l’andamento dell’economia
Secondo alcuni analisti l’Intelligenza Artificiale richiederà un forte aumento del fabbisogno energetico mondiale. Il ragionamento riguardava soprattutto il consumo di energia elettrica, che tenderà ad aumentare anche perché si cercherà di ridurre il consumo di combustibili fossili per contrastare il riscaldamento globale, e in particolare ci si aspetta che molte auto a combustione interna saranno sostituite da auto elettriche. Ricordando che l’elettricità è meno del 20% dell’energia che viene consumata a livello mondiale, sono stati analizzati alcuni dati per capire come si evolveranno invece i consumi di combustibili fossili, e in particolare di petrolio. I dati provengono dal sito oilprice.com, in particolare dall’articolo di David Messler, “Why the IEA is Wrong About Peak Oil Demand”, pubblicato il 6 Maggio 2024 che fornisce interessanti informazioni, partendo da documenti pubblicati da alcune agenzie internazionali. Il sito si occupa principalmente di petrolio, che è comunque piuttosto significativo come fonte energetica, perché fornisce circa il 30% dei consumi di energia primaria. Il petrolio viene usato solo in piccola parte per produrre elettricità, ma come fonte energetica è molto importante. Il suo utilizzo è soprattutto nei trasporti, e nell’industria.
Previsioni sull’uso del petrolio
Una previsione corretta dell’uso del petrolio permetterebbe di capire meglio come si evolveranno i consumi energetici in generale, e soprattutto potrebbe servire per capire meglio l’andamento dell’economia. Ma le cose non sono così semplici. I risultati che vengono proposti da diverse fonti – che pure si occupano da molto tempo di queste previsioni – sono spesso contraddittori. Molto dipende dai parametri che si considerano per la previsione, ma anche dalla posizione ideologica della fonte.
Prevedere il futuro ovviamente non è mai facile, ancora meno per quanto riguarda l’energia. Per di più, da una parte si ritiene possibile – e soprattutto secondo alcuni senza cambiare lo stile di vita e l’organizzazione globale -, smettere di utilizzare i combustibili fossili in tempi brevi; d’altro canto, alcuni analisti dicono che la richiesta di energia continuerà ad aumentare, per diverse cause e non solo per l’Intelligenza Artificiale.
L’IEA (International Energy Agency, basata negli Stati Uniti) ad esempio, prevede che la richiesta di petrolio arriverà a un massimo nel 2028, per poi diminuire abbastanza velocemente. Questo avverrà perché si utilizzerà sempre di più energia elettrica, ottenuta tramite le rinnovabili. Questo è il racconto che si sente con più frequenza, condiviso da altre importanti agenzie internazionali; racconto che in un certo senso rassicura, perché non prevede restrizioni né sacrifici: si potrà continuare a vivere nel benessere, consumando molta energia e traendo vantaggio dagli innumerevoli “schiavi energetici”; basterà cambiare la fonte energetica di cui ci si serve.
Le rinnovabili – soprattutto vento e fotovoltaico, per non parlare dei biofuel – non sono, però, affatto rinnovabili, almeno allo stato attuale della tecnologia, perché richiedono l’impiego di risorse non rinnovabili, e perché per ottenerle si deve utilizzare una grande quantità di energia (il concetto di EROI, Energy Return Over Investment).
Nella figura che segue si vede l’andamento storico del consumo di petrolio con due diminuzioni negli ultimi tempi, che corrispondono alla crisi economica del 2008 e alla chiusura delle attività per il Covid nel 2020. Attualmente si sono superati, sia pure di poco, i 100 milioni di barili al giorno.
Contrariamenta da quanto affermato da IEA, il rapporto Opec pubblicato a ottobre 2023 sostiene che la richiesta di petrolio non diminuirà nei prossimi venti anni, perché aumenterà moltissimo il fabbisogno da parte dei paesi emergenti e dell’Intelligenza Artificiale.
Cercando di riassumere i diversi numeri che si trovano in Rete:
- le misure più recenti mostrano che dal 2005 al 2010 il consumo mondiale di petrolio era stazionario intorno a 85 milioni di barili al giorno. Dal 2010 c’è stato un aumento abbastanza costante: dopo la diminuzione di circa il 10%, dovuta al Covid nel 2020, il consumo è ripreso ed è arrivato a 102
- Milioni di barili al giorno nel 2023: il sito prevede 104.5 milioni di barili per il 2024, estrapolando i consumi già misurati nei primi mesi dell’anno.
- Il rapporto “Energy Outlook” emesso dalla BP nel 2016 prevedeva che il consumo di petrolio nel 2035 sarà di 112 milioni di barili al giorno
- Il rapporto IEA del 2023 – citato sopra – prevede 104,1 milioni di barili nel 2025, e 105,7 nel 2028
- Opec prevede circa 105 milioni di barili nel 2025, 116 nel 2045.
A questo punto nel giro di pochi anni saremo in grado di verificare chi “ci ha preso”, andando più vicino degli altri alla realtà con le previsioni. Ma in generale le differenze non sono molto elevate, e del resto non è affatto detto che l’unico parametro che influenzerà il consumo di petrolio sarà l’aumento del numero di auto elettriche in circolazione.
Il consumo di petrolio, nel mondo
Come suggerisce qualche altro analista è importante prendere in considerazione l’effetto sulla domanda di petrolio da parte dell’aumento del tenore di vita degli abitanti più poveri del Pianeta. Come è la situazione attualmente? Il consumo di petrolio per persona varia molto da Paese a Paese. Gli abitanti degli Stati Uniti per esempio, consumano in un anno 3500 litri di petrolio a testa, mentre i cinesi ne consumano 526, e gli indiani 190. Partendo dall’ipotesi che il benessere (o il PIL) di un Paese sia direttamente proporzionale al consumo di petrolio, e facendo banalmente una proporzione tra il numero di abitanti e il consumo, si potrebbe prevedere che se tutti gli abitanti della Terra consumassero come gli abitanti degli Stati Uniti, ci servirebbero 470 milioni di barili di petrolio al giorno. Sempre in proporzione, a questo livello di consumo le riserve come vengono calcolate nel sito Worldometers potrebbero durare per soli 10 anni! Se invece tutti consumassero come gli indiani, basterebbero 26 milioni di barili all’anno, circa un quarto di quelli che vengono consumati attualmente. Per un tenore di vita simile a quello dei cinesi ci servirebbero 73 milioni di barili.
Al di là del fatto che si tratta di numeri molto grossolani, questi dati confermano che la crescita del benessere è un fattore che ha molto più effetto sui consumi rispetto, per esempio, al passaggio da auto a combustione interna ad auto elettriche. Cambiare tipo di automobile non è un grosso cambiamento; il vero cambiamento sarebbe diminuire il numero di automobili in circolazione. Fino a quando non si capirà questo importante concetto, una possibile diminuzione del consumo di petrolio, e di conseguenza la diminuzione delle emissioni di CO2, non potrà che essere marginale.