La selezione di ottobre, di Ferruccio Nuzzo

Pubblicato il 30 Settembre 2015 in , da Ferruccio Nuzzo

Invitation Française

Saint Saëns, Debussy, Fauré, Ravel, Bizet – Quatuor Eclisses: chitarre – Ad Vitam Records (53’37’’)

Guitares

Rossini, Torroba, J.S. Bach, Koshkin, Pujol – Quatuor Eclisses: chitarre – Ad Vitam Records (58’52’’)

«La chitarra è una piccola orchestra», diceva Hector Berlioz – che su orchestre ed orchestrazioni la sapeva lunga, ma sovente si accontentava della chitarra per inseguire le sue fantasie musicali. E l’evidenza della proposizione è in questo affascinante cd nel quale il Quartetto Eclisses ci propone ancora una volta le sue trascrizioni, scegliendo in questa occasione opere ben note del repertorio tardo romantico ed impressionista francese.

Non vorrei esser accusato di blasfemia, ma penso che ci sono composizioni – eccessivamente popolari – che si giovano – per non dire ‘hanno bisogno’ – di ritrovarsi ogni tanto nella re-interpretazione di una trascrizione che permette – come un vigoroso restauro – di farle rivivere sottraendole al logorio del luogo comune (vedi Carmen di Georges Bizet). E se Alborada del gracioso di Maurice Ravel e la Suite dalla Carmen trovano nel quartetto di chitarre l’accentuazione delle sonorità e dei ritmi evidenti, quasi prevedibili nelle partiture originali, la musica di Debussy – in particolar modo Clair de lune ed il Preludio della Suite Bergamasca – e la Barcarolle n°1 di Gabriel Fauré, sorprendono per la luminosità traslucida dei colori e delle tessiture sonore che rinnovano, reinventandola, la magia del pianoforte (per non parlare del travolgente ritmo percussivo e delle sornione ondulazioni della Danza macabra di Camille Saint Saëns, che rievoca il fascino inquieto e graffiante del bassorilievo medievale).Quatuor Eclisses

Il Quartetto Eclisses (dal nome delle componenti che, nella chitarra, come nel violino, collegano, tutto attorno alla cassa di risonanza, il fondo dello strumento alla tavola d’armonia), è formato da Gabriel Bianco (che ci ha già entusiasmato con il suo cd Capricci), Arkaïtz Chambonnet, Pierre Lelièvre e Benjamin Valette. I quattro virtuosi, tutti e quattro formati al Conservatorio nazionale superiore di Parigi e solisti dalla attiva carriera internazionale, creano, inventano, scoprono e ci fanno riscoprire queste composizioni – quasi tutte notissime – in un elegante, fantasiosa, luminosa sequenza che alterna delicatezza e vigore, trasparenza e fuoco d’artificio. Ma, sopratutto, si divertono, vivono in ogni brano il piacere di una complicità che anima la fiamma della creazione di una contagiosa vitalità.

Ancor più esemplare di questa gioia, il loro primo cd Guitares (Chitarre) dal programma più vasto e dimostrativo delle capacità dell’ensemble. Dal vertiginoso Rossini dell’Assedio di Corinto alle interessantissime opere originali per quartetto di chitarre di due contemporanei, il russo Nikita Koshkin e il tanguero argentino Máximo Diego Pujol. Passando per le iberiche Estampes di Federico Moreno Torroba ed il 4° Concerto Brandeburghese di Bach, un tour de force che mostra tutte le corde (è il caso di dirlo …) del virtuosismo di questo straordinario Quartetto.

ascoltate gli estratti di Invitation Française e di Guitares.


 

giardini2Quatuor Giardini

Gabriel Fauré: Piano Quartet n°1, op.15, Mel Bonis: Piano Quartet n°1, op.69Evidence (55’15)

Se il Quartetto con pianoforte n°1, op.15, composizione giovanile di Gabriel Fauré, è una delle opere più note del repertorio cameristico post-romantico (non presente quanto meriterebbe nei programmi dei concerti e nei cataloghi delle case discografiche), lo stesso non si può dire dell’omologo Quartetto op.69  di Mel Bonis.

Chi era intanto Mel Bonis? Non credo che molti di voi lo sappiano (come lo ignoravo anch’io sino a qualche tempo fa …). Già il suo nome, che dice tutto della condizione della donna artista alla fine dell’ottocento, aggredita sopratutto dai pregiudizi che le attribuiscono, a priori, facili costumi. Mélanie Hélène diventa quindi Mel, un nome senza sesso, che le permetterà di essere riconosciuta come «compositore» (diventerà più tardi, a partire dal 1910, la prima donna segretaria della Società nazionale di musica). Nata nel 1858 in una famiglia umile e senza particolari tendenze musicali, Mel scopre la sua vocazione sul vecchio pianoforte di casa, e sfugge alla carriera di sarta, a cui era destinata, grazie à César Franck che riesce a farla ammettere al Conservatorio, dove si affermerà come la migliore della sua classe (di cui faceva parte anche Claude Debussy !), anche se sovente paralizzata dalla paura.

Mel Bonis lascia un’opera importante – oltre 300 composizioni, di vario genere, non ancore tutte ripubblicate – di uno stile post-romantico molto personale e facilmente identificabile per l’originalità delle armonie e dei ritmi. Non conosco molto della sua musica – giusto quel poco che è stato sino ad ora registrato –  e sono grato al Quartetto Giardini per avere aggiunto questa registrazione ad uno scarso catalogo che meriterebbe di essere arricchito (almeno per quel che riguarda la musica da camera, per me la più interessante).

La loro lettura, sensibile e attenta, illumina il Quartetto di Mel Bonis di tutto l’entusiasmo della scoperta, anche se l’eco agli slanci appassionati della giovinezza di Gabriel Fauré è evidente.

ascoltate gli estratti del cd


FrescobaldiFrescobaldi

Toccate d’intavolatura di cimbalo e organo, libro primo – Rinaldo Alessandrini: clavicembalo e organo – Arcana (145’49)

In occasione del 400° anniversario della pubblicazione del Primo Libro di Toccate di Girolamo Frescobaldi (1615), Arcana ripubblica un memorabile album di 2 cd con la registrazione di riferimento del capolavoro di Frescobaldi, il Primo libro delle Toccate d’intavolatura di cimbalo e organo. Protagonista dell’evento – 22 anni or sono – fu il sublime Rinaldo Alessandrini, che, alle tastiere di un clavicembalo veneziano del 1605 – attribuito a Giovanni Celestini e conservato al Museo dell’Aja – e dell’organo – anch’esso dell’inizio del ‘600 – di Tomaso Meiarini nella chiesa di Santa Maria del Carmine di Brescia, combina il suo virtuosismo al una profonda conoscenza del repertorio madrigalistico dell’epoca, indispensabile per un giusto approccio a queste rivoluzionarie composizioni. In esse Girolamo Frescobaldi – il primo grande «indipendentista» della musica strumentale (una musica che fino ad allora era stata sempre subordinata alla vocalità) – volle evocare gli affetti degli ascoltatori, suggerire le emozioni; e lo fece ispirandosi ai canti italiani fioriti, melismatici (che esprimono cioè un testo con più note per ogni sillaba, contrapposti ai canti sillabici che ad ogni sillaba fanno corrispondere una nota) lasciando al solo strumento a tastiera il compito di riprodurre quei virtuosismi vocali.

Senza dimenticare la magistrale registrazione, opera di quell’indimenticabile – e indimenticato – maestro della presa di suono che fu Michel Bernstein, autore durante 50 anni delle più belle, esemplari, registrazioni di musica sopratutto barocca (l’insuperato, per le splendide sonorità, Vespro della Beata Vergine di Claudio Monteverdi, registrato nella basilica Santa-Barbara a Mantova) e creatore di labels come Vendôme, Valois, Astrée e, finalmente, Arcana, dai ricchissimi ed originali cataloghi che hanno ospitato artisti come il Quartetto Vegh, Michel Chapuis, Hopkinson Smith e Jordi Savall.

ascoltate gli estratti delle Toccate di Frescobaldi.


Benedetto Marcello 

Psalms – Voces 8, Les inventions, Patrick Ayrton – Signum Classics (59’57)

MarcelloNon sono un appassionato, tanto meno un esperto, di musica vocale; ed ancor meno quando essa sia sacra. Non per questo vi ho, sino ad ora, privato delle più interessanti edizioni di questo genere, pur senza dilungarmi oltre modo sulle prerogative delle voci e sulla loro più o meno coltivata fedeltà agli stili delle varie epoche, ancora più importante – dicono gli specialisti – che quella degli strumenti (e se è evidente che non si canta Claudio Monteverdi come Giuseppe Verdi, sembra sia ancora più difficile rendere la scarna e mistica vocalità di una Hildegarde von Bingen senza sommergerla nelle nebbie della noia …).

Delle nebbie che non offuscano minimamente la splendente luminosità di questi Salmi di Benedetto Marcello, il gentiluomo veneziano che seppe, con grande eleganza, frequentare lungo tutta la sua vita il potere politico e la composizione musicale – con una competenza ben superiore a quella di un «patrizio veneto dilettante di contrapponto», come amava definirsi -, gli studi giuridici, matematici e filosofici, senza dimenticare quel gioiello che è Il Teatro alla moda, deliziosa satira del teatro musicale dell’epoca – con Antonio Vivaldi principale bersaglio – e preziosissimo contributo alla storia dell’opera.

Benedetto Marcello fu, ai suoi tempi, principalmente conosciuto per l’Estro Armonico, una raccolta di 50 Salmi per differenti combinazioni di voci, strumenti obbligati e basso continuo, direttamente ispirato alla tradizione musicale ebraica del suo tempo, ma con una freschezza ed un’originalità tutte veneziane. Il successo fu enorme, e, tradotti in francese, tedesco, inglese, svedese e russo, questi Salmi furono incorporati nei riti anglicano, luterano e ebraici. In Inghilterra fu Charles Avison (allievo di Francesco Geminiani ed autore di 12 Concerti grossi ispirati alle musiche di Domenico Scarlatti) a curarne l’adattamento sul quale si basa questa registrazione. VOCES8 – giovane ed interessante ensemble vocale inglese – e gli strumentisti de Les inventions, diretti da Patrick Ayrton, danno un’interpretazione intensa ed appassionata di queste musiche, per nulla intimiditi dalla complessità delle partiture, con quel tantino di rigidezza anglicana che giustifica l’adattamento di Avinson. Un gioiello strumentale – la Ciaccona per flauto a becco e basso continuo, dalla Sonata n°12, op.2 – movimenta la biblica sequenza dei Salmi nella vivace ed coinvolgente lettura di Reinhild Waldeck.

ascoltate gli estratti dai Salmi di Benedetto Marcello