La Siberia brucia: roghi senza precedenti minacciano il Pianeta

Pubblicato il 18 Agosto 2019 in , da Margherita Corti

Distratti dalle vicissitudini del nostro Governo, forse non tutti hanno seguito con attenzione la serie di incendi che da giugno sta affliggendo l’Artico e in particolare la Siberia, e le cui conseguenze avranno una portata mondiale che aggraverà la crisi climatica già in atto. I numeri sono sconvolgenti: i satelliti registrano oltre 400 incendi che stanno devastando la Siberia Orientale, raggiungendo anche zone di Alaska e Groenlandia. Secondo Greenpeace sono già bruciati circa 4.5 milioni di ettari di terreno.

A detta dell’Amministrazione oceanografica e atmosferica degli Stati Uniti, quello appena passato è stato il giugno più caldo mai registrato su scala mondiale e la temperatura nelle zone colpite della Siberia risulta di 10 gradi superiore alla media. Le cause degli incendi, infatti, sembrano essere di origine naturale, in particolare sembra che i colpevoli siano stati i fulmini che hanno colpito un terreno reso inusualmente secco dall’a noi purtroppo ben noto cambiamento climatico. Bisogna anche ricordare che l’aumento delle temperature non è ugualmente ripartito attorno al Pianeta: l’Artide infatti si sta riscaldando a una velocità doppia rispetto alle altre zone del globo.

 

Le regioni del Circolo polare artico sono  soggette a un innalzamento delle temperature che ha portato i terreni, normalmente ricchi d’acqua, a perderla. È proprio l’assenza d’acqua all’interno del terreno che li ha resi  secchi e quindi facilmente infiammabili, sotto lo sguardo giustamente preoccupato di ambientalisti e climatologi. Oltretutto questi terreni hanno una particolarità: al loro interno sono rimasti imprigionati per migliaia di anni gas nocivi, quali soprattutto anidride carbonica e metano, che si stanno liberando grazie agli incendi. Bruciando il terreno infatti, gran parte degli organismi attivi nell’assorbimento del carbonio scompaiono, lasciando liberi i gas. A seguito degli incendi si stima siano state immesse nell’atmosfera circa 166 milioni di tonnellate di anidride carbonica (pari circa alle emissioni annuali di 36 milioni di automobili). Quest’ultima, come sappiamo dalle puntate precedenti della nostra rubrica, è uno dei gas maggiormente responsabili dell’aumento dell’effetto serra e quindi del surriscaldamento della Terra. In aggiunta, dai roghi si sono diffuse delle piccole particelle chiamare ‘black carbon’ o carbonio nero che, depositandosi sul ghiaccio della zona artica grazie a venti favorevoli, ne riducono il potere riflettente. In questo modo favoriscono l’assorbimento di calore da parte del ghiaccio, velocizzando il suo tempo di scioglimento. Il cambiamento climatico risulta quindi non solo una causa, ma anche un effetto di questi roghi.

Nonostante i roghi nelle foreste risultino comuni e spesso benevoli per gli ecosistemi, gli esperti hanno descritto questa situazione come ‘senza precedenti’ in quanto quest’anno gli incendi risultano più estesi e precoci di sempre. Questo è anche aggravato, secondo le associazioni ambientaliste, dall’incapacità da parte delle autorità russe di controllare e gestire le fiamme che, data l’assenza di misure adeguate, si sono espanse rapidamente.

Le aree colpite fortunatamente sono lontane da insediamenti umani ma sono comunque popolate da un’ingente quantità di specie animali. I grandi vertebrati (orsi, cervi, lupi, …) sono quelli che sono riusciti a fuggire più facilmente, avvicinandosi spesso a centri abitati. Fortunatamente sono tante le testimonianze di abitanti di quella regione che hanno aiutato esausti animali in difficoltà, con pellicce segnate dalle fiamme, fornendogli cibo ed acqua. Le specie più a rischio sono i piccoli mammiferi (ricci, topi, lepri, …) e le mamme con cuccioli al seguito, più vulnerabili ed incapaci di fuggire velocemente dalle incombenti fiamme.

Ci vorranno mesi per poter stabilire l’impatto diretto di questi incendi nella zona Artica e chissà quanto per capire quello indiretto sul resto del globo. Quel che spaventa, essendo questi incendi causati da problemi climatici, è che possiamo fare pochissimo per evitarli. L’unica arma a nostra disposizione è infatti contrastarli ponendo sempre più attenzione alle nostre piccole azioni quotidiane.