Il contributo che l’energia dà alla nostra vita: fino a quando avremo schiavi energetici al nostro servizio?

Pubblicato il 6 Ottobre 2022 in , da Giovanna Gabetta
fonti comuni di inquinamento

Il termine “energy slave” (schiavi energetici) è stato coniato dal filosofo americano Richard Buckminster Fuller nel 1944 (1). Lo scopo alla base del concetto di “schiavo energetico” è capire quanto lavoro umano sarebbe richiesto, ipoteticamente, per sostenere una certa azione, stile di vita o cultura in assenza delle energie fossili altamente concentrate disponibili oggi (2). Si tratta di un concetto interessante, perché ci permette di visualizzare in modo semplice e  immediato il contributo che l’energia dà alla nostra vita.
Il numero di schiavi energetici pro capite si può calcolare con diversi metodi. Ad esempio, l’energia meccanica fornita da un individuo che lavora 40 ore a settimana (3) è circa pari a 3 kWh. In confronto, un litro di benzina può fornire 9kWh se utilizzato per far funzionare un motore. Non ci interessa qui fare un calcolo preciso, ci basta avere una idea dell’ordine di grandezza. Ma chi fosse interessato ad approfondire il metodo di calcolo, può consultare uno dei tanti siti , dove è spiegata in dettaglio la metodologia di calcolo utilizzata. Nel 2005, anno della pubblicazione dell’articolo citato sopra, risultava che ogni francese avesse a disposizione 400 schiavi energetici.

Con un metodo diverso, C. Hall (4) nel 2001 era arrivato alla conclusione che ogni cittadino degli Stati Uniti avesse a disposizione in media 75 “schiavi energetici”; ogni cittadino europeo ne aveva circa 32, e in Italia ognuno di noi aveva 28 operai energetici al proprio servizio. Mediamente, nel mondo l’energia primaria utilizzata da ogni essere umano corrispondeva al lavoro di una armata di 19 lavoratori.
Per farla più semplice, ecco qualche esempio:

  • Un ciclista professionista che volesse fornire elettricità a un tostapane da 700W per produrre una fetta di pane tostato dovrebbe pedalare per un minuto a 50 km all’ora, generando 0,21 kWh
  • Pedalando per 20 minuti, 9 ciclisti professionisti possono caricare la batteria di un’auto elettrica modello Tesla X e farla funzionare per 2 chilometri. Per una carica da 100 km i 9 ciclisti dovrebbero pedalare per circa 80 ore
  • Un camion di grosse dimensioni può trasportare circa 25 tonnellate di merci per 800 km in un giorno. Questo corrisponde a 1250 persone che trasportino 20 kg a testa per 27 km al giorno per un mese intero. Se queste persone mangiano 2000 kcal di cibo al giorno (e questa stima è piuttosto bassa), in totale serviranno almeno 75 milioni di calorie.

Schiavi energetici

 

Un interessante – e divertente – video fa vedere le persone che lavorano per fornire energia a una coppia di giovani olandesi che si svegliano alla mattina, fanno colazione e una doccia. In sostanza, occorre capire che l’energia a buon mercato fa quello che facevano una volta, con efficienza molto minore, gli esseri umani e gli animali domestici. Oggi ogni essere umano ha a disposizione energia equivalente a diverse persone che lavorano per lui 24 ore su 24, 7 giorni su 7, tutti i giorni dell’anno. Gli schiavi energetici non si lamentano, non dormono e non hanno bisogno di essere nutriti, ma lasciano dietro di sé una certa quantità di rifiuti (e provocano cambiamenti climatici). Ma noi che li usiamo non ce ne rendiamo conto, pensiamo a loro tanto quanto pensiamo all’azoto che respiriamo, cioè mai. Eppure l’azoto è il 78% dell’aria. L’energia a buon mercato ha reso quasi gratuiti i trasporti, quindi qualsiasi lavoro umano di cui abbiamo bisogno può essere svolto nei posti più economici della terra e spedito con aerei, treni, navi e camion quasi per niente. Questo vale per il cibo, per il vestiario, e per moltissimi prodotti anche molto semplici e di uso comune.

Secondo alcuni studi però, gli schiavi energetici a disposizione stanno diventando sempre più costosi e presto finiranno, perché la disponibilità dei combustibili fossili sta diminuendo. Questo è in un certo senso il vero cambiamento importante in corso, cambiamento di cui dobbiamo essere consapevoli e che sta già influenzando molte scelte politiche e di vita. Negli ultimi 30 anni abbiamo bruciato un terzo di tutta l’energia fossile che è stata utilizzata da quando è stata scoperta migliaia di anni fa. Dall’epoca in cui noi Grey Panthers eravamo bambini, gli esseri umani hanno utilizzato più energia che in tutti i 300.000 anni di storia dell’homo sapiens. Stiamo attraversando solo ora il picco massimo della disponibilità di idrocarburi liquidi, che sono il principale motore delle nostre economie, e secondo alcuni studiosi dobbiamo prepararci a tornare indietro, gradualmente o improvvisamente, ma inesorabilmente, ai tempi in cui il lavoro umano costituiva una percentuale molto maggiore dell’energia totale che abbiamo a disposizione. Un giorno il lavoro umano (e forse anche quello animale) sarà di nuovo la maggior parte del lavoro svolto nelle società umane.

E questo accadrà in un mondo in cui la natura sarà più sfruttata e meno ricca, anche perché noi esseri umani siamo ormai troppi. Ad esempio, se ci trovassimo nella necessità di procurarsi del pesce, nei mari vicini a noi potrebbe essere difficile pescare perché i pesci sono ormai troppo pochi; e non potremo più andare a inseguirli in Antartide se non avremo schiavi energetici a buon mercato per costruire gigantesche navi refrigerate. Nella storia dell’umanità non c’è stato momento migliore di oggi per vivere, e questo è indicato da diversi fattori, come per esempio la mortalità infantile e la speranza di vita. Ma tutti gli indicatori di benessere materiale e il prodotto interno lordo pro capite dipendono in modo evidente dal consumo energetico. La mortalità infantile (0-5 anni) come indicatore di sviluppo incorpora la qualità del sistema fognario, dell’approvvigionamento idrico, dei valori nutrizionali nella popolazione, del sistema sanitario, nonché la capacità economica delle famiglie di far fronte a spese impreviste, a sua volta possibile a fronte di un avvenuto risparmio personale. Oggi la mortalità infantile nei Paesi più poveri al mondo è paragonabile a quella dei Paesi europei negli anni 1930- 1940, e non vi è nessun Paese con una speranza di vita alla nascita minore di 50 anni. Tuttavia, la distribuzione del benessere è ancora molto diversa a seconda della posizione geografica, come schematizzata nella figura in fondo (5) . Per raggiungere un livello di benessere sufficiente, ed estenderlo alla maggioranza degli abitanti della Terra, è perciò necessario continuare ad aumentare la disponibilità di energia pro capite per un numero sempre crescente di persone, in particolare in Asia e in Africa. Riusciremo a farlo e a mantenere un numero sufficiente di schiavi energetici? Oppure, riusciremo trovare delle soluzioni alternative? La risposta non è per nulla facile.

schiavi energetici
Fonte: Dr. oec. Paolo Pamini, presentazione al convegno: “Clima: il dibattito che non c’è”, Istituto Liberale – 23 settembre 2019 – Lugano.

————————————————————–

  1. Richard Buckminster Fuller (1895-1983) è stato un ingegnere, architetto, matematico,
    fisico, filosofo, sociologo, biologo, poeta e inventore nonostante non avesse mai terminato gli studi
    iniziati ad Harvard. Non ha mai approfondito realmente tutti questi campi del sapere ma è
    comunque riuscito a contribuire direttamente al loro sviluppo sempre in maniera strumentale
    all’Architettura. Da: https://www.i-am-architect.com/post/la-concezioni-sistemica-dell-architettura-
    an; Dominic Boyer (2 April 2017). JHU Press (ed.). Energy Humanities: An Anthology. p.210,
    Retrieved 11 December 2019r-buckminster-fuller
  2. Armaroli Nicola et al. 2011, Energy for a Sustainable World Ch 3
  3. Imre Szeman; Dominic Boyer (2 April 2017). JHU Press (ed.). Energy Humanities: An
    Anthology. p.210, Retrieved 11 December 2019
  4. C.Hall et al, “The need to reintegrate the natural sciences with economics”, BioScience, Vol.51 n°8, August 2001
  5. Dr. oec. Paolo Pamini, presentazione al convegno: “Clima: il dibattito che non c’è”, Istituto
    Liberale – 23 settembre 2019 – Lugano. https://www.libinst.ch/pubblicazioni/IL-Presentazione-
    Clima-Pamini.pdf