FILM IN DVD: “La battaglia di Hacksaw Ridge” di Mel Gibson

Pubblicato il 3 Novembre 2017 in Cinema
Battaglia Hacksaw-Ridge

Sceneggiatura Andrew Knight, Robert Schenkkan cast Andrew Garfield (Desmond Doss) Vince Vaugh (sgt. Howell) Sam Worthington (cpt. Glover) Luke Bracey (Smitty Riker) Hugo Weaving (Tom Doss) Ryan Corr (ten. Manville) Teresa Palmer (Dorothy Schutte) Rachel Griffiths (Bertha Doss) Richard Roxburgh (col. Stelzer) genere bellico durata 133 min

 

Eccessivo, debordante, a volte tronfio, spesso retorico: così è il cinema di Mel Gibson. Prendere o lasciare. Che si tratti del medioevo scozzese (“Braveheart”), di Gesù di Nazareth (“The Passion”) o dell’America precolombiana (“Apocalypto”), i toni sono quelli stentorei dell’azione al rallentatore su corpi martoriati, del dettaglio truculento (fendenti, frustate o pallottole cambia poco), della tavolozza virata di preferenza al rosso-sangue. Insomma: un cinema da stomaci forti ricoperti per giunta da abbondante vello. Eppure è un cinema che cattura. Gibson regista è abile nel dosare tensione, suspense e lirismo per centrare l’obiettivo: tenere incollato lo spettatore alla poltrona nonostante lo splatter esibito sullo schermo. E non è una capacità da poco. In questo suo quinto film da autore, l’ex attore di “Mad Max” pesca tra le migliaia di storie nascoste nelle pieghe della Storia l’epopea di un soldato molto sui generis. Desmond Doss, seguace della Chiesa Avventista del Settimo Giorno, dopo Pearl Harbor si arruola volontario come tutti i ragazzi della sua città per dare una mano allo Zio Sam nella guerra contro il Giappone. Ma, coerente con il suo credo, si rifiuta di imbracciare le armi. Il che lo porta davanti alla corte marziale durante l’addestramento in patria e nell’empireo degli eroi di Okinawa durante la prima missione del suo reparto. Storia vera, dicevamo, con puntuale cameo sui titoli di coda del vero Desmond Doss e di alcuni suoi commilitoni, ma abbondantemente mitizzata nel corso del film dalla messa in scena di Gibson. Che pesca a piene mani dal kubrickiano “Full Metal Jacket” e dallo spielberghiano “Salvate il soldato Ryan” per arrivare comunque a una propria sintesi: si può agire da vero soldato senza ammazzare nessuno, anzi salvando decine e decine di feriti. Insomma: non importa “cosa” fai, ma “come” lo fai. Nel più schietto spirito a stelle-e-strisce.

 

E allora perché vederlo?

Per ribadire, qualora ce ne fosse bisogno, la stupidità e l’inutilità delle guerre

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