FILM IN DVD: “Il diritto di contare”, di Theodore Melfi

Pubblicato il 11 Dicembre 2017 in Outdoor Cinema
il diritto di contare

sceneggiatura Theodore Melfi, Allison Schroeder cast Taraji Penda Henson (Katherine Goble-Johnson) Octavia Spencer (Dorothy Vaughan) Janelle Monáe (Mary Jackson) Kevin Costner (Al Harrison) Jim Parson (Paul Stafford) Glen Powell (John Glenn) Olek Krupa (Karl Zielinski) Kristen Dunst (Vivian Mitchel) Mahershala Alì (Jim Johnson) Aldis Hodge (Levi Johnson) genere storico durata 121 min

 

Il titolo originale del film (e del libro da cui è tratto) è “Hidden Figures” e allude sia alla geometria (figure) delle orbite spaziali sia alle persone (figures) di colore nascoste a motivo dell’apartheid. Il film è infatti ambientato in Virginia, stato segregazionista, nei primi anni ’60 del secolo scorso, nel quartier generale della Nasa durante i primi test spaziali. È la guerra fredda e la competizione con l’Unione Sovietica nella corsa ai missili. Doppio tema ripreso anche nel titolo italiano che sottolinea a sua volta il contributo delle donne di colore ai programmi spaziali e alle istanze degli afroamericani di avere un peso corrispondente al loro ruolo reale nella società. Protagoniste del film sono infatti tre formidabili “calcolatrici” umane il cui apporto è determinante per la messa in orbita dei primi uomini stelle-e-strisce. Personaggi veri, dunque, anche se ovviamente adattati (come si diceva una volta) alle esigenze drammaturgiche di una fiction ad alto budget. Ne deriva il classico filmone (sempre come si diceva una volta) che unisce pubblico e privato, micro e macrostoria con i tempi giusti, l’alternanza giusta tra drammatico, umoristico e didascalico. Un frammento del recente passato della nazione più potente del mondo che, da un lato, ne celebra i fasti tecnologici, dall’altro non ne nasconde i nefasti sociali. Perfetti gli interpreti, con un Kevin Costner incredibilmente misurato ed efficace nel ruolo del capo dello staff dei cervelloni, e tre signore dello spettacolo capaci di dare ai rispettivi personaggi non solo la credibilità necessaria, ma di rendere bene anche le differenze che le contraddistinguono. Nel ruolo pubblico come in quello privato.

 

E allora perché vederlo?

Perché le discriminazioni razziali, purtroppo, non sono ancora superate.

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