Due secoli di prosa dedicati a Vittorio Gassman al “Teatro Quirino” di Roma

Pubblicato il 8 Novembre 2017 in Outdoor Spettacolo
Quirino

Nella Roma barocca e neoclassica, a pochi passi da Fontana di Trevi, in pieno centro storico alla fine dell’800 nasce un teatro che diventa subito un’attrazione per il popolo colto della Capitale, grazie a un cartellone vario che spazia dall’opera lirica al balletto, dalla prosa classica alla commedia di Pirandello. Nel 2004 è stato intitolato a Vittorio Gassman: “era la sua casa, i camerini l’hanno visto sudare, essere felice, e il palcoscenico l’ha mostrato al suo pubblico” come descritto nella motivazione. Il Quirino Vittorio Gassman non è un teatro qualsiasi nel panorama nazionale: non solo grazie alla straordinaria tradizione che rappresenta, ma anche perché è un tempio della prosa e di tutti i grandi attori del secolo scorso.

 

 


Da martedì 5 a domenica 17 dicembre

MARITI E MOGLI

con Monica Guerritore e Francesca Reggiani
tratto dall’omonimo film di Woody Allen

scene Giovanni Licheri e Alida Cappellini

Tutto accade in una notte piena di pioggia in un luogo che con il passare delle ore diventerà una sala da ballo, una sala d’attesa, un ristorante deserto e che costringe gli otto personaggi (mariti, mogli, amanti e altro…) al girotondo di piccole anime che sempre girano e girano intrappolate nella insoddisfazione cronica di una banale vita borghese.

Luoghi delle vite coniugali e degli intrecci clandestini, delle rotture e improvvise riconciliazioni che si perdono in danze all’unisono su musiche da Louis Armstrong a Etta James a Cechov.


Da lunedì 18 a domenica 31 dicembre

MALÌA NAPOLETANA
Massimo Ranieri

Enrico Rava tromba e filicorno – Stefano Di Battista sax alto e sax soprano
pianoforte Rita Marcotulli

Il termine Malìa significa magia, incantesimo, fascino, seduzione ed è presente nel testo di “Te Voglio Bene Tanto Tanto”, uno dei brani più noti di Massimo Ranieri.

Diventa a teatro un progetto, un viaggio verso un incantesimo; un’avventura musicale in un tempo magico delle canzoni napoletane, quando, tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta, quelle melodie già universali si riempirono improvvisamente di estate e di erotismo, di notti e di lune.

E si vestirono di un fascino elegante e internazionale per merito dei tanti interpreti di quelle melodie.

È l’inconfondibile Napoli “caprese”, che diventò in un baleno attraente, seducente, prestigiosa e sexy come una stella del cinema. Una Napoli che cantava e incantava. E che è diventata una immortale Malìa…

 


Da martedì 2 a domenica 7 gennaio 2018

FILUMENA MARTURANO

di Eduardo De Filippo con Mariangela D’Abbraccio e Geppy Gleijeses

Regia Liliana Cavani

“Filumena Marturano” – forse la commedia italiana del dopoguerra più conosciuta e rappresentata all’estero – ha un ruolo centrale nella produzione di Eduardo De Filippo, collocandosi tra i primi testi di quella Cantata dei giorni dispari che, a partire da “Napoli milionaria!”, raccoglie le opere più complesse e problematiche in cui si riversano i drammi, le ansie e le speranze di un Paese e di un popolo sconvolti dalla guerra. Come in un ideale ring immaginario, Filumena Marturano e Domenico Soriano, si affrontano per far valere le loro ragioni, dietro cui si celano verità troppo a lungo nascoste e sentimenti esasperati. Come da tradizione, Eduardo De Filippo parte da una reazione emotiva dei personaggi per sviscerare quello che lui definisce come “il conflitto tra individuo e società”. Nel dramma di Filumena, che rifiuta di rivelare all’amante quale dei tre figli da lei messi al mondo sia suo, si rappresenta appieno un’allegoria dell’Italia lacerata e in larga misura depauperata anche moralmente, che preannuncia la dignità e la volontà di riscatto.


Da martedì 9 a domenica 21 gennaio 2018

DIECI PICCOLI INDIANI… E NON RIMASE NESSUNO!

due atti di Agatha Christie – con Giulia Morgani Tommaso Minniti Caterina Misasi

Pubblicato nel 1939, è considerato ancora oggi il capolavoro letterario di Agatha Christie. Dieci sconosciuti sono stati invitati su una bellissima isola deserta. Nelle camere trovano affissa agli specchi una poesia, “Dieci piccoli indiani”. La filastrocca parla di come muoiono, uno dopo l’altro, tutti i dieci indiani. Una serie di morti misteriose infonde il terrore negli ospiti, che iniziano ad accusarsi a vicenda fino ad arrivare ad una scioccante conclusione. L’assassino si nasconde tra di loro.

In questa versione teatrale, tutti i personaggi sono ben caratterizzati e delineati nelle loro profondità interiori. La stessa epoca del romanzo viene rispettata con un’ambientazione anni 40’ e una scenografia Art-Decò, dai colori bianchi e neri e dal forte impatto visivo. Il pubblico gode nella ricerca dell’enigma preparato dall’autrice; questi dieci “piccoli indiani” bloccati nell’isola sono vittime o assassini? Questa è la stessa domanda che la scrittrice pone a se stessa mostrando al pubblico il lato nascosto di una classe borghese e aristocratica mischiati insieme in un’unica arena, facendoli confrontare e sbranarsi per la sopravvivenza fino a diventare esseri volgari e ordinari.


 Da martedì 23 gennaio a domenica 4 febbraio 2018

 IL PADRE

di August Strindberg  con Gabriele Lavia e Federica Di Martino
regia Gabriele Lavia

“Il Padre” è una tragedia. Strindberg la scrive nel 1887 ed è il tentativo di comporre un’opera ‘naturalistica’, cioè che scavi nella ‘natura’ umana, osservando una banale vicenda familiare attraverso lo specchio deformante del mito di Ercole e Onfale e dello ‘scambio di vestiti’ che, nel mito, fecero tra loro. Questo significa lo ‘scambio dei ruoli’ nella società della fine dell’ottocento che segna la ‘caduta’ del ’ruolo’ (e quindi del ‘senso’) della figura paterna. Strindberg scrive una ‘Tragedia Classica’ che, come ogni tragedia, racconta, una ‘caduta fatale’. Qui, è il precipitare della potenza dell’uomo e la crudele sopraffazione da parte della donna.

Un titano destinato alla caduta, Strindberg, lo è per destino e per scelta. La sua vita è stata, a dir poco, tempestosa, contraddittoria, estrema e i suoi interessi si sono rivolti alla pittura, alla scultura, alla fotografia, alla chimica, all’alchimia, alla teosofia. “Io conosco solo me stesso e non posso che parlare di me!”. Così diceva e anche il suo Teatro non è altro che ‘drammaturgia autobiografica’ e sempre tormentata, tragica.


Altre informazioni sul sito del Teatro Quirino  

Indirizzo: Via delle Vergini 7, Roma

Telefono: 06/679.4585

BIGLIETTI ONLINE


La storia

La costruzione del Teatro Quirino risale al 1871 e fu voluta dal Principe Maffeo Sciarra, all’interno della sua proprietà nei pressi di Fontana di Trevi, per supplire alla mancanza di luoghi di spettacolo nella zona centrale della Capitale. Il Teatro ospitò inizialmente spettacoli di marionette e farse popolari ed era frequentato da un pubblico colto, intellettuale e numeroso. Nel tempo subì una duplice ristrutturazione: la prima, nel 1882 consentì la trasformazione dell’edificio in un più elegante riferimento per la borghesia cittadina; la seconda, datata 1898, introdusse all’interno del teatro motivi di più elevata e tradizionale suggestione. Con il rinnovamento architettonico la produzione cambiò, portando l’opera lirica ed il balletto all’interno del Quirino con ampi consensi dall’opinione pubblica.
ll rinnovamento radicale avvenne nel 1914 ad opera di Marcello Piacentini: il suo lavoro suscitò generali consensi e il teatro – dopo aver ospitato spettacoli di prosa, operetta, farse popolari e balletti – riaprì, in un clima di rinnovato entusiasmo, con una stagione lirica, sotto la direzione del Maestro Pietro Mascagni. Tra gli artisti che hanno calcato il palcoscenico del teatro ricordiamo: Ferruccio Benini, Ettore Petrolini, Eduardo De Filippo, Vittorio Gassman, Carmelo Bene, Carlo Giuffrè, Giorgio Strehler, Paolo Stoppa, Paola Borboni, Luca Ronconi e molti altri. 

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.