Green Pass: tutto quello che occorre sapere

Pubblicato il 5 Luglio 2021 in , , da Daniela Sanna

Mentre i Paesi sono alle prese con le riaperture, si parla di Green Pass vaccinale, ovvero di un documento digitale europeo che attesti  che chi ne è in possesso è  tutelato contro il contagio da Covid-19.

Parliamo di Certificato Digitale perché potrà essere salvato sul proprio smartphone e sarà corredato da un QR Code che conterrà tutte le informazioni essenziali del viaggiatore.

Se sul piano nazionale il governo mira ad anticipare l’entrata in vigore della certificazione europea, prevista per il primo luglio, organizzandosi intanto per un documento che consenta la circolazione tra le Regioni all’interno del territorio nazionale, una volta che sarà entrato in vigore il green pass Ue sarà quest’ultimo lo standard a cui tutti i Paesi dell’area Ue dovranno adeguarsi.

Le autorità che rilasceranno il certificato avranno una speciale firma digitale che potrà essere riconosciuta da chi effettuerà i controlli, per verificarne l’autenticità. Sarà ovviamente disponibile anche in forma cartacea.

Non solo un passaporto vaccinale, quindi, ma una certificazione che attesti che chi sta viaggiando non è in pericolo o non ha contratto il virus.

Un’utilità certificata

Il Green Pass verrà rilasciato a chi ha effettuato almeno la prima dose del vaccino contro il Covid19 o è guarito dalla malattia, e consentirà di muoversi liberamente in Italia ed all’estero e di frequentare eventi pubblici, cerimonie o partecipare a manifestazioni.

Il Green Pass servirà anche per fare visita a parenti o conoscenti in ospedali, case di cura o residenze per anziani.

Quando entrerà in vigore il Green Pass europeo sarà utile per poter effettuare  viaggi all’estero senza restrizioni, quarantene e tampone.

I requisiti per richiederlo

I requisiti per ottenere il Green Pass sono essenzialmente tre:

  • Essere stato vaccinato contro il Covid-19 con le due dosi (ove previsto) o almeno da 15 giorni con la prima dose;
  • Aver ottenuto un risultato negativo al tampone;
  • Essere guarito dall’infezione.

Gli stessi requisiti valgono anche per il passaporto vaccinale italiano, che è cartaceo in attesa dell’entrata in vigore di quello digitale europeo. Il Green Pass sarà valido “quattordici giorni dopo l’ultima dose” di vaccino anti-Covid e, per i guariti dal coronavirus, per 180 giorni a partire dal test Pcr positivo. Per i test, invece, quelli molecolari avranno una validità di “72 ore”, mentre quelli rapidi “48 ore”.

Le autorità nazionali sono responsabili del rilascio del certificato ai cittadini che lo richiederanno.

All’interno dello Stato italiano le Regioni dovranno trasmettere al portale ad hoc gestito da Sogei i dati dei cittadini che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino.

La piattaforma si avvarrà del Sistema tessera sanitaria per la raccolta dati in attuazione delle norme per l’emergenza: verranno raccolti i dati delle vaccinazioni raccolti dall’Anagrafe nazionale vaccini e dei dati dei tamponi antigenici e molecolari, cui si aggiungerà anche “la raccolta dei certificati di guarigione” con “una nuova funzionalità” del sistema.

Il Green Pass per chi è già vaccinato sarà disponibile sul fascicolo sanitario elettronico dell’utente, e potrà essere scaricato dal primo luglio attraverso App Io e Immuni, oltre che attraverso il sito internet di Sogei. Allo stesso modo il Qr code potrà essere richiesto via e-mail stampato ed esibito anche in cartaceo in caso di necessità.

E’ stata introdotta un’ulteriore modalità per “non discriminare” chi non ha ancora l’identità digitale. Per questo “sono previsti anche canali di fruizione con autenticazione a più fattori quali: ultime 8 cifre e data di scadenza della tessera sanitaria e un codice che recapitato agli interessati per posta elettronica o sms.

Per quanto riguarda invece i certificati di avvenuta guarigione e di fine del periodo di isolamento vengono rilasciati dalle Asl competenti, dagli ospedali in cui si è eventualmente stati ricoverati o dai medici di famiglia.

Potrà essere richiesto, dunue, sia in forma digitale, da mostrare tramite il proprio dispositivo mobile, sia in forma cartacea. Entrambi i certificati avranno un QR Code e una firma digitale per impedirne la falsificazione. In fase di controllo del certificato si procederà alla scansione del QR code ed alla verifica della firma.

Ogni organismo autorizzato a rilasciare i certificati  ha la propria chiave di firma digitale. Tutte le chiavi di firma sono conservate in una banca dati protetta in ciascun paese.

La piattaforma Gateway Ue prevede la verifica delle caratteristiche di sicurezza contenute nei codici Qr di tutti i certificati.

Questo permetterà ai cittadini e alle autorità di essere sicuri che i certificati siano autentici. Durante questo processo, nessun dato personale viene scambiato o conservato.

Green Pass: come funziona

Si tratta essenzialmente di un Qr Code da custodire sul proprio smartphone o da stampare e che – una volta inquadrato – darà tutte le informazioni utili a certificare l’immunità al virus da Covid-19.

Sarà:

  • in formato digitale e/o cartaceo
  • gratuito
  • nella lingua nazionale e in inglese
  • sicuro e protetto
  • valido in tutti i Paesi della Ue

Il passaporto vaccinale non è obbligatorio, ma viene rilasciato in “automatico” a chi è in possesso dei requisiti fissati dalla legge. Basterà semplicemente richiederlo attraverso i canali che lo mettono a disposizione. Viene considerato a tutti gli effetti un passaporto vaccinale anche il certificato di avvenuta guarigione rilasciato dalla Asl, che ha una validità di sei mesi, e l’esito di un tampone molecolare, che ha invece la validità di 48 ore.

La validità del Green Pass per chi è vaccinato è di nove mesi dal completamento della vaccinazione, e quindi dalla seconda dose dove questa sia prevista. Ne consegue che chi avrà fatto il vaccino Astrazeneca avrà un certificato vaccinale valido per circa un anno (da quindici giorni dopo la prima dose a nove mesi dopo la seconda dose). Per gli altri vaccini come nel caso di Pfizer e Moderna, la durata si aggirerà invece attorno ai dieci mesi, mentre per quelli in cui è prevista un’unica dose (Johnson&Johnson) la durata è di poco più di nove mesi. E’ possibile anche attestare la vaccinazione con vaccini non approvati dall’Ema, come Sputnik o Sinopharm, utilizzati ad esempio in Ungheria: in questo caso, però, spetterà ai singoli Stati membri decidere se accettarli o meno.

I certificati di vaccinazione saranno rilasciati a una persona vaccinata con qualsiasi vaccino anti COVID-19.

Per quanto riguarda la deroga alle restrizioni alla libera circolazione, gli Stati membri dovranno accettare i certificati di vaccinazione per i vaccini che hanno ottenuto l’autorizzazione all’immissione in commercio nell’UE. Gli Stati membri potranno decidere di estendere questa possibilità anche ai viaggiatori dell’UE che hanno ricevuto un altro vaccino.

Spetta inoltre agli Stati membri decidere se accettare un certificato di vaccinazione dopo una dose o dopo il completamento dell’intero ciclo di vaccinazione.

Il certificato COVID digitale dell’UE contiene nome, data di nascita, data di rilascio, informazioni relative al vaccino/test/guarigione e identificativo unico.

I  dati rimarranno sul certificato e non saranno memorizzati o conservati dai Paesi visitati. A fini della verifica, vengono controllate solo la validità e l’autenticità del certificato, accertando da chi è stato rilasciato e firmato. Tutti i dati sanitari sono conservati nello Stato membro che ha rilasciato il certificato COVID digitale dell’UE.