Giacomo Manzoni: Maestro, compositore, intellettuale poliedrico

Pubblicato il 5 Aprile 2024 in , da redazione grey-panthers

Giacomo Manzoni è più che un compositore, un intellettuale organico con interessi extra-musicali, soprattutto letterari, che hanno fornito un sostrato formidabile alla sua musica

Giacomo Manzoni, nato a Milano nel 1932, è compositore, critico musicale, traduttore e insegnante di musica. Le sue opere sono state interpretate da musicisti quali Claudio Abbado, Bruno Maderna, Maurizio Pollini, Ernest Bour, Giuseppe Sinopoli, Vladimir Fedoseev e Riccardo Muti. Manzoni inizia gli studi di composizione nel 1948 a Messina sotto la guida di Gino Contilli, proseguendoli poi presso il Conservatorio di Milano; nel 1955 intanto si laurea in lingue e letterature straniere all’Università Bocconi, nella quale sostiene una tesi sul ruolo della musica nell’opera di Thomas Mann.

Attivo inizialmente come strumentista d’orchestra e maestro di coro, redattore nel 1956 della rivista “Il Diapason”, fino al 1966 è stato critico musicale de “L’Unità” e insegnante di armonia e contrappunto presso il Conservatorio di Milano, per poi passare all’insegnamento di composizione presso il Conservatorio G.B. Martini di Bologna e infine al Conservatorio Verdi di Milano, dove ha insegnato fino al 1991. Nella sua lunga carriera ha insegnato a Berlino, ospite del Deutscher Akademischer Austauschdienst, la Scuola di Musica di Fiesole, presso l’Università di Parma, a Granada, Buenos Aires, Berlino, Vancouver, Cordoba, Santiago, Osaka. È Accademico di Santa Cecilia, autore di saggi su autori antichi e moderni e articoli di critica musicale. Nel 2007 alla Biennale di Venezia Musica ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera.

Giacomo Manzoni, compositore tra teatro e orchestra

Tra le tappe principali dell’attività di compositore si possono segnalare lavori teatrali come La sentenza (Bergamo 1960, Teatro delle Novità), Atomtod (Milano 1965, Piccola Scala), le scene musicali Per Massimiliano Robespierre (Bologna 1975, Teatro Comunale) da cui è stata tratta la Suite Robespierre; composizioni vocali con orchestra, tra cui Ombre (alla memoria di Che Guevara) (1968), Parole da Beckett (1971) per due cori, tre gruppi strumentali e nastro magnetico e Hölderlin (frammento) per coro e orchestra (1972); inoltre Insiemi (1967) per orchestra, Modulor per quattro orchestre (eseguito per la prima volta alla Biennale di Venezia nel 1979), Masse: omaggio a Edgard Varèse (1977) per pianoforte e orchestra, Scene sinfoniche per il Doktor Faustus (1984), Doktor Faustus – Scene dal romanzo di Thomas Mann (Milano 1989, Teatro alla Scala), Il deserto cresce. Tre metafore da Friedrich Nietzsche per coro e orchestra(1993), Allen per lettore e orchestra da camera (1996) e Moi, Antonin A. su testi di A. Artaud per soprano leggero, lettore e orchestra (Firenze, 1997).

Manzoni ha composto anche musica da camera tra cui Piccola suite (1952-55) per violino e pianoforte, Musica notturna (1966), Quadruplum (1968) per due trombe e due tromboni, un Quartetto per archi (1971), Hölderlin: Epilogo (1980) per dieci strumenti, Opus 50 (Daunium) per dieci strumenti e percussione (1984), un secondo quartetto per archi dal titolo Musica per Pontormo (1995).

Una selezione di opere di Manzoni

Casa Ricordi ha pubblicato i lavori di Giacomo Manzoni dal 1952 al 2002. Da Parole da Beckett (1971) e Hölderlin (1972), a Dieci versi di Emily Dickinson (1988), passando per la prima opera Doktor Faustus – Scene dal romanzo di Thomas Mann, andata in scena alla Scala il 16 maggio 1989 con la regia di Robert Wilson, anticipata dalle Scene sinfoniche per il Doktor Faustus (1984). Successivi, alcuni lavori come Il deserto cresce (1992), Moi Antonin A. (1997), Trame d’ombre (1998). Da citare: Masse: Omaggio a Edgar Varèse (1977), per pianoforte e orchestra, dedicato a Maurizio Pollini.

Presso gli Archivi dell’Istituto per la Musica della Fondazione Giorgio Cini  sono raccolti i manoscritti musicali delle opere composte dal compositore tra il 1956 e il 2014. Sono conservati 142 dossier di lavoro che documentano la genesi e le diversi fasi del processo compositivo: materiali preparatori (appunti verbali, grafici, tabelle, schizzi e abbozzi), stesure, bozze di stampa con annotazioni e numerosi file di videoscrittura musicale. Completa il fondo un’importante raccolta di programmi di sala e di ritagli stampa relative alle opere del compositore.

In film per celebrare la vita di Giacomo Manzoni

Per celebrare degnamente i 90 anni uno dei più grandi compositori viventi, nel 2012 il musicologo e regista Francesco Leprino ha preparato un docu-film intitolato “Manzoni90” (produzione Al Gran Sole), disponibile ora su RaiPlay.  Nel film si ascoltano le voci di suoi tre illustri allievi: Adriano Guarnieri, Fabio Vacchi e Giovanni Verrando.  Sebbene parli poco di questa sua ultima attività, nel film si racconta anche la sua presenza come pianista nell’orchestra che montò il Piccolo Teatro nel 1956, sotto la direzione di Bruno Maderna, per eseguire in prima italiana “L’opera da tre soldi” di Brecht/Weill, con la regia di Giorgio Strehler. Nel film un mosaico di riflessioni sulla musica e il ruolo della scrittura tra la generazione post Darmstadt e ciò che è venuto dopo. Completano il film le interviste a Mimma Guastoni, storica editrice di Casa Ricordi e della Nuova Musica e a Maurizio Pollini.

Manzoni è raccontato come un intellettuale organico, per il quale – per esempio – i fortissimi interessi extra-musicali, soprattutto letterari, hanno sempre fornito un sostrato formidabile alle sue composizioni. Allo stesso modo, la sua attività di critico “militante”, attento cioè ai nuovi fermenti artistici del nostro Paese, lo ha portato a riflettere sull’organizzazione musicale, contribuendo con le sue idee al tentativo di svecchiare l’anchilosata cultura italiana del secondo dopoguerra.

Giacomo Manzoni
Immagini tratta dal docu-film “Manzoni 90”

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