“Un miliardo di risparmi con cieli bui” Ma la mossa del governo divide l’Italia

Pubblicato il 11 Ottobre 2012 in da redazione grey-panthers

A esultare saranno di sicuro gli ambientalisti cui stanno a cuore le sorti della tartaruga “caretta caretta”, la specie più diffusa nel Mediterraneo, perché quando schiudono le uova sulle spiagge invece di andare verso il mare, si dirigono nell’entroterrra, attirate dalle luci della strada. Più preoccupato, invece, chi si occupa di sicurezza. Stradale soprattutto: perché ricorda come siano le ore notturne la fascia del giorno in cui la media degli infortuni più gravi (1,9 morti ogni cento incidenti) si impenna, fino alla sua punta massima attorno alle quattro del mattino, quando raggiunge addirittura i 5,7 incidenti mortali ogni cento.

Il provvedimento del governo  con cui intende far risparmiare gli enti locali fino a un miliardo di euro limitando l’illuminazione pubblica ha diviso il paese. Tra romantici che sperano così di rivedere il cielo stellato come su un isola greca d’estate e chi addirittura paventa il ritorno al medioevo e alle ronde che assicuravano la sicurezza nelle strade nella più completa oscurità. A sollevare i primi malumori, l’Associazione sostenitori e amici della Polizia stradale che, pur condividendo l’esigenza di risparmiare, avverte dei rischi concreti “per gli utenti deboli, pedoni e ciclisti, cioè quelli che pagano il maggior prezzo da un affievolimento della visuale notturna”. Eppure altri cittadini, oltre 8 mila su 135 mila proposte di spending review arrivate lo scorso maggio a Palazzo Chigi, hanno suggerito al commissario Bondi di usare le forbici proprio sull’illuminazione pubblica, spegnendo o attenuando le luci delle città, per poi sostituirle con sistemi più economici, come i led.

Tra questi, l’associazione “CieloBuio” che ne ha fatto uno studio ad hoc. Dimostrando che l’Italia, dopo la Spagna, è il Paese più sprecone d’Europa, con un consumo pro-capite di energia elettrica oltre il doppio della Germania e della media Ue: 105 chilowattora contro 42 e 51. Lontana anche da Francia (80), Gran Bretagna (42), Olanda e Irlanda (40). E proponendo al governo di “spegnere le luci in eccesso, eliminare le aree sovrailluminate di notte, come le zone artigianali fuori città o i parcheggi degli ipermercati, investire su riduttori di flusso o apparecchi schermati in grado di evitare l’effetto abbagliamento”. Ma anche di “sostituire nel 50% delle strade le lampade da 150 watt, la sorgente più impiegata, con quelle da 70”. Il suggerimento di CieloBuio è piaciuto al governo Monti e la proposta, almeno nei suoi intenti generali (meno luce di notte e strade meno luminose), inserita nella spending review bis, ospitata dalla legge di stabilità. Il commissario ai tagli, Enrico Bondi, ne parla orgoglioso durante la conferenza stampa notturna, citando persino la piccola associazione. “Abbiamo fatto una cosa abbastanza carina, in collaborazione con CieloBuio. Nell’immediato risparmieremo senza investire, cambiando solo l’organizzazione. Nel lungo periodo, però, puntiamo su tecnologie innovative, come i led. Con un sogno di sviluppo industriale: rendere l’Italia esportatrice di sorgenti di sistemi elettronici per l’illuminazione pubblica”.

Più o meno tutti sono concordi nel sostenere che il problema sollevato dal governo aiuterà ad accelerare un processo “virtuoso” che era già in corso. Ma non siamo all’anno zero. Perché pur nelle difficoltà in cui si dibattono le finanze pubbliche negli ultimi anni, dal punto di vista del risparmio energetico molto è stato già fatto. Federutility, l’associazione che raccoglie le ex municipalizzate che gestiscono servizi pubblici, ha calcolato che nelle 160 principali città italiane vengono gestite oltre un milione e duecentomila punti luce. E rivendicano interventi che vanno dall’installazione di lampade ad alta efficienza che permettono risparmi dal 40 al 70 per cento, come sta avvenendo, ad esempio, in molte città emiliane da Bologna a Rimini. O i nuovi lampioni a led appena installati a Brescia, testati per durare oltre 60 mila ore che dimezzano i consumi energetici.

Tra l’altro, l’Autorità per l’Energia riconosce già degli incentivi per la realizzazione di “sistemi ad alta efficienza per l’illuminazione di gallerie autostradali, per i tratti extraurbani o per le grandi arterie metropolitane. L’Autorità li chiama certificati bianchi e valgono soldi: vanno utilizzati al meglio, perché li pagano i cittadini nella bolletta.

Fonte: http://www.repubblica.it/politica/2012/10/11/news/cieli_bui-44291890/?ref=HRER2-1