Spesa biologica e consumo critico: niente sacchetti bio per tutti?

Pubblicato il 9 Marzo 2012 in da redazione grey-panthers

È da un bel po’ di tempo che nei più grandi centri commerciali e negozi non si vendono più i sacchetti di plastica, ma si commercializzano solo quelli biodegradabili. Uno sforzo a senso unico, dato che poi i piccoli esercenti decidono come preferiscono, e di solito pensando più ai profitti che alla salute del Pianeta Terra.

È per questo che ora sembra una vera e propria contraddizione la scelta di prorogare la validità delle borse della spesa in plastica, in attesa di definire criteri più esatti e stringenti sulle caratteristiche che esse devono avere per diventare sacchetti bio o meno.

Sono state infatti prorogate per ulteriori sei mesi anche le sanzioni a cui sarebbe stato imputato chi commercializza shopper in plastica, magari spacciandole per pienamente biodegrabili o similari. Niente multe fino al 31 dicembre 2013, per la gioia dei rivenditori.

E’ pronto, inoltre, un dettagliato vademecum, da utilizzare soprattutto per i rivenditori: la plastica consentita, infatti, vale solo per alcune categorie merceologiche e ha regole stringenti anche su temi come grammature e sagome. Per non limitarsi a questo, però, c’è un dettagliato decalogo per verificare lo spessore della busta e della maniglia a seconda dell’uso a cui la busta di plasticasarà destinato. Regole stringenti, dicevamo, per rendere più giusta ed efficace la legge contro lospreco di plastica. A questo punto si aspetta solo che la norma venga applicata.

Gli italiani, nel frattempo, si stanno dimostrando tendenzialmente più attenti su temi di consumo criticosostenibilità ambientale dei prodotti e spesa ecologica, sostituendo la classiche buste della spesa ad altre, più solide e resistenti, da riutilizzare in più occasioni.