Riscaldamento globale: gli over65 emettono meno CO2

Pubblicato il 15 Novembre 2011 in da redazione grey-panthers

L’invecchiamento della popolazione nei Paesi più industrializzati salverà il mondo dalla minaccia del riscaldamento globale? È un’ipotesi da non sottovalutare. Per la prima volta è stato effettuato uno studio approfondito che mette in relazione l’età con le emissioni di anidride carbonica. L’analisi è stata eseguita Emilio Zagheni, trentenne ricercatore presso l’Istituto di ricerche demografiche Max Planck (Mpidr) di Rostock, in Germania. Lavorando su dati demografici degli Stati Uniti, lo studioso lombardo ha scoperto che le società con una percentuale crescente di popolazione anziana producono minori quantità di CO2. La tendenza può essere ritenuta valida anche per le società europee e, tenendo conto delle differenze tecnologiche, l’indirizzo può essere significativo anche per le società in rapida espansione come Cina e India, anche se qui gli effetti possono essere nascosti dal forte sviluppo e dall’urbanizzazione di quelle società. L’età spartiacque è quella dei 65 anni, più o meno quella della pensione nei Paesi occidentali. Intorno ai 65 anni le emissioni pro capite di anidride carbonica raggiungono il massimo: 14,9 tonnellate a persona all’anno. Dopo iniziano a scendere fino a 13,1 tonnellate/anno a 80 anni di età. Secondo l’Ufficio statistico degli Stati Uniti le aspettative di vità attuali sono di 78,3 anni, ma saliranno a 83,1 anni nel 2050. E in Europa i dati sono ancora più positivi.  Quali i parametri presi in considerazione? Quelli legati alla spesa di un americano medio nelle diverse fasce di età in nove settori ad alte emissioni di CO2: prodotti e servizi, elettricità, benzina e viaggi aerei, abbigliamento e tabacco. Nelle fasce più giovani le emissioni crescono in relazione al reddito: una persona adulta compie viaggi aerei, consuma elettricità e utilizza l’auto di più di un giovane. Ma con gli anziani lo schema cambia: in generale spendono di più dei giovani, ma i loro consumi sono focalizzati soprattutto nella spesa sanitaria, e i servizi sanitari producono minori quantità di emissioni di gas serra. Inoltre le spese per abbigliamento subiscono un netto calo a partire dai 58 anni, e quelle per i carburanti diminuiscono dopo i 60 anni. Queste spese decrescenti – e quindi meno emissioni – vengono però compensate nelle fasce più anziane della popolazione da maggiori consumi domestici (elettricità e riscaldamento) anche perché semplicemente gli anziani restano più tempo a casa.