L’ottimismo è il sale della green economy. Il 64% delle imprese cleantech conta di aumentare il fatturato

Pubblicato il 30 Maggio 2012 in da redazione grey-panthers
l mercato del cleantech sta crescendo. Quello delle tecnologie pulite è molto lontano dall’essere un settore “adulto”, generatore di liquidità al pari del petrolifero, “ma sta dimostrando di voler stare in piedi sulle proprie gambe”. Tanto che questa crescente maturità sta iniziando a influenzare le aspettative degli operatori, creando un clima ottimistico per il 2012. Il 64% delle imprese cleantech si aspetta infatti un incremento delle entrate quest’anno – erano il 54% nel 2011 – e la stessa percentuale (64%) conta di mettere insieme una maggiore redditività. Attualmente le imprese del comparto vedono la maggior parte della domanda provenire dalle economie di Europa (51%), Stati Uniti e Canada (39%).

I dati ottimisti sulle imprese green arrivano dall’International business report (Ibr) condotto da Grant Thornton.

Oltre la metà di quanti hanno optato per il cleantech, spiegano gli esperti, lo hanno fatto per ridurre i costi (52%), il 45% invece per incrementare la redditività. I requisiti della responsabilità sociale d’impresa e le questioni ambientali rimangono importanti, ma non sono la ragione principale per l’adozione delle tecnologie verdi. “Non si tratta più solamente di questioni ambientali – conferma Nathan Goode, responsabile della divisione Energia, ambiente e sostenibilità di Grant Thornton Uk, – ma piuttosto di appurare se con queste soluzioni alternative è possibile migliorare la performance finanziaria delle imprese”.

Più nel dettaglio, il numero di società che cita un coinvolgimento nella realizzazione di prodotti ad efficienza energetica è sceso dal 26% al 19%, nonostante la realizzazione di prodotti per la generazione di energia pulita sia incrementata marginalmente dal 14% dello scorso anno al 17% attuale. Le ragioni potrebbero essere diverse, ma il report di Grant Thornton sottolinea che la questione delle limitazioni di fondi disponibili rappresenta una grande sfida per il settore e, di conseguenza, per i governi. “È proprio in questo calo del coinvolgimento delle imprese attive nel settore green evidenziato dal rapporto che si inserisce Good energy award, il riconoscimento ideato dallo studio Bernoni – interviene Stefano Salvadeo, partner di Bernoni professionisti associati e membro di Grant Thornton International. – Riteniamo, infatti, sia fondamentale oltre che doveroso premiare l’intraprendenza, il coraggio e l’impegno di tutte quelle realtà aziendali che hanno deciso di investire nel mercato delle rinnovabili”.
L’Ibr è una ricerca condotta su un campione di imprese quotate e famigliari a ristretta base azionaria. I dati della ricerca sono tratti da interviste con 458 imprese in tutto il mondo, di cui la maggior parte dal settore manifatturiero (38%) oltre che tecnologico (9%).

Il report di Grant Thornton sulle tecnologie verdi è consultabile qui:www.internationalbusinessreport.com