A proposito di Covid-19 e di vaccini: c’è bisogno di chiarezza

Pubblicato il 19 Gennaio 2021 in , , da Evasio Pasini

Nelle ultime settimane, come del resto era previsto, il tema dei vaccini per il Covid-19 è diventato l’argomento principale di discussione, sul quale convergono pareri competenti, opinioni diffuse, illazioni e persino falsità.

Non vogliamo in questo articolo discutere degli aspetti scientifici sui limiti/dubbi  di efficacia del/dei vaccino/i. Non vogliamo nemmeno parlare di “trial clinici sui vaccini con potenziali bias” (termini tecnici sui quali indagano gli scienziati) e sulle risposte a domande ancora aperte, alle quali, per ovvia mancanza di dati, non possiamo rispondere.

Il vaccino è in grado di bloccare la pandemia, evitando la trasmissione da persona a persona? Se il virus muta (e con il Covid-19 è molto probabile che accada) sono in grado i vaccini attuali di garantire una copertura verso le forme di virus mutato o saremo costretti a un vaccino stagionale come per  virus dell’influenza di cui il Covid-19 è parente stretto? Su queste domande gli scienziati stanno indagando e verificando con attenzione.

 

In questo articolo vogliamo invece:

  • definire in modo chiaro alcuni termini che spesso vengono usati come sinonimi, ma che non lo sono 
  • presentare i vari vaccini già disponibili o in avanzata fase di autorizzazione.

 Una questione di termini

Il vaccino è una preparazione biologica in grado di fornire una immunità acquisita attiva contro un particolare tipo di infezione. La pratica della somministrazione di vaccini è detta vaccinazione. Essa è in grado di sfruttare attivamente la memoria immunologia del sistema immunitario, consentendo al corpo di sviluppare un sistema di difesa contro un microorganismo quale un virus o un batterio.

L’efficacia di un vaccino dipende quindi dalla capacità del vaccino di attivare il sistema immunitario del soggetto (detto anche ospite) al quale è stato inoculato e dal metabolismo dell’ospite di sintetizzare le adeguate molecole del sistema.

Un farmaco è una molecola naturale o sintetica capace di indurre modificazioni funzionali in un organismo vivente attraverso un’azione fisica o chimica.

Un antidoto è invece una sostanza in grado di contrastare un avvelenamento.

Vediamo ora i vari vaccini disponibili o in fase autorizzazione.

Esistono due grandi tipologie di vaccini le cui caratteristiche salienti  sono  illustrati nella tabella allegata:

  • i vaccini molecolari “Gene-Based” basati su sequenze di acido nucleico (RNAm) in grado di sintetizzare le proteine antigeniche contro l’agente patogeno. L’acido nucleico è veicolato dentro le cellule da nano-particelle lipidiche. Fanno parte di questa innovativa categoria il vaccino messo a punto da Pfizer/BioTec e Moderna
  • i vaccini “Protein-Based” che utilizzano proteine virali inattivate che sono in grado di stimolare le difese immunitarie. Appartengono a questa categoria, che utilizza tecnologie più tradizionali, i vaccini messi a punto da Astra/Zeneca e Janssen.

I vaccini, dunque, stimolano le difese immunitarie dette umorali  quantificabili con la presenza gli anticorpi (o immunoglubuline) nel sangue. Una delle domande  che appaiono spesso sui media è: ma quanto durano nel tempo questi anticorpi e quindi le nostre difese contro il Covid-19?

Dobbiamo subito dire che i dati in nostro possesso sono molto limitati nel tempo poiché l’infezione da Covid-19 è molto recente. Studi scientifici autorevoli hanno dimostrato che l’immunità umorale in persone che hanno sviluppato la malattia da Covid-19 in forma più o meno grave sono presenti nel nostro corpo per almeno 4-6 mesi. Tuttavia gli stessi lavori scientifici precisano che il sistema immunitario di difesa non si basa solo sulla presenza degli anticorpi circolanti, ma prevede una memoria  “cellulare” che è mediata dai linfociti B e T ed ha verosimilmente  maggior durata.

La domanda, a questo punto, appare scontata: è possibile ri-ammalarsi di Covid-19? Anche in questo caso la scienza non può, fino a ora, dare risposte sicure.

Recenti pubblicazioni hanno evidenziato che è possibile la re-infezione da Covid-19 (SARS-Cov-2) con ceppi virali geneticamente distinti (muta in pazienti che avevano già contratto il Covid-19 nella prima ondata di infezioni). Questo dimostrerebbe che le difese immunitarie contro il virus sono molto specifiche e che alcuni ceppi mutati possono reinfettare le persone.

 

E’ chiaro che questi sono risultati preliminare che hanno bisogno di conferma attraverso ulteriori ricerche in questo ambito. Del resto la vera Scienza è continua ricerca ed evita dichiarazioni trionfalistiche. La scienza è fondamentalmente dubbio sistematico. Solo ponendosi continue domande sui risultati dei precedenti  studi  si innesta il percorso continuo del vero Sapere.

Tabella: le caratteristiche dei vaccini a confronto

Pfizer/BioNTech

 

 

Moderna AstraZeneca/Oxford Janssen

(J&J)

Tipo di Vaccino RNAm contenuto nanoparticelle lipidiche RNAm contenuto nanoparticelle lipidiche Parte Virus non attivo Parte virus non attivo
Tempo necessario per la comparsa di anticorpi 7 giorni 14 giorni 14 giorni 14 giorni
Efficacia Dichiarata 95% 95% 70% Non ancora disponibile
Temperatura di conservazione -70 °C +10 -20 °C 2-8 °C 2-8 °C
Pazienti arruolati negli studi clinici

 

43.000

Età 16-85 anni

30.000

Età 18+

110500

Età 18+

Dose singola

60.000

Dose richiamo

30.00

Età 18 +

% di pazienti ritenuti “a Rischio” arruolati negli studi 40.9% 42% Dato al momento non disponibile Dato al momento non disponibile

 

Referenze