Le “altre” Venezie

Pubblicato il 23 Settembre 2014 in , da Auro Bernardi

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Se Venezia è la gemma più preziosa di una ipotetica corona posata sul mare Adriatico, le isole che la circondano sono altrettante pietre preziose. Basta infatti prendere uno dei vaporetti che da San Marco, dalla Stazione o da Fondamenta Nuove portano fuori dal centro storico per immergersi in una dimensione più autentica e rilassata. Un’altra Venezia, non meno suggestiva ed entusiasmante di quella più conosciuta.

MURANO

Da sette secoli è l’isola del vetro e, ancora oggi, le vetrerie sono la spina dorsale dell’economia locale. Tutte hanno negozi per la vendita diretta, molte aprono al pubblico anche il laboratorio con la fornace. Vedere all’opera i mastri vetrai è una cosa davvero unica. La tecnica e i gesti sono immutati da secoli: qui la rivoluzione industriale non è mai avvenuta. Attenzione però agli acquisti. I prodotti artigianali autentici hanno un marchio di garanzia (e prezzi piuttosto alti), ma piccoli oggetti, garantiti e di buona fattura, sono abbordabili per tutte le tasche. La murrina è una composizione di canne di vetro – più o meno sottili e di colori diversi – unite a formare motivi floreali. Le canne vengono poi rifuse, ma in modo che mantengano il disegno originario. Con risultati davvero sorprendenti. Da non perdere è il Museo del Vetro (tel. 041739586 www.visitmuve.it), in un palazzo nobiliare, con pezzi unici dal Medioevo a oggi. A pochi passi dal museo c’è la cattedrale di San Donato, una delle più belle chiese romaniche della laguna, con il pavimento e il catino dell’abside interamente decorati a mosaico.

Vetreria Tommasi Rivalonga Museo-ex Conterie, tel. 041736051 www.tommasi.it

B&B Ca’ del Pomo Granà Fondamenta Santi 12, tel. 3470833785 www.bedbreakfastvenezia.it

Ristorante Dalla Mora Fondamenta Manin 75, tel. 041736344 www.ristorantedallamora.com

BURANO

Gialle, rosse, blu, arancioni, viola… Anche da lontano le case buranesi colpiscono per la forza dei loro colori. Una scelta dovuta un tempo ai pescatori che così potevano riconoscere la propria abitazione anche con la nebbia o il maltempo. Oggi sono il segno distintivo di un borgo totalmente diverso dal capoluogo. Perfino nella parlata. Dire Burano, inoltre, vuol dire merletto, ma tovaglie ricamate vendute a pochi euro non sono certo uscite dagli atelier locali, fatte con il punto ad ago della tradizione. Con questa tecnica, per una figurina di pochi centimetri occorrono settimane di lavoro, per un centrotavola, anni. Sin troppo facile calcolare i costi. Al punto che i pezzi pregiati di un corredo passano da una generazione all’altra e fanno bella mostra di sé… alle finestre, sui fili del bucato. Molto poetica, proprio come il ricamo autentico, anche la leggenda sulla sua origine. Un marinaio di Burano capitò con la sua nave in un luogo popolato da sirene. Mentre tutti i suoi compagni si gettarono in mare stregati dal loro canto, lui resistette per l’amore che lo legava alla fidanzata lontana. Stupita da tanta fedeltà, la regina delle sirene trasformò la schiuma del mare in un ricamo e glielo donò come velo da sposa per la sua amata. Da allora le donne di Burano hanno rifatto quel velo con ago e filo.

Museo del merletto piazza Galuppi 187, tel. 041730034 http://museomerletto.visitmuve.it

La Perla artigianato d’arte, via Galuppi 376 e 287, tel. 041730009 o 041730697 www.laceinvenice.com

Al Raspo de Ua trattoria e locanda, via Galuppi 560, tel. 041730095 www.alraspodeua.it

TORCELLO

Nel ‘400 era la città più importante della laguna, con case, palazzi, chiese e una popolazione di 50mila abitanti. Poi impaludamenti e malaria fecero sì che la gente fuggisse a Venezia portandosi dietro proprio tutto: pietre e marmi compresi. Per il semplice motivo che era meno difficoltoso (e oneroso) trasportarli da qui che dall’Istria, la zona di produzione più vicina. Qualcosa però è rimasto di quello splendore: le basiliche di S. Maria Assunta e S. Fosca, il battistero, i palazzetti dell’Archivio e del Consiglio – dove oggi ha sede il Museo Archeologico – e il campanile dall’alto del quale la vista sulla laguna è incomparabile. Opere d’arte di altissimo livello e, accanto a loro, un nome del gusto italiano noto in tutto il mondo: la Locanda Cipriani. Il proprietario è Bonifacio Brass, figlio del regista Tinto Brass e di Carla Cipriani nonché nipote di Giuseppe Cipriani, il fondatore dell’Harry’s bar di Venezia e di questo mito della gastronomia italiana. Mito gastronomico e letterario per aver ospitato Ernest Hemingway che qui scrisse Di là dal fiume e tra gli alberi in molte pagine del quale descrive Torcello. Ma sull’onda dell’arte si può anche visitare (e soggiornare) nell’atelier di Lucio Andrich, pittore del ‘900 le cui opere sono ispirate al paesaggio dell’isola.

Museo Archeologico tel. 041730761 www.turismovenezia.it/Venezia/Museo-Archeologico-di-Torcello-6246.html

Locanda Cipriani piazza Santa Fosca 29, tel. 041730150 www.locandacipriani.com

B&B Casa d’artista Lucio Andrich via Borgognoni 4/l, tel. 041735542 o 3472391861 www.lucioandrich.com

SANT’ERASMO

È l’isola più estesa e meno popolata della laguna. Isola di orti e vigne. Insomma: un pezzo di campagna circondato dal mare. Qui, aria e acqua salmastra influiscono sulle coltivazioni dando ai prodotti un sapore del tutto speciale. Come nel caso del carciofo violetto di Sant’Erasmo, presidio slow food tutelato da un apposito consorzio (www.carciofosanterasmo.it), che tradizionalmente si gusta a partire dalla festa di San Marco, patrono della città, il 25 aprile. Ma anche cardi, asparagi e altre primizie hanno un sapore inconfondibile. Per non parlare del vino, celebrato nella Festa del mosto ogni prima domenica di ottobre (quest’anno il 5) con regate e degustazioni di prodotti locali. Comunque tutta l’isola è un invito alla calma e al relax. Ai ritmi distesi della campagna. Da visitare, la Torre Massimiliana, tanto truce un tempo quanto inoffensiva oggi, pacifica sede di mostre. Il nome viene dall’imperatore asburgico che vi si rifugiò durante i moti popolari del 1848. A due passi dalla torre, in riva alla laguna, sosta d’obbligo per un piatto di pesce al Bar dei Tedeschi, tipica “frasca” veneziana (tel. 0415203346).

Agriturismo Il Lato Azzurro via dei Forti 13, tel. 0415230642 www.latoazzurro.it

SAN LAZZARO DEGLI ARMENI

Parte da lontano la storia di quest’isolotto a dieci minuti di battello da San Marco. Dopo essere stato per secoli lazzaretto della città – e dedicato per questo al santo lebbroso – all’inizio del ‘700 diventa la sede di un altro perseguitato. Manug di Pietro, detto Mechitar (il consolatore), era un monaco armeno costretto a fuggire dalla sua terra a causa dell’invasione turca. Accolto dalla Serenissima, a San Lazzaro Mechitar fonda un convento che diventa in breve centro di ospitalità e scuola per tutti gli armeni della diaspora. E tale è anche oggi. Il convento custodisce un enorme patrimonio artistico e culturale, tra cui una mummia egiziana, frutto di tre secoli di donazioni e opere del Tiepolo, Palma il giovane,  Sebastiano Ricci e altri maestri veneziani. Di grandissima importanza anche la biblioteca, con migliaia di codici e manoscritti non solo di argomento religioso. Una grande patria – quella nel cuore di ogni armeno – trasformata qui in una piccola patria di tre ettari di terra circondati dalla laguna.

 Monastero Mechitarista di San Lazzaro degli Armeni tel. 0415260104.

Apt Venezia tel. 0415298711 www.turismovenezia.it.