Amsterdam da rivedere

Pubblicato il 7 Novembre 2008 in , , da Vitalba Paesano

Amsterdam si specchia nei suoi mille canali interrogandosi sul futuro: come proseguire felicemente la convivenza ormai secolare con l’acqua? La soluzione è oggi nelle mani dei giovani architetti olandesi, i quali si cimentano in arditi progetti sospesi tra natura e artificio, inventando gli spazi reali per la metropoli di domani. Ecco perchè è bello tornare, anche se la città è già nota.

Città sull’acqua: anacronistiche o all’avanguardia? Il paesaggio: un mito romantico o un diritto da perseguire con convinzione? E i vecchi spazi industriali: una palla al piede o una risorsa per l’urbanistica del futuro? Amsterdam prova a rispondere, e le soluzioni sono davanti agli occhi degli abitanti, ma anche dei visitatori che intendono scoprire le più innovative configurazioni urbane.

Amsterdam è una città moderna che vive sull’acqua e grazie all’acqua; ha alle spalle una storia portuale e industriale significativa; deve far fronte a una sempre maggior richiesta di abitazioni per una popolazione giovane, per la maggior parte impiegata nel settore dei servizi, con un livello di vita medio-alto ed esigenze sofisticate (un realistico ritratto delle città a venire). Per queste ragioni risultano di estremo interesse gli itinerari in bici, a piedi o in battello proposti dall’Amsterdam Tourist Board  e dall’ARCAM (il Centro per l’Architettura di Amsterdam) nei nuovi quartieri dell’ Oostelijk Havengebied, la vecchia zona orientale del porto, oggi trasformata in area residenziale ad alto tasso di progettualità. L’Oostelijk Havengebied include tre isole artificiali – KNSM & Java, Sporenburg, Borneo – edificate alla fine dell’Ottocento e integrate nel vasto fronte portuale cittadino. Spostate le attività di scalo nella zona a ovest della città, la riconversione delle tre isole in aree residenziali iniziò nel 1980, e oggi si può dire del tutto conclusa. Il piano urbanistico di Java si deve al noto architetto olandese Sjoerd Soeters e prevede cinque sezioni separate da piccoli canali e suddivise in blocchi di abitazioni, che si ripetono specularmente. Per ottenere un effetto variegato, i progetti delle case sono stati affidati a diversi architetti, che hanno realizzato abitazioni per differenti tipologie familiari (single, coppie, anziani, famiglie). La KNSM (continuazione di Java) ospitava le banchine di approdo e gli edifici della Compagnia Reale Olandese per la navigazione a vapore, i cui bastimenti trasportavano gli emigranti europei nelle Americhe. Sulla KNSM, pianificata dall’architetto Joe Coenen, oggi convivono alcuni vecchi edifici portuali riconvertiti accanto a nuovi complessi residenziali su larga scala, tanto estesi quanto imponenti, come il Barcelona o il circolare Emerald Empire. Adriaan Geuze, dello studio West 8 è l’artefice della progettazione di Borneo e Sporenburg, le isole che si ispirano più direttamente alle antiche residenze sui canali: sono 2.500 le case basse che si allineano compatte e multiformi , ciascuna con piccole aree verdi e doppie entrate, dalla strada e dal canale (come non pensare alle abitazioni veneziane?).

 

Il recupero delle architetture industriali ha segnato anche il profilo dell’area a ovest del centro storico, in particolar modo nel Cultuurpark Westergasfabriek: l’area, risalente al 1885, include ben sedici monumentali edifici industriali. Il recupero è iniziato nel 2000 con il progetto dell’architetto paesaggista americano Cathriyn Gustafson, che ha curato il riordino dello spazio verde circostante (un’area di 13 ettari) alternando bassi canali balneabili a bacini palustri con giardini acquatici, prati estesi a boschi fitti e ordinati. Gli edifici industriali sono in via di recupero (si prevede il completamento per il 2005) per diventare sede di spettacoli e manifestazioni culturali.

 

Sempre in città, nella zona sud-est, ha da pochi mesi aperto i battenti lo spettacolare edificio Living Tomorrow , dalla forma di mastodontico “scarpone” metallico, ideato dal prestigioso UN Studio di Ben van Berkel e Caroline Bos: all’interno si sviluppa la casa del futuro, che i visitatori possono testare passando da un ambiente all’altro. Un sistema intelligente di controllo del clima, la cucina con un meccanismo automatico di separazione dei rifiuti, un impianto di riutilizzo dell’acqua piovana, ma anche una cucina da trasformare in zona living, o i collegamenti internet che coinvolgono frigorifero, lavatrice e specchio del bagno sono le attrattive da saggiare all’interno, per poi rilassarsi nel futuristico bar o assistere a una conferenza nella sala dedicata agli eventi.

 

Da non mancare, anche una visita alla nuova sede dell’ARCAM, inaugurata alla fine del 2003, situata in Prins Hendrikkade, nei pressi del Nemo, il Museo della scienza e della tecnica progettato da Renzo Piano. All’ARCAM, oltre a trovare ampia documentazione e varie mostre relative al tema dell’architettura (durante l’estate una rassegna fotografica illustrerà i nuovi edifici di Amsterdam), il visitatore può ammirare il compatto ed estroso edificio ideato da René van Zuuk: sospeso tra terra e acqua, ha le facciate in vetro e una copertura in alluminio zincato che lo avvolge come un’onda. In tema di design e contemporaneità, lo Stedelijk Museum propone due interessanti esposizioni nella nuova sede provvisoria (presso la Stazione Centrale), in attesa della ristrutturazione dell’edificio storico: la prima interessa due protagonisti (e antagonisti) del design olandese, Piet Kramer, della scuola di Amsterdam, e Gerrit Rietveld, della corrente De Stijl. In mostra le principali creazioni di mobili, oltre a un excursus sul furniture design del Novecento.

 

Anche il celebre Rijksmuseum, scrigno dei più preziosi tesori d’arte antica olandese, è sottoposto a un’imponente opera di recupero. Il museo, infatti, resterà chiuso fino al 2008, per la messa in opera del progetto di Antonio Cruz e Antonio Ortiz: il lavoro dei due spagnoli intende recuperare linearità, luce e chiarezza all’edificio di Petrus Cuypers, razionalizzando gli accessi e i servizi e realizzando una piazza sotterranea di 4.000 metri quadrati. Nell’attesa, i più notevoli capolavori della collezione saranno a disposizione dei visitatori nell’adiacente Ala Philips.