A Pisa l’esplosione di colori nelle opere del Futurismo

Pubblicato il 31 Ottobre 2019 in , da redazione grey-panthers
Futurismo

Fino al 9 febbraio 2020, a Palazzo Blu di Pisa, i picchi più significativi del Futurismo si ritrovano eccezionalmente l’uno accanto all’altro nella mostra intitolata “Futurismo”, organizzata da Fondazione Palazzo Blu insieme con MondoMostre e curata da Ada Masoero. In mostra una ricostruzione quasi unica dell’«universo» delle arti visive futuriste, con 100 opere esposte, divise in sezioni dedicate ai manifesti teorici pubblicati dal movimento. Qui, le stelle più luminose della prima stagione futurista (Boccioni, Carrà, Russolo, Balla, Severini, oltre al visionario architetto Antonio Sant’Elia, che ideò città futuribili, mai realizzate ma ricche di soluzioni a dir poco profetiche) riempiono lo stesso cielo della grande astrazione geometrica immediatamente successiva, quella di Balla, che raccolse l’eredità di Boccioni (scomparso precocemente nel 1916) e Depero che riuscì a contaminare dei principi del futurismo la vita quotidiana degli anni ‘20, colonizzando moda, arredamento, arti decorative, scenografie e grafica. Un viaggio che si spinge ancora oltre, fino al culto del volo, teorizzato dal Manifesto dell’aeropittura dei primi anni ‘30, firmato da un folto gruppo d’artisti, da cui scaturirono dipinti inediti e di grandissima suggestione.

Il 20 febbraio 1909 usciva con un clamore internazionale su “Le Figaro”, a Parigi, il Manifesto di fondazione del futurismo, stilato da F.T Marinetti, poeta, letterato e geniale comunicatore. Con quello scritto programmatico Marinetti inaugurava una modalità di comunicazione dirompente e inedita per la cultura, utilizzata sino ad allora solo nella propaganda politica o nella nascente pubblicità, perché, come scrisse, «gli articoli, le poesie e le polemiche non bastano più. Bisogna assolutamente Futurismocambiare metodo, scendere in strada, prendere d’assalto i teatri e introdurre il pugno nella lotta artistica». Strumento di comunicazione “rumoroso” e popolare, il manifesto, diffuso con volantini stampati talora in centinaia di migliaia di copie, declamato nelle battagliere e frequentatissime “serate futuriste”, o pubblicato su organi d’informazione non specialistici, destinati a un pubblico vasto ed eterogeneo, rappresentava un’assoluta novità e una specificità del futurismo rispetto alle altre avanguardie europee del tempo.

D’allora in poi, il movimento avrebbe adottato questa pratica comunicativa per ognuno dei molti ambiti in cui si avventurò (dalla poesia alla pittura alla scultura, dall’architettura alla danza al teatro, dalle arti decorative alla grafica, alla pubblicità), nel suo sogno di saldare l’arte e la vita ridisegnando l’intero orizzonte umano.

La mostra, suddivisa in dieci sezioni, e distribuita tra due piani, si apre su alcune bellissime opere di pittori precedentemente al periodo futurista, dipinti di geni come Balla, Boccioni e Carlo Carrà; tele ancora legate al periodo “divisionista”. Seguendo l’itinerario della galleria espositiva, si giunge così al ritratto in stile futurista del fondatore del movimento, F.T. Marinetti, realizzato dal pittore Rougena Zatkova, quadro che si erge tra libri e tavole parolibere (parole in libertà), del genio marinettiano, come il romanzo capolavoro “Zang Tumb Tumb”.

 

“Futurismo” – fino al 9 febbraio 2020
BLU Palazzo d’arte e cultura
Lungarno Gambacorti 9, Pisa

Orari: Lunedì-Venerdì 10.00 – 19.00 Sabato-Domenica e festivi 10.00 – 20.00

Prezzi: Intero: 12,00 Euro – Ridotto over65: 10,00 Euro

Informazioni: Tel. 050.2204650 –  info@palazzoblu.it

 

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