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Stare bene, noi e gli altri

La ricerca di uno stato di Benessere non è solo una legittima spinta per raggiungere la “felicità”: è molto di più, specie da Senior. E’ una sorta di diktat morale: lo stare bene dovrebbe essere un impegno costante per ognuno di noi. Per far stare bene anche coloro con i quali condividiamo la nostra vita.
Ne parliamo con Giorgio Landoni, medico e psicoanalista, che ogni mese offre spunti di utile riflessione

“Medico e psichiatra all’origine, da oltre quarant’anni, mi occupo esclusivamente di psicoanalisi. In altri termini: sono uno psicoanalista. Se fossi una pantera, sarei un felino più bianco che grigio.

Ho accolto con molto piacere la proposta di scrivere su Grey Panthers che seguo da tempo con tutto l’interesse che meritano la sua ricchezza e originalità, e che quindi posso dire di conoscere abbastanza bene. La parola “psicoanalista” suscita di solito due tipi di reazione: da un lato una certa diffidenza, dall’altro altrettanta curiosità. Al di là delle diverse motivazioni che sostengono queste posizioni, tutte valide e che non conta molto discutere qui, vorrei chiarire che, quale che sia la sua formazione di partenza, in realtà uno psicoanalista (e quindi io, per l’appunto) non si occupa di malattie, ma di quella forma di malessere, il male di vivere, che tutti più o meno conosciamo. Quella fatica, non eccessiva, che la vita di ogni giorno ci richiede per riuscire a trarre quel tanto di piacere che la vita stessa indubbiamente ci offre e al quale tutti legittimamente aspiriamo.

Questa fatica può a volte risultare eccessiva. Capita allora che ci si pongano delle domande o anche che ci si rivolga a qualcuno che ci aiuti a porci le domande appropriate. Può trattarsi di uno psicoanalista il quale si occupa di domande, non di risposte.

Queste ultime appartengono a ciascuno di noi nel senso che ognuno ha le sue e sa quali sono, anche se può capitare che ignoriamo di saperle.

Questo mio, almeno nelle intenzioni, dovrebbe essere quindi un piccolo contributo per migliorare la situazione nella quale tutti viviamo”.

Una precisazione:

“Molti anni fa, ancora all’inizio della mia formazione (che continua tuttora), mi capitò di frequentare alcuni seminari tenuti da Ferdinand Gonseth, filosofo e matematico svizzero, e di ascoltare da lui questo aneddoto.

Riguardava Paul Dirac, fisico britannico che vinse il Nobel per la fisica nel 1933. Questo signore, che non aveva certamente un basso concetto di se stesso, tenne a Edimburgo un seminario riservato a sei dei maggiori fisici del Regno Unito dell’epoca.

Alla fine della sua esposizione, uno di costoro gli disse ‘Professore, non ho ben capito cosa lei intenda a proposito di ecc. ecc.’, e, a dire di Gonseth, Dirac avrebbe risposto: ‘Se lei non ha capito é un problema suo’. Bene, ci disse Gonseth: ‘Per me, se voi non mi capite, é invece anche un problema mio’.

Ho sempre fatto mio questo punto di vista e conto che mi accompagni anche in questa nuova iniziativa”.

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