Ortoterapia, la vita in campagna, per aiutare il disagio

Pubblicato il 19 Luglio 2021 in , , , da Emma Zanotti
Ortoterapia

La vita in campagna secondo alcuni è rilassante e tranquilla, molto più della vita cittadina. I contadini di una volta, quelli che dovevano combattere ogni giorno con il sole, la pioggia, la grandine e il vento, forse non sarebbero proprio d’accordo. Ma tante cose oggi sono cambiate: anche gli agricoltori hanno l’automobile e possono andare al supermercato per comperare a buon prezzo i prodotti che non riescono a coltivare o produrre da soli. In compenso, lo stile di vita delle persone – partendo proprio da chi non vive in campagna – è molto diverso rispetto a una volta, e certi tipi di disagi sono molto diffusi. O forse abbiamo semplicemente il tempo di prestare attenzione a certi disturbi.

I dati della Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) infatti ci dicono che, nel mondo, il 10-20% di bambini e adolescenti soffre di disturbi mentali, e che le condizioni neuropsichiatriche sono la principale causa di disabilità nei giovani di tutte le Regioni OMS. La metà di tutte le malattie mentali inizia all’età di 14 anni, dicono gli esperti, e tre quarti cominciano entro i 25 anni. Se non trattate, queste condizioni possono influenzare pesantemente lo sviluppo dei giovani e la possibilità di vivere vite soddisfacenti e produttive da adulti.

I sistemi sanitari spesso non rispondono adeguatamente ai problemi dovuti ai disturbi mentali. Nei Paesi a basso e medio reddito, tra il 76 e l’85% delle persone con disturbi mentali non riceve alcun trattamento, mentre in quelli ad alto reddito si scende a valori che variano tra il 35 e il 50%. Nel 2016 è stato valutato che circa 350 milioni di persone nel mondo soffrissero di depressione; questi numeri stanno crescendo con l’aumento del numero di persone che vivono in città, per non parlare di quando è accaduto negli ultimi due anni per la pandemia – che speriamo sia in via di superamento.

Ortoterapia

Tutto questo ci fa capire come mai si stiano diffondendo tanti metodi di terapia “dolce” per aiutare le persone a superare situazioni di stress o di disagio. Secondo alcuni studi, ci sono segnali evidenti che l’ambiente agricolo può aiutare a migliorare la salute mentale degli esseri umani.

Uno dei metodi di cura che utilizzano l’ambiente agricolo è appunto l’Ortoterapia, che può consistere semplicemente nel coltivare una aiuola o un orticello, ma può anche essere organizzato sotto la guida di uno specialista, psicologo oppure psichiatra. L’ortoterapia è definita come una terapia complementare, cioè fa parte delle terapie non convenzionali che possono affiancare terapie ufficiali. Consiste in attività di giardinaggio, orticoltura, cura delle piante, con l’affiancamento/assistenza di operatori esperti, al fine di ottenere risultati riabilitativo-terapeutici per le persone con disagi/disabilità o che hanno avuto storie di marginalità e svantaggio.

Nella pratica i partecipanti manipolano la terra, piantano semi, annaffiano, curano e coltivano prodotti che successivamente possono consumare, scambiare o vendere, apprendendone origine, provenienza e caratteristiche. Prendersi cura delle piante ha effetti benefici sulla mente e sul fisico. Vari studi testimoniano infatti un miglioramento dello stato di salute delle persone coinvolte. Queste pratiche sono utili per lo sviluppo della motricità, dell’orientamento, della capacità organizzativa, della memoria, dell’apprendimento, della concentrazione, dell’autostima, delle competenze relazionali, ecc. E’ stato anche rilevato un effetto benefico alle dipendenze, e secondo una ricerca inglese le persone che vivono nei pressi di boschi con abbondanza di uccelli, arbusti e alberi sono meno soggette a cadere in depressione, ansia e stress

La cura attraverso la coltivazione e l’utilizzo delle piante non è un’idea nuova: risulta che in Mesopotamia già nel 2000 avanti Cristo si utilizzavano gli orti per migliorare l’umore delle persone. Gli antichi Persiani costruivano giardini con fiori profumati e variamente colorati, per dare piacere a tutti i sensi. Volete leggere qualcosa per approfondire? Ecco ad esempio una tesi di laurea che si può scaricare in rete

Non è che uno tra i moltissimi documenti disponibili, e ci racconta che in Europa durante il Medio Evo si trovavano giardini curativi all’interno dei monasteri. Si trattava del cortile del chiostro dove solitamente si trovava, al centro, un albero di grandi dimensioni, insieme ad un pozzo e aiuole. I monaci solitamente davano asilo ai pazzi, che venivano lasciati vagare liberamente nel cortile. In tempi moderni, e più precisamente negli Anni ’40 del 1900, negli ospedali dei veterani degli Stati Uniti si utilizzavano fiori e si coltivavano orti per aiutare i feriti di guerra a guarire. Oggi negli Stati Uniti esiste l’American Horticultural Therapy Association,  impegnata a promuovere e sviluppare la pratica della ortoterapia. Costituita originariamente nel 1973 come Consiglio nazionale per la terapia e la riabilitazione attraverso l’orticoltura, l’organizzazione ha adottato il nome attuale nel 1987. Nel sito, molti esempi e suggerimenti.

OrtoterapiaIn pratica, come si può organizzare l’Ortoterapia? La prima cosa da fare per dare modo di lavorare nell’orto a persone anziane o disagiate è “rialzare la terra”. Occorre costruire dei contenitori tipo cassoni, che permettano di avere aiuole rialzate e organizzate in modo da poter essere accessibili a chi si trova in sedia a rotelle, o agli anziani che potranno seminare, sarchiare, togliere le erbacce. In questo modo si diminuisce la fatica, si permette anche a persone fisicamente disagiate di lavorare e di avere la soddisfazione di vedere crescere qualcosa con il loro aiuto. I contenitori possono essere costruiti in legno, in metallo, e anche in plastica o tela robusta. Si possono comperare in modo semplice e veloce.

Chi vuole essere più “ecologico” può anche realizzarli da sé con materiali di recupero, ad esempio utilizzando il legno dei pallet. I pallet sono robusti ed economici; è importante verificare che siano anche sicuri. È importante sapere per cosa sono stati usati e se il legno ha ricevuto qualche trattamento particolare. A lato di ogni pallet infatti si possono trovare delle sigle che indicano i trattamenti subiti dal legno, come per esempio:

  • HT: il legno ha subito un trattamento termico contro gli insetti ed è sicuro da usare.
  • MB: il legno è stato trattato con il bromuro di metile, un insetticida pericoloso per la salute e quindi non è utilizzabile nell’orto. Il trattamento con il bromuro di metile è vietato in Europa dal 2010, quindi non si dovrebbero più trovare pallet con questa sigla, ma è bene controllare.

Il legno delle cassette della frutta è meno resistente ma anche più sicuro, dato che gli imballaggi per gli alimenti sono obbligatoriamente atossici. Sono da preferire le le cassette non verniciate, realizzate in legno grezzo. Questo legno riciclato è molto deperibile, perciò le aiuole si rovineranno facilmente col tempo. Ci sono dei trattamenti che si possono fare per aumentare la durata del legno, ad esempio con olio di lino a crudo, oppure con il passaggio di una fiamma per creare uno strato carbonizzato resistente al contatto con la terra umida. Se ci si vuole limitare ad offrire un’attività piacevole e un diversivo, basterà organizzare gli spazi e i supporti adatti. Una vera attività terapeutica, per essere efficace, richiede l’intervento di esperti che potranno dare supporto e suggerire un programma specifico da seguire.

Visto che gli aspetti positivi superano i problemi, non perdiamo tempo e organizziamoci per coltivare un piccolo orto sul nostro balcone. Ci farà sicuramente bene!