L’Onu lancia l’allarme sul clima

Pubblicato il 9 Novembre 2011 in da redazione grey-panthers

Vento, acqua, tempeste di lampi: fenomeni che stanno diventando sempre più estremi e che si ripetono con frequenza devastante. Domani potrebbero diventare routine. L’allarme viene dal quinto rapporto sul cambiamento climatico che l’Ipcc, il panel di oltre 2 mila scienziati messo in piedi dalle Nazioni Unite, sta mettendo a punto. Dalle analisi degli esperti di eventi estremi emerge un quadro drammatico del caos climatico prodotto dall’uso di carbone e petrolio e dalla deforestazione: è “praticamente certo”, dicono, che aumenteranno le ondate di gelo e di calore estremo, le inondazioni, i cicloni tropicali ed extratropicali. E a pagare lo scotto maggiore saranno i tropici e l’artico, ma anche le aree temperate più vicine alla fascia in forte riscaldamento. Nel solo anno 2010 ci sono stati 950 disastri, legati per il 90 per cento a fattori meteo, che hanno prodotto danni per 130 miliardi di dollari. Anche i numeri dei climatologi sottolineano come il 2010 sia stato un anno che ha accelerato il trend di crescita dei disastri climatici: le temperature globali hanno segnato un nuovo record, ondate di incendi hanno messo in ginocchio la Russia, alluvioni record hanno ucciso 2 mila persone in Pakistan e sconvolto l’India, una tempesta di polvere ha soffocato Pechino e ha colpito 250 milioni di persone. Non basta. Quest’anno Bangkok è finita sott’acqua, la siccità e la carestia devastano il Corno d’Africa, l’uragano Irene ha seguito una rotta impazzita arrivando a far tremare New York. Secondo l’Ipcc l’aumento dell’energia in gioco in atmosfera prodotto dalla crescita delle emissioni serra aggraverà tutti questi problemi; entro il 2050 i massimi di temperatura saranno di almeno 3 gradi superiori ai massimi di temperatura del secolo scorso; le aree aride e semiaride in Africa si espanderanno almeno del 5-8 per cento; si perderà fino all’80 per cento della foresta pluviale amazzonica; la taiga cinese, la tundra siberiana e la tundra canadese saranno seriamente colpite; il Polo Nord diventerà presto navigabile d’estate; la popolazione mondiale sottoposta a un crescente stress idrico passerà dal miliardo attuale a 3 miliardi. Cosa bisogna fare per evitare questo scenario devastante? Bisogna puntare con decisione sulle energie rinnovabili e sull’efficienza energetica. È un passaggio complesso ma si può avviare subito a costo zero: basterebbe chiudere il rubinetto degli incentivi che, a livello globale, finanziano con circa 400 miliardi di dollari l’anno i combustibili fossili che minano la stabilità climatica e usare questi fondi per rilanciare le energie pulite.