Le citta’ italiane studiano come prepararsi al clima che cambia

Pubblicato il 3 Giugno 2014 in da redazione grey-panthers
fonti comuni di inquinamento

In quello che risulta il primo tentativo di questo genere, l’Environmental Protection Agency – l’agenzia americana per la protezione dell’ambiente – si prepara a svelare nuove norme che impongono la riduzione del 30% delle emissioni di diossido di carbonio entro il 2030 dai livelli di 25 anni fa.

Lo anticipa il Wall Street Journal, secondo il quale la misura peserà soprattutto sui circa 600 impianti a carbone del Paese. Le emissioni di CO2 sono calate dal 2005, complice l’espansione del fracking per l’estrazione del gas naturale, motivo per cui la riduzione del 30% fissata dall’Epa è piccola se messa a confronto con gli anni recenti.

Le nuove norme puntano a creare un equilibrio tra ciò che vogliono gli ambientalisti (target ambiziosi) e ciò che desiderano le società attive nel settore utility (flessibilità nel raggiungere i target).
Ma esse dovranno fare i conti con resistenze politiche, anche in vista delle elezioni di medio termine del prossimo novembre, soprattutto negli Stati dove si produce energia. Le norme, che saranno completate tra un anno, daranno flessibilità agli Stati, che devono implementarle entro il giugno 2016 secondo modi che verranno da loro stabiliti. Per il presidente statunitense Barack Obama la decisione dell’Epa potrebbe permettere di realizzare le promesse sul cambiamento climatico fatte quando fu eletto la prima volta nel 2008.

Mentre l’agenzia presenterà i suoi piani, Obama si unirà a una conferenza con l’American Lung Association (associazione contro il tumore ai polmoni) spiegando come le nuove norme sono necessarie per proteggere la salute pubblica e ridurre le emissioni associate al cambiamento climatico.

L’Environmental Protection Agency stima che le sue nuove norme per la riduzione delle emissioni di CO2 dalle fabbriche americane costeranno tra i 7,3 miliardi e gli 8,8 miliardi di dollari.
L’Epa stima che i benefici di tali norme – che impongono la riduzione del 30% delle emissioni di anidride carbonica entro il 2030 dai livelli di 25 anni fa – saranno pari a 55-93 miliardi di dollari l’anno in parte perché permetteranno il risparmio di costi associati alla sanità. L’Epa stima inoltre che verranno evitate 6.600 morti premature all’anno e fino a 150.000 attacchi di asma. I numeri che circolano contrastano con quelli della Camera di commercio statunitense, tra i più ferventi oppositori dei nuovi target.