In arrivo la “tassa” sull’emergenza gelo: nel 2006 il riavvio delle centrali a olio ci costò 400 milioni

Pubblicato il 17 Febbraio 2012 in , da redazione grey-panthers

Il Comitato di monitoraggio ed emergenza gas del ministero dello Sviluppo economico ha deciso “la cessazione dello stato di emergenza e la graduale riduzione della marcia delle centrali a olio combustibile”, vista la progressiva ripresa dell’operatività dei due rigassificatori Gnl di Panigaglia e Rovigo.
Lo riferisce il ministero in una nota, precisando però che il Comitato ha deciso di mantenere lo stato di allerta, con conseguente massimizzazione dell’import e dell’erogazione da stoccaggio, visto che le temperature restano basse. L’Italia aveva deciso di attivare la fase di emergenza secondo le procedure Ue lo scorso 6 febbraio.

Intanto si fanno i primi conti di quanto ci costerà l’emergenza freddo partendo da un precedente. Nel 2006, l’anno difficile della crisi ucraina, si decise, come è avvenuto nei giorni scorsi, di utilizzare le centrali a olio combustibile per risparmiare il prezioso gas. Il loro utilizzo, oltre che inquinante, comportò un autentico salasso. Sei anni fa,  per le tasche degli italiani, l’emergenza si tradusse in una ulteriore tassa di 400 milioni di euro. L’Autorità dovette riconoscere 66 milioni di euro all’Enel come reintegrazione per i maggiori oneri sostenuti con l’uso delle centrali a olio. Per non parlare della materia prima. Il primo aumento di 32 euro nel primo trimestre si aggiunge agli aumenti degli ultimi due anni costati alle famiglie la bellezza di 231 euro rispetto al 2009.
Intanto un report di Morgan Stanley sulle utilities europee ha spiegato nei dettagli come questa variazione del clima abbia influenzato nel breve termine i prezzi del gas, nonché i livelli di scorte di gas, che dovrebbero tornare a un livello di normalità nel secondo semestre del 2012. Dal rapporto si apprende che i livelli di scorte del gas in tutto il Vecchio Continente sono aumentati molto nel quarto trimestre 2011, così che al momento del bisogno erano ben al di sopra delle medie stagionali in tutti i paesi europei. E questo si è rivelato l’arma in più con la parziale chiusura di rubinetti dalla Russia: senza livelli di riserve di gas molto elevati questa ondata di freddo avrebbero potuto essere un problema molto più grande.

(Da: e-gazzette.it)