Visite mediche in saldo su Internet. Ci si può fidare?

Pubblicato il 16 Dicembre 2011 in , da redazione grey-panthers

Un check up completo offerto insieme a cene al ristorante, weekend sulla neve, messa in piega e manicure: è soprattutto l’accostamento di visite ed esami medici con prodotti di così diversa natura a lasciare perplessi sul modus operandi dei molti gruppi d’acquisto online che hanno seguito l’esempio del popolarissimo Groupon. E un altro punto scottante sono le tariffe: è vero che per i medici non c’è più il “minimo” di onorario prestabilito, ma i prezzi delle “offerte” mediche sono così bassi da far gridare a una concorrenza sleale e da suscitare sospetti sulla qualità e la sicurezza delle prestazioni sanitarie proposte.

I servizi sanitari non possono essere trattati come qualunque altra merce esposta sullo scaffale di un supermercato: i medici possono promuovere la loro attività, ma non in maniera indiscriminata: la pubblicità per sua natura suscita anche consumi impropri, che in altri campi danneggiano solo le tasche, mentre in questo caso c’è in gioco la salute. La visita cardiologica con elettrocardiogramma offerta sotto costo, per esempio, potrebbe innescare una serie di successivi controlli, magari non sempre necessari, magari prenotabili nella stessa struttura privata, questa volta a costo pieno. Un altro rischio è quello di creare ulteriore confusione sul crinale già impervio che separa gli atti propriamente medici dai trattamenti estetici o dalle cosiddette medicine complementari, campi in cui le possibilità di controllo sono ancora più aleatorie. Per questo, con un gesto che non ha precedenti negli altri Paesi del mondo, la Federazione degli Ordini dei medici ha sollecitato le autorità competenti: il Garante della concorrenza per verificare che in questi annunci non ci siano elementi di ingannevolezza; i nuclei ispettivi delle Asl per controllare qualità e sicurezza delle prestazioni e i carabinieri dei NAS per accertare la regolarità degli importi anche nell’emissione delle fatture.

(Da: Corriere della Sera)