Tumori del sangue: ora anche i senior possono beneficiare del trapianto

Pubblicato il 30 Novembre 2011 in , da redazione grey-panthers

L’età anagrafica non deve più essere considerata di per sé stessa un fattore determinante per decidere se un paziente è candidabile al trapianto allogenico di cellule staminali. Diversi studi hanno portato negli ultimi anni a superare la soglia dei 50-55 anni, considerata per molto tempo il limite massimo per poter sottoporre un malato con un tumore del sangue a una procedura complessa e difficile da tollerare (per l’elevata tossicità) come il trapianto. Un’ulteriore conferma arriva ora da uno studio dei ricercatori americani del Fred Hutchinson Cancer Research Center che hanno analizzato i dati di 372 pazienti con una neoplasia del sangue, un’età fra i 60 e i 75 anni e sottoposti al cosiddetto «mini-allotrapianto» fra il 1998 e il 2008. Il trapianto allogenico di cellule staminali è un potenziale salvavita per molte forme di tumore del sangue, che colpisce ogni anno 250 mila persone, il 60% delle quali è over65. Poiché era considerato fino a non molti anni fa un trattamento troppo “pesante” per un ultracinquantenne, era precluso proprio ai malati in questa fascia di età. A rendere particolarmente complessa la procedura di trapianto, soprattutto in chi è in là con gli anni, intervengono infatti diversi ostacoli. Tra i più temibili ci sono le infezioni dovute all’immunosoppressione e alla leucopenia oltre alla temibile “malattia del trapianto contro l’ospite”, in pratica un’aggressione verso l’organismo del malato da parte del nuovo sistema immunitario che gli viene trapiantato. Ed è proprio riducendo questi rischi che si sono ottenuti molti progressi. Le malattie oncoematologiche, in progressivo aumento in tutto il mondo, si originano da cellule anomale del midollo osseo, del sangue o dei linfonodi: linfomi non-Hodgkin, leucemia linfatica cronica e mieloma multiplo sono le più diffuse (le ultime due colpiscono prevalentemente soggetti di età superiore ai 65 anni). E’ per questo che, in tempi recenti, sono stati fatti molti studi per perfezionare le procedure di allo trapianto, riducendo gli effetti collaterali e rendendo quindi possibile questo intervento anche ai senior.