Monitoraggio remoto del paziente diabetico senior:

Pubblicato il 15 Ottobre 2013 in , da redazione grey-panthers
record di longevità

Il  monitoraggio a distanza del paziente e la telemedicina: una strada che può rivelarsi molto importante del ridisegno strutturale ed organizzativo della rete di assistenza del Paese. Il contributo può essere rilevante soprattutto nel migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria e consentire la fruibilità di cure, servizi di diagnosi e consulenza medica a distanza, oltre al costante monitoraggio di parametri vitali, al fine di ridurre il rischio d’insorgenza di complicazioni in persone a rischio o affette da patologie croniche. Tutto questo soprattutto nell’ottica dell’invecchiamento della popolazione e dell’aumento della cronicità delle patologie.

E’ il caso per esempio del paziente diabetico anziano. Molti i vantaggi consentiti dal monitoraggio remoto, come evidenzia il Prof.Raffaele Scalpone, Presidente AID.  “ Il diabete per definizione, soprattutto nel soggetto anziano, è una malattia ad andamento cronico degenerativo, per cui è chiaro che ci si aspetta dal punto di vista del diabetologo un peggioramento costante e  inesorabile della patologia” dichiara il Prof. Scalpone, e aggiunge “Questo determina il fatto che il paziente diabetico anziano spesso arriva in un momento del percorso naturale della malattia ad avere difficoltà a camminare e a gestirsi in maniera autonoma. Ben vengano quindi  i sistemi di monitoraggio remoto, che consentono al paziente domiciliarizzato di poter essere assistito in egual modo come se fosse seguito nel centro anti-diabetico o nell’ambulatorio di diabetologia a cui ha sempre fatto riferimento negli anni precedenti”.

“Il monitoraggio remoto delle funzioni vitali del paziente diabetico anziano” sottolinea il Prof. Scalpone “è consigliato, come da linee guida internazionali, perché quello anziano è un paziente fragile, un paziente che velocemente si scompensa, un paziente che necessita ogni giorno di un check delle proprie funzioni vitali quali la glicemia, la pressione, la temperatura corporea e anche il quantitativo di urine che vengono emesse ogni giorno. È chiaro, quindi, che il paziente diabetico anziano, ancor più di un paziente anziano senza diabete, ha necessità di un monitoraggio remoto”.

Quali in particolare i benefici sotto il profilo della qualità della vita?. “Il paziente anziano è un paziente fragile” evidenzia il Prof. Scalpone  “spesso con grandi difficoltà, e con la necessità di un ausilio anche meccanico e protesico per potersi muovere da casa. Quindi, anche dal punto di vista della qualità della vita, il passaggio dal domicilio allo studio ambulatoriale, anche del medico di famiglia, per poter eseguire una prestazione sanitaria diventa una grossa difficoltà.La possibilità di essere monitorato da casa, o anche nella residenza sanitaria dove si trova, produce un miglioramento della qualità della vita perché non comporta un grosso sconvolgimento delle abitudini quotidiane” sottolinea il Prof. Scalpone, e conclude “Sappiamo infatti che i pazienti anziani facilmente si scompensano e si squilibrano quando vengono domiciliarizzati in ospedale per poter effettuare accertamenti. Accertamenti che invece potrebbero benissimo fare da casa”.

Sostanziali quindi  i vantaggi rispetto al miglioramento della sicurezza e della qualità della vita, ma anche in termini di aderenza alla terapia, come spiega il Prof. Scalpone: “L’aderenza alla terapia di un paziente diabetico anziano che si sente monitorato quotidianamente determina una maggiore qualità di assistenza. Questo perché il paziente, proprio in quanto sa di essere monitorato, si sente anche motivato a seguire regolarmente la terapia”. “Il paziente sa che questa assunzione regolare viene monitorata” spiega il Prof. Scalpone “e quindi viene messa in evidenza l’eventuale alterazione di un determinato parametro, che il farmaco ingerito regolarmente evita”.

di Simone Aureli

Fonte: www.figliefamiglia.it/