L’educazione digitale? Siamo fermi a Platone

Pubblicato il 19 Novembre 2019 in da redazione grey-panthers
Manifesto per la Repubblica Digitale
“Occorre aumentare la consapevolezza digitale, partendo dall’educazione digitale nella scuola e strutturando una grande opera della comunicazione digitale avallata dalla politica”. Lo ha dichiarato Luca Attias, già responsabile della Direzione Generale dei Sistemi informativi automatizzati della Corte dei Conti, e Commissario straordinario del Governo per la trasformazione digitale, spiegando le sfide che attendono l’Italia in quella che definisce una ‘emergenza digitale’.
In un Paese in cui la digitalizzazione ha vita difficile, il 25% della popolazione tra 16 e 74 anni non usa Internet e solamente il 24,3% dei cittadini italiani accede ai servizi pubblici attraverso la via digitale. “Digitalmente parlando siamo ai tempi di Platone nonostante la competenza digitale sia dal 2006 fondamentale per essere cittadino europeo”, ha commentato Attias.
Un’adeguata consapevolezza informatica aiuterebbe, invece, il nostro Paese a risolvere molte emergenze e a combattere le inefficienze”. Secondo Attias “il digitale è trasparenza, efficienza, inclusione, lotta alla corruzione, una sanità e una scuola migliori, in una parola il futuro. E pervasivo, giovane, ma ce ne dobbiamo occupare tutti, con continuità”.
La sua funzione primaria è di colmare gap: “Le amministrazioni pubbliche locali, ad esempio, sono abbandonate a se stesse e hanno costruito ciascuna la propria informatica che ha portato a un’incomprensibile parcellizzazione. Oggi in Italia sono attivi circa 12mila data center pubblici che rappresentano 12mila monarchie assolute. Le applicazioni a esse collegate sono milioni. Il dramma è che vi lavorano centinaia di migliaia di persone che spesso svolgono un lavoro inutile o sbagliato”.
Tra le novità positive, Attias ha citato il progetto di inclusione Repubblica Digitale che prevede adesioni della pubblica amministrazione, di società private e civili e coinvolgerà 107 provincie italiane.
Fonte Il Giornale di Vicenza, 17 novembre 2019