A Mantova, in cerca di romanticismo

Pubblicato il 13 Febbraio 2011 in , da Vitalba Paesano

La città più romantica del mondo non è Venezia, e neppure Parigi, bensì Mantova: questa è l’opinione del narratore inglese Aldous Huxley, rimasto affascinato dalla compostezza, dalla dolcezza e dall’atmosfera rarefatta e incantata di Mantova. E forse non è l’unico a pensarla così, visto il riconoscimento dell’Unesco, che nel 2008 ha dichiarato Mantova, insieme a Sabbioneta, patrimonio mondiale dell’Umanità; ad amarla sono anche le migliaia di turisti che in ogni stagione dell’anno, ma soprattutto a primavera e in autunno, tornano a visitarla più volte, non solo per le innumerevoli ricchezze artistiche e architettoniche, ma anche per le sensazioni di quiete e bellezza che il centro storico regala, e per i continui e importanti avvenimenti culturali (mostre e festival) che si susseguono nei palazzi e nelle piazze.

Che Mantova sia un luogo prediletto dalla bellezza e dall’arte, sembra sia scritto nelle origini stesse della città: narra una leggenda che Mantova fu fondata dalla mitica profetessa Manto, fuggita da Tebe, e che tra le paludi del Mincio, il fiume che circonda Mantova, trovò rifugio. Il figlio Bianore fondò poi la città, dandole il nome della madre. Alla leggenda seguono i fatti storici, come la nascita del più grande poeta latino, Virgilio, autore dell’Eneide, che vide la luce in un piccolo villaggio vicino a Mantova, Andes (oggi Pietole): il poeta è divenuto, insieme ad altri grandi ingegni dell’arte, uno dei numi tutelari della città. Feudo della potente famiglia dei Canossa dal X secolo, Mantova si sviluppò come borgo operoso e pacifico; la contessa Matilde di Canossa vi fece costruire la bellissima rotonda di San Lorenzo su modello del santo Sepolcro di Gerusalemme, ancora oggi intatta e visitabile in piazza delle Erbe. Giunse poi l’era dello splendore massimo, il Rinascimento, con la dinastia dei Gonzaga, che governò la città per quattro secoli dal 1328. È con loro che arrivarono a corte artisti come Leon Battista Alberti, progettista della grandiosa basilica di Sant’Andrea, Andrea Mantegna, Giulio Romano, autore, tra le altre cose, di Palazzo Te, villa suburbana di splendori artistici e architettonici.

Oggi tutti questi monumenti costituiscono un patrimonio di valore inestimabile, ma la bellezza e il fascino della città non si esauriscono con essi: il centro storico, articolato intorno alle tre piazze collegate – piazza Sordello (su cui affacciano il duomo e palazzo Ducale), piazza Broletto e piazza delle Erbe – è gradevolissimo per le vie acciottolate chiuse da quinte di antichi palazzi, per le golose botteghe alimentari e i negozi eleganti, per i portici sotto cui sostare seduti ai tavolini di un caffè. A coronamento di questa cittadina gioiello ci sono i tre laghi (Inferiore, Di Mezzo e Superiore), che non sono altro che le ampie  distese d’acqua in cui si allarga il fiume Mincio circondando il nucleo storico di Mantova. Tutta l’area è protetta da un Parco naturale; una passeggiata pedonale e ciclabile percorre il perimetro esterno della città, tra il verde di prati e salici, a bordo dell’acqua; chi vuol godere di un panorama indimenticabile, deve semplicemente attraversare i laghi sul ponte di via Legnago e recarsi sulla riva opposta: il profilo di Mantova, tra cupole, campanili e torri, apparirà come in un dipinto rinascimentale, fuori dal tempo, riflesso nelle tranquille acque del Mincio.

 Il Palazzo Ducale

È un piccolo universo all’interno di Mantova: è una reggia molto vasta, edificata tra il XIII e il XVIII secolo per la dinastia dei Gonzaga, che ha accorpato nel tempo vari edifici, trasformandoli in una cittadella fortificata e ricolma di capolavori artistici e architettonici. Racchiude quindici cortili e giardini, un castello, una basilica, un teatro, le sale che furono sede del governo e i fastosi appartamenti del principe, per un totale di 34.000 metri quadrati e circa cinquecento stanze. La visita rivela un mondo di bellezza e sfarzo: tra i tanti tesori spicca la meravigliosa Camera degli Sposi di Andrea Mantegna, il ciclo di Artù di Pisanello, la Sala di Troia di Giulio Romano, gli arazzi disegnati da Raffaello.

Piazza Sordello 40, orari dalle 8.30 alle 19.00; chiuso il lunedì

Il Palazzo Te

È conosciuto come Palazzo, ma sarebbe più appropriato chiamarla villa: sorse, infatti, nella prima metà del Cinquecento per volontà di Federico II Gonzaga, che desiderava un’abitazione riservata, lontano dal palazzo ducale, dove dedicarsi ai propri piaceri e stupire gli ospiti. Commissionò allora a Giulio Romano, architetto e pittore allievo di Raffaello, una residenza appena fuori le mura, immersa nella natura, su un isola denominata sin dal medioevo Tejeto, o Te. È tra le ville più belle che l’Italia possa vantare: in essa Giulio Romano progettò ogni cosa, dall’architettura ai giardini, dalle decorazioni alle invenzioni prospettiche. Come la sala dei Cavalli, la più ampia del palazzo, destinata alle feste da ballo, dove Federico II fece ritrarre a grandezza naturale sei dei suoi celebri e amati purosangue, o la sorprendente Sala dei Giganti, sommo esempio delle possibilità illusionistiche della pittura manierista: al visitatore, entrando, sembrerà di trasferirsi fisicamente nella scena descritta sulle pareti, dove i superbi Giganti, che avevano tentato la scalata al monte Olimpo, vengono travolti dal crollo dell’edificio.

Viale Te 19- Orario lunedì 13-18, da martedì a domenica 9-18.

La città dei fiori di loto

Dei tre laghi che lambiscono la penisola su cui si trova il centro storico di Mantova, il lago Superiore (quello più a ovest) ospita una vastissima aiuola galleggiante con migliaia di fiori di loto. La fioritura è attesa ogni anno tra luglio e agosto, quando grandi corolle bianco rosate sbocciano fra le larghe e verdi foglie del loto. Per scoprire come mai questa pianta acquatica di origine asiatica si trovi nelle acque mantovane del Mincio bisogna risalire all’inizio del Novecento quando, esattamente nel 1921, una studiosa di botanica dell’Università di Parma scoprì che le acque di Mantova rispondevano perfettamente alle esigenze di habitat del loto. Fu così che volle impiantare una colonia di questa pianta per sperimentare le sue teorie. Che si rivelarono esatte, se dopo novant’anni l’aiuola di fiori di loto è ancora meravigliosamente rigogliosa.

In barca nel Parco del Mincio

Là dove il fiume Mincio si allarga in laghi e paludi intorno a Mantova è stata istituita una delle più importanti riserve naturali palustri d’Italia: è la riserva naturale del Parco del Mincio, che compie nel 2009 ben venticinque anni. Si tratta di una vastissima area che comprende 13 comuni e non è recintata; la sua bellezza deriva dalle distese calme di acque bordate da sponde verdi, da piccoli paesi, santuari antichi, e un ingegnoso sistema di canali e chiuse. Il parco è rifugio per numerosi uccelli migratori, soprattutto tra aprile e settembre, e non è raro vedere, anche vicino alla città, transitare in volo folaghe, aironi, cormorani, garzette, falchi di palude. Affascinanti gli itinerari fluviali proposti dal consorzio ‘I barcaioli del Mincio’, come la vista del plenilunio sul fiume  o la navigazione al tramonto (I barcaioli del Mincio, via san Pio X 11, Grazie di Curtatone, tel. 0376.349292; ); impedibile la classica navigazione con motonave intorno a Mantova e anche fino allo sbocco del fiume Mincio nel Po (Motonavi Andes Negrini, via San Giorgio 2, tel. 0376.322875; ).

Parco del Mincio (ufficio turistico in piazza Porta Giulia 10, tel. 0376.22831; )

One thought on “A Mantova, in cerca di romanticismo

  1. Avevo letto questo articolo prima di visitare Mantova e ora che ci sono stata posso confermare tutto, è un luogo di grande arte e bellezza.
    I servizi sono molto ben organizzati, noi abbiamo trovato alloggio grazie a un bel sito dove si possono vedere tutti gli agriturismo e B&B della zona:

    http://www.agriturismomantova.it/

    Consiglio a tutti di visitare la zona e di provare tortelli di zucca, salumi e dolci tipici!

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