Sao Tomè: l’isola del cacao

Pubblicato il 9 Dicembre 2014 in , da redazione grey-panthers

Volete gustare il miglior caffè in assoluto, oppure la più gustosa tazza di cioccolata ?  Dovrete fare parecchia strada, ma ne vale la pena, perché dovrete raggiungere la sperduta isola di Sao Tomè, sull’atlante un puntino tagliato dall’Equatore nel golfo di Guinea (oceano Atlantico) a 250 km al largo delle coste del Gabon, in realtà un’isola ancora ignorata dal turismo, grande quasi quattro volte l’Elba, che per diversi aspetti costituisce un piccolo Eden fuori dal mondo.

La geopolitica la lega a formare un unico stato con l’isola di Principe (142 km2, il doppio di San Marino, 6 mila abitanti) ed altre sette isolette minori, ma a parte la sproporzione in superficie ed abitanti, le due isole distano tra loro ben 140 km; si tratta comunque di una delle nazioni più piccole della terra. Utile anche sapere che sono i resti affioranti in superficie di una catena montuosa vulcanica e subacquea estinta.

Flora e fauna sono simili alla vicina Guinea Equatoriale, ma con alcune specie endemiche, e più verdi e selvagge di Capo Verde, il che è tutto dire.  Quando venne scoperta nel 1471 dal navigatore portoghese Pedro de Escobar, Sao Tomè era un’isola deserta interamente ricoperta da esuberante vegetazione, con imponenti baobab, palme, tamarindi e orchidee, picchi e camini vulcanici alti fino a 2.000 m che affioravano dalla foresta, riversando in mare imponenti fiumi e torrenti. Ai portoghesi parve un’ottima base, prima per il commercio con l’Africa costiera e interna, poi per la tratta degli schiavi verso le Americhe. A qualcuno il terreno fertile, il clima caldo e l’abbondanza di piogge suggerì di allestire piantagioni di canna da zucchero, e cominciarono ad affluirvi avventurieri e scarti della società portoghese da un lato e schiavi neri dall’altro. Le cose andarono bene fino al 1530 (primo produttore di zucchero), quando una rivolta degli schiavi fece fuggire i latifondisti in Brasile. Nel 1700 sorsero le fattorie di caffè e cacao che, dopo l’abolizione della schiavitù,  richiamarono lavoratori neri dal continente, soprattutto dalle colonie portoghesi Angola, Capo Verde e Mozambico;  come andarono le cose lo attestano due dati: nel 1900 divenne il primo esportatore al mondo di cacao, ma subì anche sanzioni per il disumano trattamento dei lavoratori. Dopo l’indipendenza nel 1975, uno sciagurato e demagogico regime utopistico marxista ha portato, con la nazionalizzazione delle fonti produttive, alla rovina la già fragile economia, rimediando solo nel 1991 con la caduta del comunismo e l’apertura alla democrazia multipartitica. Ma la situazione resta torbida, tra corruzione e colpi di stato,  con un ingente debito pubblico e qualche speranza riposta nella recente scoperta di ingenti depositi petroliferi in mare.

Sao Tomè non è un’isola soltanto nel tempo e nello spazio, ma anche culturale, con una originale civiltà creola afro-portoghese consona alle sue origini ed alla presenta di sette diverse etnie, tra bianche e nere e con infinite mescolanze, ciascuna con le proprie abitudini e tradizioni; la stragrande maggioranza sono cattolici e la lingua ufficiale è il portoghese. L’elevata densità, 178 abitanti/km2, è dovuta all’intensa emigrazione passata e all’ingente fertilità delle donne, con 3,9 figli pro capite. Il caldo e l’umidità tendono ad appisolare, la fretta è bandita, mentre il relax risulta sempre all’ordine del giorno. L’interno presenta un altopiano centrale, ricoperto da intricate giungle pluviali (la foresta occupa ancora il 70 % del territorio) e da roças, le fattorie agricole, la costa (209 km) regala spiagge vergini con sabbia bianca e nera,  scogliere a picco,  acque cristalline assai ricche di pesci, graziosi villaggi di pescatori e 135 specie diverse di uccelli, con pappagalli coloratissimi. Altra spettacolare attrazione il Cao Grande, un curioso monolite basaltico alto ben 700 m che svetta dalla cima verde della foresta, scalato per la prima volta nel 2001 da rocciatori italiani; non lontano si trova il più basso Cao Paqueno, alto “appena” 388 m.

Il clima equatoriale si frantuma in diversi microclimi a seconda dell’altitudine, con un nord più secco e un sud più umido. La musica risulta un miscuglio di ritmi latini e africani, mentre la cucina offre parecchio pesce alla griglia e saporiti frutti tropicali.

La capitale, anch’essa chiamata Sao Tomè in onore del protettore San Tommaso, fu fondata nel 1485 e si trova sulla costa nord-orientale, affacciata su una suggestiva baia: una tranquilla cittadina di provincia (55 mila abitanti, un terzo dell’isola), le cui viuzze sembrano addormentate nel loro polveroso torpore, con parecchi edifici coloniali délabré, in quanto la gran parte dei forros, i coloni portoghesi, se ne sono andati con l’indipendenza, ma con parchi e giardini ben curati. Da non perdere il cinquecentesco forte portoghese di Sao Sebastiao, oggi museo nazionale e dello schiavismo, Nossa Senora da Graça, la più antica cattedrale africana decorata da pregevoli azulejos, e il colorito mercato. Al centro dell’isola da visitare la minuscola cittadina di Trinidade, le suggestive cascate di Sao Nicolau ed una salita ai 2.024 m del Pico Sao Tomè, il tetto del paese, per ammirare dall’alto la più integra foresta africana. Altra spettacolare attrazione il Cao Grande, un curioso monolite basaltico alto ben 700 m che svetta dalla cima verde della foresta, scalato per la prima volta nel 2001 da rocciatori italiani; non lontano si trova il più basso Cao Paqueno, alto “appena” 388 m. Merita anche una visita a nord il centro di riproduzione delle tartarughe marine verdi sulla spiaggia di Morro Peixe, raccogliere le variegate conchiglie a praia das Conchas, nuotare a praia dos Tamarindos, la più attraente per il deciso contrasto tra il blu dell’oceano e il verde della vegetazione che arriva a lambire le onde. A sud da non perdere la visita a Roça Agua Izè, la più estesa delle piantagioni di cacao, con l’elegante casa signorile costruita in stile coloniale, la Boca de Inferno, una specie di geyser prodotto dalle acque marine che si infilano in una spaccatura, e infine un’escursione in piroga a motore da Porto Alegre ad Ilha das Rolas. A sud-ovest il costituendo parco naturale Obo attende visitatori: coprirà un terzo dell’isola per proteggere tutti i biotopi presenti: foreste, savana e mangrovie. In autunno tassativo non perdere lo spettacolo del passaggio al largo delle megattere, gigantesche balene.

 

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