Regression

Pubblicato il 7 Dicembre 2015 in , , da Auro Bernardi

regia e sceneggiatura Alejandro Amenábar cast Ethan Hawke (Bruce Kenner) Emma Watson (Angela Gray) David Thewlis (Kenneth Raines) Lothaire Bluteau (rev. Beaumont) Dale Dickey (Rose Gray) David Dencik (John GrayDevon Bostick (Roy Gray) genere drammatico durata106′

Alejandro Amenábar (classe 1972) è certamente uno dei registi più interessanti delle nuove leve e questo suo ultimo film non smentisce le aspettative collocandosi al livello dei titoli più recenti e noti dell’autore ispanocileno: The Others (2001), Mare dentro (2004) e Agorà (2009). Le doti di messa in scena emergono anche qui tra le cose migliori del film che peraltro, a tratti, richiama Tesis, la pellicola d’esordio. Là a muovere l’azione era lo snuff movie (il cinema porno con violenza vera sulle vittime), qui è una delle ricorrenti psicosi della società americana del XX secolo: il satanismo. Siamo nel 1990 e il quieto tran tran di una cittadina del Minnesota è sconvolto da un presunto caso di incesto commesso nel quadro di un rituale demoniaco. Ce n’è abbastanza perché nella piccola comunità dove tutti si conoscono e si frequentano si scateni… l’inferno. Nelle coscienze delle persone, più che nell’opinione pubblica. L’inchiesta, affidata a un team di poliziotti cui si affianca uno strizzacervelli, non porta a conclusioni certe, ma il punto è proprio quello: Amenábar lavora per sottrazione, sotto le apparenze del thriller il vero bersaglio del regista diventano le sovrastrutture psichiche condizionate da una fede malamente intesa. L’apparenza che prende il sopravvento sulla realtà. Temi già sviluppati in The Others e in Agorà, grande affresco sull’intolleranza e il pregiudizio nati dal sentimento religioso. Argomento attuale quanto mai, relegato a una quindicina d’anni fa non tanto per il rispetto di fatti realmente accaduti, ma principalmente per mantenere il necessario distacco storico (come nel film su Ipazia), garanzia di lucidità dello sguardo. Come dire che i posseduti dal demonio siamo noi, nella nostra normalità perbenista, nel pregiudizio che deriva dalla rinuncia al libero pensiero per affidarsi alla giuda di un’entità superiore indifferente alle sorti dell’uomo. E il risultato può essere un regresso del pensiero, non nel pensiero.

"Regression" Day 29 Photo: Jan Thijs 2014
“Regression” Day 29
Photo: Jan Thijs 2014