La corrispondenza

Pubblicato il 15 Gennaio 2016 in , , da Auro Bernardi

La Corrispondenza regia e sceneggiatura Giuseppe Tornatore cast Jeremy Irons (Edward Phoerum) Olga Kurylenko (Amy Ryan) Simon Johns (Jason) James Warren (Rick) Shauna Macdonald (Victoria) genere drammatico/sentimentale durata 116′

Tra i grey panthers uomini di 60 o più anni alzi la mano chi, una volta nella vita, non ha almeno sognato di avere una partner sentimentale di due terzi più giovane. Tutti monchi in sala? In questo suo ultimo film il magnifico sessantenne (a maggio) Tornatore Giuseppe da Baarìa imbastisce sul tema una struggente storia d’amore. L’amore, appunto, tra un maturo professore di astrofisica e una studentessa della stessa materia. Ma siccome siamo al tempo della tecnologia smart, ecco che mail, cd, messaggini, skype, whatsapp e via digitando rimpiazzano carta, penna, calamaio e piccioni viaggiatori nel rendere l’amoreal di là dello spazio e persino del tempo. La realizzazione del sogno, vecchio come il mondo, dell’eternità che unisce i moti del cuore. Film del desiderio, dunque, ma anche dell’assenza. Quando i due sono lontani e possono comunicare solo per posta anche se il titolo ammicca certamente più agli “amorosi sensi” che ai corrieri espresso. Il film cattura, tiene bene il ritmo e si fa apprezzare per la capacità del regista di costruire su un pretesto narrativo tanto esile una robusta drammaturgia visiva fatta appunto di continui rimandi tra realtà fisica e realtà virtuale, tra corporeità e immagine, tra essere e apparire, insomma, dove spesso i secondi termini prevalgono sui primi. A cominciare dalla messa in scena di alcuni “film nel film”, quando Amy gira su set immaginari nel ruolo di una stuntwoman. Film molto democristiano, per altro verso, come quasi tutti quelli di Tornatore. Nel senso che la storia di Ed & Amy serve, alla fine, a riconciliare gli animi e le generazioni, a superare le difficoltà e i nodi irrisolti della vita e a portarsi a casa, per giunta, un nuovo amore e una casa d’epoca in un luogo da sogno (l’isola di San Giulio d’Orta, per la cronaca). Film di personaggi, in luoghi per lo più conchiusi, dunque affidato in gran parte alle capacità recitative degli interpreti. E se Irons non è certo una scoperta, gli va dato atto che ci vuole tutto il suo talento per dare credibilità a un personaggio che per i nove decimi del film è sulla scena attraverso un video mentre l’ucraina Olga Kurylenko è una piacevole sorpresa per credibilità e intensità nel difficile ruolo della secchiona-kamikaze. Tra le poche cose stonate, e si passi il termine, figura l’insistente, ripetitiva, fastidiosa e melensa musica di Ennio Morricone che già non aveva brillato nella Migliore offerta, il precedente immediato di questo film. Anche nel tema.

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