Il mondo fantastico nei segni di Mirò al Pan di Napoli

Pubblicato il 9 Ottobre 2019 in , da redazione grey-panthers
Jean Mirò

Il mondo fantastico, onirico, febbrilmente creativo di Joan Miró viene presentato al pubblico fino al 23 febbraio 2020, al Pan, Palazzo delle Arti Napoli, con l’esposizione dal titolo “Joan Miró. Il linguaggio dei segni”. La mostra riunisce ben ottanta opere tra quadri, disegni, sculture, collage e arazzi, tutte provenienti dalla straordinaria collezione di proprietà dello Stato portoghese in deposito alla Fondazione Serralves di Porto. Le 80 opere esposte coprono il lungo arco della produzione artistica di Miró, dal 1924 al 1981; più di sei decenni di attività creativa in cui l’artista catalano sviluppa un linguaggio rivoluzionario che trasforma l’arte del ventesimo secolo. Attraverso la pittura, il disegno, la scultura, la ceramica, l’arazzo e l’incisione, Miró esplora il linguaggio dei segni, il rapporto tra le immagini e il loro significato.

Nell’estate del 1924 Miró mette a punto una svolta radicale nella sua indagine sulla formazione dei segni. Facendo l’inventario del mondo che lo circonda, Miró inizia a ridurre gli oggetti a semplici sagome e a elementi essenziali. Questo processo di riduzione e semplificazione elimina dal suo lavoro qualsiasi traccia di illusionismo rappresentativo e di spazio. Il segno diventa un sostituto di qualcosa che non è più fisicamente presente.

Joan mirò

Le ottanta opere in mostra ripercorrono sei decenni di attività (dal 1924 al 1981) di uno degli artisti che maggiormente hanno contribuito a trasformare l’arte del XX secolo. Inizialmente attratto dalle avanguardie cubista e surrealista di inizio secolo, Miró sviluppò uno stile originale indagando sulla formazione dei segni visti come strutture base nella costruzione del linguaggio. Ecco dunque uccelli, stelle, figure estremamente stilizzate disporsi variamente nello spazio, in un processo creativo che concede sempre più spazio all’improvvisazione, e costituire la grammatica di quella che l’artista chiama “pittura-poesia”. Di qui anche il suo interesse per altre forme espressive – sempre aventi come punto di partenza il segno – come il collage e l’arte della scrittura giapponese (che egli stesso apprese in Giappone) che si riverberano nelle sue opere più mature sotto forma di tele, arazzi, disegni e – appunto – collage.

La mostra di Napoli, pensata appositamente per gli spazi del PAN, è curata da Robert Lubar Messeri, tra i massimi esperti mondiali dell’artista catalano, con la collaborazione di Francesca Villanti, direttore scientifico del C.O.R. Le opere presentate fanno parte della collezione che il Banco Portugues aveva acquisito (e mai esposto) prima del default. Salvata in extremis da una vendita all’asta, che l’avrebbe inevitabilmente dispersa, la collezione è oggi proprietà dello Stato portoghese che ne ha affidato la cura al Museo di Serralves. “Nostra mission – spiega Marta Almeida, vice-direttore del museo – è quella di intessere partnership coi maggiori musei europei – tra cui il PAN – alfine di tutelare l’integrità di questa eccezionale collezione, in attesa di uno spazio espositivo più congruo”.

“Joan Miró. Il linguaggio dei segni” – fino al 23 febbraio 2020

Pan, Palazzo delle Arti via dei Mille 60, Napoli

Orari: tutti i giorni dalle ore 9.30 alle ore 19.30 – Martedì chiuso

Prezzi: intero 11 euro, ridotto 5 euro

Informazioni: pan@comune.napoli.it

Joan Mirò
Joan Miró, Women at Sunrise, 1946