I segreti del Palazzo di Federico, a Urbino

Pubblicato il 15 Giugno 2008 in , da Vitalba Paesano

Ornatissimo Codice
La biblioteca di Federico da Montefeltro
Urbino    Palazzo Ducale   Galleria Nazionale delle Marche
fino al 27 luglio 2008

La mostra, di grande suggestione, espone manoscritti miniati originali e copie facsimili della prestigiosa collezione libraria di Federico da Montefeltro e propone una ricostruzione virtuale della biblioteca del Duca che permette al visitatore di muovere lo sguardo tra gli scaffali e di sfogliare le pagine dei codici.

Può essere considerata una mostra per addetti ai lavori ?

Forse, ma le opere esposte alla mostra si possono vedere anche come chiave d’accesso al mondo delle idee e al rinnovamento culturale che nel ‘400 hanno fatto di Urbino uno dei centri più ricco di fermenti del Rinascimento italiano.

 

Osservando la mostra viene spontaneo chiedersi: com’era l’uomo che amava possedere e sfogliare questi codici? Quali erano i suoi spazi e i suoi luoghi? Quali erano i suoi pensieri?

Per avere delle risposte è opportuno visitare il Palazzo Ducale (e la Galleria Nazionale delle Marche che vi è ospitata). In questo modo si possono cogliere due aspetti fondamentali della cultura e degli interessi del Duca: quello razionale, tecnico-ingegneristico dell’uomo di stato e quello colto dell’umanista raffinato.

Federico aveva affidato la progettazione del palazzo prima a Luciano Laurana e poi a Francesco di Giorgio Martini che avevano assecondato il suo disegno politico elaborando un progetto dalle forti valenze estetiche e rappresentative e con l’adozione di soluzioni tecniche che ancora oggi sorprendono per la loro genialità, dal sistema delle scale-rampa a lumaca, che collegano la valle direttamente al palazzo sul colle e percorribili a cavallo, ai complessi e sofisticati impianti idraulici del palazzo.

Gli aspetti tecnologici più interessanti si svelano visitando i sotterranei del Palazzo, dove sono collocati gli spazi di servizio, accessibili dal cortile d’onore attraverso una rampa a scivolo. Questi sono organizzati in modo da sfruttare l’acqua nei diversi usi, prima le cucine poste ad un livello più alto, poi le dispense e le lavanderie, e infine le scuderie e le stalle, poste al livello più basso. Tutto servito da un raffinato sistema idraulico di canalizzazioni ideato da Francesco di Giorgio Martini, che prevedeva anche l’utilizzo delle acque piovane, raccolte in una cisterna, per lo smaltimento dei rifiuti e l’irrigazione dei giardini pensili.

Sempre nei sotterranei si trova una neviera, cioè un invaso conico che convoglia la neve dal soprastante giardino, allo scopo di conservare freschi i cibi.

Molto interessanti sono anche i bagni collegati all’appartamento del Duca, primo esempio di bagno rinascimentale all’antica, che sono dotati di un complesso sistema di riscaldamento basato sul recupero dell’acqua e dei fumi caldi dalle cucine sottostanti.

Si possono scoprire scale quasi segrete, che è facile immaginare percorse freneticamente dai servitori, le quali collegano gli spazi di servizio al piano nobile e lasciano lo scalone principali alle funzioni nobili e rappresentative della vita di corte e dell’attività pubblica.

Le scalette a chiocciola di servizio hanno anche la funzione di rendere indipendenti gli spazi intimi degli appartamenti della Duchessa e del Duca posti al centro ideale del palazzo dove si trova anche il famoso studiolo di Federico, luogo che svela la sua anima. Lo studiolo è un piccolissimo spazio irregolare le cui pareti sono interamente rivestite da tarsie lignee che, mascherando le aperture, creano un luogo astratto, fatto per lo studio e la riflessione.

Il progetto decorativo delle tarsie è molto complesso, l’esecuzione artigianale è raffinata e la prospettiva dell’allestimento che collega le diverse scene è di perfezione matematica. Le scene presentano scaffali e armadi semiaperti pieni degli oggetti cari a Federico: alcuni strumenti musicali, una sfera armillare, un calamaio, codici, fogli di musica, orologi …..

E’ come se il Duca dopo essersi spogliato della corazza che si vede appesa in un vano, dopo aver aperto le scansie ed averne estratto i libri preferiti, si fosse allontanato un attimo ……

 

E’ da questa atmosfera che nascono alcune delle opere più significative di tutto il Rinascimento e che, essendo conservate proprio in Palazzo Ducale, nell’appartamento del Duca, accanto al suo famoso studiolo, contribuiscono a formare l’idea che tutto sia collegato, che facciano parte di un unico progetto e che queste rappresentino il frutto artistico dell’ambiente colto che Federico aveva creato.

A concretizzare lo spirito di questo straordinario ambiente è un artista che incarna appieno l’uomo colto del Rinascimento, è  Piero della Francesca, pittore e matematico, autore di importanti trattati di pittura e di geometria. Le opere che Piero concepisce per il Duca di Urbino sono tra i più grandi capolavori del primo Rinascimento, dalla città ideale, alla Madonna di Senigallia, alla Flagellazione (ma anche dei ritratti di Federico da Montefeltro della moglie Battista Sforza conservati a Firenze agli Uffizi e della grande pala Montefeltro conservata a Milano a Brera entrambe commissionati a Piero dal Duca. Non meno importante è il Miracolo dell’Ostia commissionata a Paolo Uccello ed esposta accanto alla città ideale).

La città ideale è l’immagine di una città deserta ed inquietante, immersa in una atmosfera rarefatta, carica dei valori ideali e formali della nuova architettura classicheggiante, descritti attraverso i canoni rinascimentali della prospettiva matematica perfetta. E’ attribuita al Laurana, ma è certamente legata a Piero della Francesca.

La Madonna di Senigallia , commissionata a Piero della Francesca dal Duca per la figlia Giovanna Feltria in occasione delle sue nozze con Giovanni Della Rovere, è una scena che sembra  ambientata nell’architettura astratta del Palazzo Ducale.

La Flagellazione è l’opera emblematica di tutto il ‘400, descrive con una prospettiva significativamente a schema centrale, la flagellazione di Cristo ambientata in  uno spazio architettonico classico, ben scandito nelle armoniche proporzioni, che trova seducenti analogie con un cortile del primo ‘400 di palazzo Bonaventura-Odasi (gli Odasi erano fidati collaboratori del Duca, Ludovico fu precettore del figlio di Federico, Guidobaldo), rimesso in luce nel 1972, e prospiciente piazzetta Valerio, vicinissima a Palazzo Ducale.Suggeriamo la visita di questi luoghi immaginando di camminare a fianco di Federico nella città ideale quale era Urbino nel ‘400.

 

One thought on “I segreti del Palazzo di Federico, a Urbino

  1. Ottimo! Gli articoli su Raffaello e sul palazzo di Federico a Urbino mi hanno davvero invogliato…penso proprio che ci andrò! Bel lavoro, grazie Vitalba!

    grazie a te per il commento! vp

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