Conoscere l’Europa: il trattato di Lisbona (1)

Pubblicato il 1 Dicembre 2009 in , da Vitalba Paesano

Oggi, 1° dicembre 2009, entra in vigore il trattato di Lisbona. Per l’occasione si terrà a Lisbona una cerimonia organizzata dal governo portoghese, dalla presidenza svedese e dalla Commissione europea. La Commissione ritiene che il nuovo trattato comporterà nuovi e importanti vantaggi per i cittadini e chiuderà per il prossimo futuro il dibattito istituzionale. L’Unione europea potrà quindi dedicarsi pienamente alla ricerca di un’uscita indolore dalla crisi economica e finanziaria e portare avanti la strategia UE 2020 per una crescita più “verde

 

Dopo decenni di guerre che hanno causato milioni di morti, la fondazione dell’Unione europea ha segnato l’inizio di una nuova era in cui i paesi europei hanno cominciato a risolvere i propri problemi attraverso il dialogo e non con lo scontro. Attualmente, i membri dell’UE godono di moltissimi vantaggi: un mercato libero con una moneta che facilita il commercio e lo rende più efficiente, milioni di nuovi posti di lavoro, maggiori diritti per i lavoratori, libera circolazione delle persone e un ambiente più pulito. Tuttavia le norme attuali erano state pensate per un’Unione molto più ristretta, che non si trovava di fronte alle sfide mondiali di oggi, come il cambiamento climatico, la recessione mondiale o la criminalità transfrontaliera internazionale. L’UE dispone del potenziale e delle capacità necessarie per risolvere questi problemi, tuttavia essi non possono essere risolti se non migliorando il suo modo di funzionare.

 È questa la ragion d’essere del Trattato di Lisbona che darà all’UE più democrazia, efficacia e trasparenza, che permetterà ai cittadini e ai parlamenti di esprimersi su quanto accade a livello europeo, e grazie al quale l’Europa potrà far sentire più distinta e più forte la propria voce nel mondo, tutelando nel contempo gli interessi nazionali.

Il Trattato dà ai cittadini la capacità di avviare un’iniziativa popolare grazie alla quale essi, previa presentazione di un milione di firme, potranno invitare la Commissione europea a presentare nuove proposte politiche.

I parlamenti nazionali di ciascuno Stato membro avranno un ruolo più importante in quanto potranno esaminare la legislazione comunitaria prima che questa venga approvata. Essi potranno quindi essere sicuri che l’UE non superi determinati limiti su questioni di competenza nazionale o locale.

I poteri del Parlamento europeo verranno estesi e i membri del Parlamento europeo eletti a suffragio universale potranno intervenire in un maggior numero di questioni.

Diversamente dall’attuale Trattato (Trattato di Nizza), la Commissione continuerà ad essere formata da un Commissario per ogni Stato membro.

 

Il Trattato permette ai cittadini una partecipazione più ampia al processo decisionale.

 

Con la nuova iniziativa popolare, un milione di cittadini da più Stati membri – su 500 milioni di abitanti dell’UE – potranno invitare la Commissione a presentare nuove proposte politiche.

Per la prima volta, i cittadini potranno quindi influenzare direttamente il processo legislativo dell’Unione.

Affinché i cittadini possano comprendere meglio come l’UE prende le sue decisioni, le sessioni del Consiglio dei Ministri relative all’esame e alla votazione dei progetti di legge saranno pubbliche .

Il Parlamento europeo condivide con il Consiglio dei Ministri le decisioni comuni in un maggior numero di casi. I membri del Parlamento europeo eletti dai cittadini a suffragio universale avranno in questo modo un’influenza molto maggiore sul processo legislativo e sul bilancio comunitario.

Nei vari paesi, i parlamenti nazionali avranno maggiori occasioni di partecipare direttamente al processo decisionale comunitario.

Grazie ad un sistema di mobilitazione rapida, i parlamenti nazionali disporranno degli strumenti per commentare i progetti di legge in una fase iniziale e di verificare che l’UE non vada oltre i suoi poteri pronunciandosi su questioni che dovrebbero essere trattate invece a livello nazionale ovvero locale.

Razionalizzazione delle procedure decisionali dell’UE.

 A livello del Consiglio dei Ministri, il voto amaggioranza qualificata si sostituirà più spesso al voto unanime; ciò permetterà di accelerare l’adozione dei provvedimenti rendendoli quindi più efficaci.

A decorrere dal 2014, la maggioranza qualificata verrà raggiunta con il voto favorevole di almeno il 55% degli Stati membri rappresentante almeno il 65% dei cittadini dell’Unione. Le decisioni godranno così di una doppia legittimità.

Ogni proposta volta ad applicare il voto a maggioranza a nuove politiche verrà valutata secondo norme rigide. Tale cambiamento dovrà essere approvato da ogni Stato membro ed i parlamenti nazionali disporranno di un diritto di veto.

Per contro, il voto all’unanimità verrà mantenuto per questioni politiche di grande importanza quali la fiscalità e la difesa.

Uno dei principali obiettivi del Trattato di Lisbona è quello di modernizzare e di rendere più democratiche le istituzioni che presiedono all’attività dell’UE.

 Un Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica per la sicurezza, nonché Vicepresidente della Commissione, verrà nominato per promuovere l’azione dell’UE sulla scena internazionale e per tutelare meglio gli interessi e i valori comunitari al di fuori dell’Unione.

Per garantire continuità e coerenza ai lavori, il Consiglio europeo eleggerà un presidente per non più di cinque anni. Ciò migliorerà la visibilità e la coerenza delle azioni comunitarie.

Il Presidente della Commissione verrà “eletto” dal Parlamento europeo, su proposta del Consiglio europeo.

Il Trattato di Lisbona riprende e attualizza numerose disposizioni economiche già presenti nei precedenti trattati. Esso aggiunge del pari un certo numero di nuovi importanti settori indicati in appresso.

Il Trattato ribadisce l’impegno a costituire un’Unione economica e monetaria avente l’euro come moneta unica.

 L’euro è attualmente la moneta di 16 Stati membri.

L’Unione economica e monetaria è un obiettivo essenziale dell’UE. Si tratta dell’elemento chiave per garantire il ritorno della prosperità e dell’occupazione in Europa. L’UE e i suoi Stati membri hanno impegnato 200 miliardi di euro per stimolare l’economia dell’Unione in esito alla crisi finanziaria.

Il Trattato ufficializza la funzione della Banca centrale europea, la quale diviene un’istituzione dell’Unione.