UE contro la discriminazione fiscale

Pubblicato il 20 Gennaio 2014 in da redazione grey-panthers

Le disposizioni dei singoli Stati membri in materia fiscale saranno analizzate nel quadro di un’iniziativa mirata della Commissione volta a verificare eventuali discriminazioni nei confronti dei cittadini UE che vivono in uno Stato membro diverso dal proprio. L’iniziativa si rivolge sia alle persone che sono economicamente attive, come i lavoratori dipendenti e autonomi, sia alle persone che non lo sono, come i pensionati. L’iniziativa va ad integrare e a completare un precedente progetto relativo al trattamento fiscale dei lavoratori transfrontalieri.

La mobilità dei lavoratori è stata riconosciuta come una delle principali potenzialità per aumentare la crescita e l’occupazione in Europa. Secondo le stime, il PIL dell’UE-15 è aumentato di quasi l’1% nel lungo periodo per effetto della mobilità seguita all’allargamento (2004-2009).

Tuttavia, gli ostacoli fiscali rimangono uno dei principali elementi che dissuadono i cittadini dal lasciare il proprio paese di origine per cercare lavoro in un altro Stato membro. Gli ostacoli fiscali possono presentarsi sia nello Stato di origine che nel nuovo Stato di residenza.

È per questo motivo che, nel corso del 2014, la Commissione effettuerà una valutazione approfondita dei regimi fiscali degli Stati membri per stabilire se essi recano svantaggi ai cittadini UE che vivono in uno Stato membro diverso dal proprio. Se da questa valutazione dovessero emergere discriminazioni o violazioni delle libertà fondamentali garantite dall’UE, la Commissione le segnalerà alle autorità nazionali e si adopererà affinché vengano apportate le necessarie modifiche. Se i problemi persisteranno, la Commissione potrà avviare procedimenti di infrazione contro gli Stati membri in questione.