Le medicine fanno così paura?

Pubblicato il 1 Luglio 2011 in , da redazione grey-panthers

Rassegnarsi a un disturbo per non prendere un farmaco in più. Questo ha sottolineato una recente ricerca condotta dalla geriatria americana, in pubblicazione sugli Archives of International Medicine: la propensione, per gli anziani, a ridurre o addirittura evitare i farmaci per paura degli effetti collaterali, spinti dal timore di eventi avversi che possono rivelarsi perfino più dannosi delle malattie. Solo il 36% dei senior tra i 65 e i 69 anni, infatti, segue correttamente le terapie.

Ma questo “fai da te” è salutare? Non fa che peggiorare la situazione, dato che cambiare gli schemi terapeutici può aumentare i rischi.  Certo, i timori per un “sovraccarico” di pillole non sono esagerati: il metabolismo dei senior è rallentato (di fegato e reni soprattutto), quindi i farmaci possono restare più a lungo in circolo nell’organismo. Se a questo si aggiunge uno stile di vita poco attento (ad esempio bere e mangiare poco), e il mix di pillole diverse ( per la pressione alta, per l’artrosi o per uno scompenso cardiaco) i rischi aumentano di fatto: una scarsa idratazione può infatti peggiorare l’escrezione dei farmaci, e la riduzione dell’apporto di proteine dalla dieta può sbilanciare gli equilibri dei medicinali che viaggiano nel sangue proprio attraverso le proteine, aumentandone la quantità libera di agire e di provocare guai. Dieta equilibrata e ottima idratazione (non dimenticandosi di bere almeno 5-6 bicchieri d’acqua nella giornata), bastano quindi a ridurre i rischi.

Come allora seguire responsabilmente una terapia che possa dirsi efficace a tutti gli effetti? Per prima cosa parlare con il proprio medico, in grado di informare adeguatamente sui vantaggi del farmaco e anche sugli eventuali disturbi che potrebbero presentarsi una volta iniziata la terapia. E poi fare una “scaletta” di priorità, intervenendo prima su ciò che compromette molto la qualità della vita quotidiana, poi su quello che può influenzare la durata della vita. Seguendo le terapie appropriate, infatti, il rischio di ricovero si riduce addirittura del 90% fra i 65 e i 69 anni e del 60% dopo gli 85 anni.

Per chi soffre di malattie croniche, un aiuto può venire anche dalla medicina alternativa: omeopatia o erbe, purchè suggerite dal medico curante. Affiancare queste terapie a quelle standard, che restano comunque indispensabili, può aiutare a stare meglio: si può riuscire ad esempio a ridurre il dosaggio di altri medicinali, mitigarne gli effetti collaterali, magari risolvere piccoli fastidi.