Cinque mosse per contrastare i paradossi alimentari

Pubblicato il 22 Maggio 2012 in da redazione grey-panthers

“È il nostro stesso sistema alimentare a fare ammalare le persone” ha dichiarato Olivier De Schutter, esperto mondiale di food security, presentando il suo rapporto all’Human Rights Council dell’ONU.

La situazione è abbastanza nota: se da un lato del mondo una persona su sette è sottonutrita e molte altre soffrono di ‘fame nascosta’ (hidden hunger) per carenza di micronutrienti, dall’altro lato 1.3 miliardi d’individui sono in sovrappeso o obesi. Le cause sono diverse: l’urbanizzazione, la diffusione della moderna distribuzione e degli stili alimentari contemporanei, che hanno scombussolato i nostri costumi tradizionali, generando una vera e propria emergenza sanitaria.

“Per affrontarla – spiega De Shutter – si continua a prescrivere rimedi farmacologici, integratori in pillole e diete dimagranti, quando invece dovremmo occuparci del sistema alimentare complessivo che è all’origine delle diverse forme di malnutrizione”. Negli ultimi anni i governi hanno investito tutto nell’aumento delle calorie disponibili, ma non si sono preoccupati del tipo di calorie rese accessibili, né del loro prezzo o della loro distribuzione commerciale. Dimenticando, di fatto, che il diritto al cibo non è solo una questione di quantità adeguate, ma anche di giusto bilanciamento tra nutrienti. Le diverse iniziative pubbliche promosse per riequilibrare il sistema sono state frammentarie e non coordinate, e pertanto fallimentari. “Alla fine è come se avessimo delegato alle aziende alimentari il compito di promuovere stili alimentari corretti” commenta De Shutter. Prova ne è che nel 2010 solo negli USA sono stati spesi dalle aziende ben 8,5 miliardi di dollari nella pubblicità di cibo, dolciumi e soft drinks, a fronte di soli 44 milioni investiti dal governo per l’educazione alimentare. “Oggi non dobbiamo semplicemente investire nella ‘medicalizzazione’ della nostra dieta con prodotti arricchiti, o nel cercare di indurre le persone a cambiare stile alimentare facendo leva su blande avvertenze per la salute: abbiamo bisogno di strategie nutrizionali ambiziose, mirate a tutelare il diritto a un’alimentazione adeguata, e che coinvolgano il sistema alimentare nel suo insieme”. De Schutter suggerisce cinque azioni prioritarie, per mettere la corretta nutrizione al centro del sistema alimentare, in tutti i paesi (più o meno sviluppati):

1. Tassare il cibo meno sano

2. Imporre i limiti di grassi saturi, sale e zucchero negli alimenti

3. Regolamentare in modo rigoroso la pubblicità di snack e merendine (il cosiddetto junk food)

4. Rivedere il sistema degli incentivi, che oggi rende alcuni ingredienti troppo economici rispetto ad altri

5. Sostenere i produttori locali di cibo, per garantire alle persone accesso al cibo fresco, sano e nutriente.

tratto da http://www.barillacfn.com/it