Pillola su Telefonini, Palmari, PC, Modem, Rete, Mail… di Attilio A. Romita

Pubblicato il 8 Maggio 2009 in , , da Vitalba Paesano

Partiamo da lontano …tanto per capirci

Un telefono è un apparato che permette di scambiare informazioni tra due “persone” lontane.

I primi telefoni erano collegati due a due con connessioni rigide realizzate con fili di rame. Poi si scoprì che era più economico collegare, sempre con filo di rame, ogni telefono ad un apparato, il centralino,dove, a richiesta, una signorina collegava due utenti. Ben presto si potè sostituire la signorina con un apparato meccanico, il commutatore elettromeccanico, che operava il collegamento richiesto. Con questa tecnica si è andati avanti sino a circa il decennio 1960 quando si cominciò a pensare che i sistemi digitali potevano essere di una qualche utilità.

In un collegamento a distanza per lo scambio di informazioni possiamo individuare vari componenti:

  •  I terminali, quelli che una volta erano apparecchi telefonici con cornetta e disco per fare i numeri;
  • La connessione, una volta cavi di rame, poi fibra ottica alla quale si è aggiunta in tempi più recenti la trasmissione senza fili (wireless)
  •  Le centrali di commutazione, che permettono con vari sistemi di collegare due terminali, o un teminale a più terminali e viceversa.

All’epoca del “telefono” le informazioni che viaggiavano erano di tipo sonoro analogico, cioè variazioni di onde sonore trasformate, all’ingresso, da un microfono in onde elettriche, ed all’uscita, ritrasformate da un altoparlante, in onde sonore.

Con il passare del tempo si constatò che era possibile far viaggiare segnali digitali, cioè onde sonore trasformate in numeri e che questa tecnica aveva notevoli vantaggi in quanto tutta una serie di apparati abbastanza complessi potevano essere sostituita da sistemi di elaborazione programmabile (calcolatori elettronici) molto più flessibili ed economici.

Attualmente la maggior parte delle “società telefoniche” con tecniche differenti trasmettono informazioni digitalizzate cioè una serie di numeri organizzati secondo standard ufficiali.

A questo punto è indifferente che ai terminali di una connessione ci sia un signore baffuto che parla o un elaboratore elettronico di qualsiasi dimensione.

Ultimo passo di questa storia è l’introduzione di trasmissioni wireless, cioè che sfruttano l’atmosfera come mezzo trasmissivo.

In conclusione possiamo dire che la catena trasmissiva è restata la stessa, salvo il fatto che tra la occhi, bocca e orecchio umani sono frapposti una serie di elaboratori elettronici che li collegano.

Il progresso tecnologico, le tecniche di miniaturizzazione e delle fortunate intuizioni ci hanno portato tutte le varie “diavolerie” con le quali oggi possiamo giocare.

 I primi collegamenti dedicati a Computer

Prima dell’introduzione delle trasmissioni digitalizzate era possibile scambiare informazioni tra computer usando particolari apparati inseriti tra il computer e la linea fisica (di rame o fibra ottica).

Il computer trasmittente inseriva l’informazione digitale in un apparato che la trasformava in informazione analogica (modulazione); il computer ricevente era collegato al demodulatore che faceva il processo inverso. I due apparati erano inseriti in una unica scatola, il modem, cioè il MOdulatore/DEModulatore.

In pratica all’inizio era il computer che si adattava al telefono. Ancora oggi il fax usa una tecnica di base simile e tutta quella serie di piccoli suoni, fischietti, e rumori vari che sentite quando parte la telefonata al fax sono proprio i comandi digitali che diventano suoni.

I primi collegamenti digitali erano fatti tra centrali, mentre la parte finale, dalla centrale al telefono/modem era analogica.

Oggi alcune società telefoniche più nuove hanno collegamenti che trasmettono solo segnali digitali ed il “nuovo modem” tira fuori il sonoro in arrivo.

Discorso a parte meritano i “telefoni cellulari”. Inizialmente funzionavano trasmettendo segnali analogici. Con l’avvento del GSM e dell’ultimo UMTS il collegamento è divenuto digitale ed im molti casi il “terminale” che portiamo in tasca si è trasformato in un minicomputer.

 I “terminali wireless”

Non esiste una definizione standard che identifichi le varie classe di terminali, cercherò quindi di descrivere i vari tipi più le funzionalità che per il nome che le possa qualificare.

Da un punto di vista pratico il terminale è sempre un minicomputer dotato di programmi più o meno complessi.

Il più semplice prototipo è praticamente un piccolo telefono cui sono stati aggiunti alcuni gadget tipo suonerie varie, memorizzazione di molti numeri, chiamata o risposta automatica, macchina fotografica etc.

Subito sopra ci sono i telefoni capaci di collegarsi ad Internet e che possono essere accoppiati ad un computer per entrare in rete. Questo tipo di accoppiamento può essere utile se si ha un portatile e si vuole lavorare fuori casa. Il collegamento telefono/computer può essere fatto con un cavetto o tramite raggi infrarossi o tramite bluetooth che non è altro che uno standard di trasmissione di raggi più potente degli infrarossi.

Il cosiddetto “biscottino” che è possibile comprare per collegarsi wireless alla rete, non è altro che un mini telefono capace di fare solo “una telefonata” ad un provider di connessione.

Il tipo di servizio wireless che i provider forniscono può essere configurato con standard diversi e sempre più potenti ed affidabile.

Portarsi a spasso un portatile per usare le funzionalità che la rete mette a disposizione non è sempre facile. I produttori di hardware ci hanno aiutato in due modi.

Il primo è stato quello di inserire sul “terminale” mini programmi che ci permettessero di accedere alla Posta Elettronica e poco più.

Allora sono stati inventati i cosiddetti palmari che inizialmente erano dei MiniPC con i quali era possibile scrivere, leggere e far di conto. Questi palmari potevano accedere alla rete accoppiandosi con un “telefonino” GSM.

Le funzioni “telefono” furono inserite subito dopo nel Palmare che si trasformò il un minicomputer capace anche di telefonare.

Lo schermo piccolo e la tastiera ridotta si dimostrarono troppo piccoli per un uso “decente” ed un pochi anni fa sono cominciati ad uscire i micro-Pc del peso di meno di un kilo e del formato A5(mezzo A4).

Oggi sul mercato esiste una vastissima gamma di Terminali che differiscono per peso, misure, capacità, potenza, etc.

La scelta di uno o l’altro di questi dispositivi è molto spesso dettata dal fatto che “non si può fare a meno dell’ultimo modello”.

Io vorrei tanto far parte di questo gruppo, ma banali imposizioni economiche molte volte purtroppo mi hanno frenato.

Attilio A. Romita.

One thought on “Pillola su Telefonini, Palmari, PC, Modem, Rete, Mail… di Attilio A. Romita

  1. ho letto atentamente tutto e ringrazio per questa “pillola” molto interessante, Maria

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