Veneto: Piranesi, architettura e immagini di terracotta

Pubblicato il 17 Giugno 2020 in Outdoor Mostre

“Un architetto al tempo di Canova: Alessandro Papafava e la sua raccolta”

Vicenza, Palladio Museum –  fino al 13 Settembre

Una raccolta di disegni di architettura rimasta intatta perché protetta per secoli nell’archivio di una nobile famiglia padovana, in grado di trasportarci in un mondo lontano, quello di Alessandro Papafava (1784-1861), architetto padovano cresciuto in tempi difficili ma fervidi di passioni, all’indomani della caduta della Serenissima.
L’eccezionale raccolta di 49 fogli di vario formato e di stampe di celebri architetti a cavallo tra due secoli – fra cui Giacomo Quarenghi, Giuseppe Camporese e l’inglese Joseph Michael Gandy – venne riunita da Alessandro tra il 1803 e il 1807. In quegli anni il giovane Papafava si trovava a Roma per volere della madre, preoccupata di allontanarlo dai suadenti ideali napoleonici che nel Veneto avevano sedotto più di un giovane aristocratico. Dopo un periodo trascorso tra Budapest, Dresda, Vienna e Berlino, era rientrato in Italia e, su consiglio del conterraneo Antonio Canova, aveva iniziato a studiare architettura presso l’Accademia di San Luca.
Dopo due secoli, questo prezioso materiale è stato generosamente donato dalla famiglia Papafava dei Carraresi al Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza perché fosse conservato al Palladio Museum. La donazione è stata fatta in memoria del conte Novello Papafava dei Carraresi e di sua moglie Bianca Emo Capodilista per volontà dei figli Benedetta, Alberto, Fina, Marsilio, Alessandro, Donata, nonché degli eredi dei non più viventi Lieta e Francesco.

La raccolta, conservata integra dalla famiglia Papafava per più di 200 anni, è costituita da materiali di altissima qualità grafico-pittorica e riveste un valore storico enorme: essa ci restituisce infatti una rara istantanea degli interessi di un giovane studente di architettura fra Sette e Ottocento, totalmente immerso nella cultura architettonica negli anni in cui i modelli del Neoclassicismo romano arrivarono nel Veneto, rivoluzionandone il gusto. Alessandro Papafava, giovane ed entusiasta studioso d’arte, oltre all’Accademia frequentava i più influenti atelier artistici, come i laboratori di Canova e della pittrice Angelika Kauffmann e quelli degli architetti Giuseppe Camporese, Vincenzo Balestra e Mario Asprucci, acquistando da loro le stampe e i bellissimi disegni acquerellati, insieme a quelli dell’inglese Joseph Michael Gandy, autore delle immaginifiche vedute dei progetti di Sir John Soane, e di Giacomo Quarenghi (di cui nel 2017 si è celebrato il bicentenario della morte). Tornato a Padova, Alessandro Papafava utilizzò quanto imparato a Roma sia nella riprogettazione delle sale e degli arredi dell’appartamento neoclassico nel palazzo di famiglia a Padova sia nel ridisegno austero delle facciate e degli interni nella villa di Frassanelle, ai piedi dei Colli Euganei.

Informazioni: Palazzo Barbarano, Contra’ Porti, 11  Vicenza accoglienza@palladiomuseum.org  Tel. 0444 323014

Orari: dal martedì alla domenica, 10:00-18:00

Prezzi: intero € 8,00; ridotto € 6,00


Giovanni de Fondulis, Pietà. Prozzolo di Camponogara (VE), Chiesa di San Michele Arcangelo

“A nostra immagine. Scultura in terracotta del Rinascimento Da Donatello a Riccio”

Padova, Museo Diocesano – fino al 27 Settembre

Secoli, dispersioni, furti, indifferenza, vandalismi hanno quasi completamente distrutto o disperso un patrimonio d’arte unico al mondo: le sculture in terracotta rinascimentali del territorio padovano. Ma qualcosa di prezioso e significativo è rimasto e il Museo Diocesano di Padova insieme all’Ufficio beni culturali, al termine di una intensa, partecipata campagna di recupero, studi, ricerche e restauri, sostenuti anche dal progetto di sensibilizzazione e raccolta fondi “Mi sta a cuore”, riescono ora a riunire nelle Gallerie del Palazzo vescovile di Padova, sede espositiva del Museo, fino al 27 settembre 2020, una ventina di terrecotte rinascimentali del territorio, orgogliosa testimonianza delle migliaia che popolavano chiese, sacelli, capitelli, conventi e grandi abbazie di una Diocesi che spazia tra le province di Padova, Vicenza, Treviso, Belluno e Venezia.

Ci si potrebbe chiedere il perché di una diffusione tanto capillare della scultura in terracotta proprio in questo territorio. La ragione va individuata nella presenza prolungata e molto attiva, a Padova, a ridosso della Basilica di Sant’Antonio, della bottega di Donatello e, dopo di lui, di Bartolomeo Bellano, Giovanni De Fondulis e Andrea Riccio. Questi artisti creavano capolavori in pietra, marmo, bronzo, ma anche nella più umile (e meno costosa) terracotta. Opere preziose ed espressive, e per questo molto ambite e richieste. In queste botteghe venivano alla luce grandi scene di gruppo, come i Compianti, immagini di Santi ma anche piccole e raffinate Madonne con il Bambino per devozione familiare, di dimensioni ridotte ma spesso di grande qualità.

E la mostra, quasi per campione, accoglie esempi emozionanti di queste variegate produzioni artistiche distribuite nel territorio, non meno pregiate di altre sculture in terracotta che saranno prestate per l’occasione da alcuni Musei nazionali e internazionali, come il Museo del Louvre. Viene ricomposto il Compianto di Andrea Riccio, oggi diviso tra la chiesa padovana di San Canziano e i Musei Civici di Padova. E’ presentati alcuni inediti, tra cui una Madonna con il Bambino salvata da una clarissa dopo la soppressione del Convento padovano di Santa Chiara in età napoleonica, custodita fino a poco tempo fa nella clausura del Monastero della Visitazione in Padova, e ora restituita al suo aspetto originario da un importante restauro. Per la prima volta sono esposti, in una suggestiva installazione, i frammenti superstiti di una Deposizione, gravemente danneggiata nel bombardamento della chiesa di San Benedetto dell’11 marzo 1944.

Informazioni: Museo Diocesano, Piazza Duomo 12 Padova Tel. 049 8226159 www.museodiocesanopadova.it

Orario: da martedì a venerdì 10.00 – 13.00 e 14.00 – 18.00 sabato, domenica e festivi 10.00 – 13.00 e 14.00 – 19.00

Prezzi: Museo e mostra Intero € 8,00 Ridotto € 6,00

Plasticatore padovano, Compianto su Cristo morto. Padova, Chiesa di San Pietro

“Giambattista Piranesi. Architetto senza tempo”

Bassano del Grappa (VI), Palazzo Sturm – fino al 19 Ottobre

La mostra propone tutti i capolavori grafici di Giambattista Piranesi patrimonio delle raccolte bassanesi. Un corpus completo che comprende incisioni sciolte e molte altre racchiuse in volumi ai quali si aggiunge la serie completa delle Carceri d’Invenzione proveniente dalle collezioni della Fondazione Giorgio Cini di Venezia. La città di Bassano del Grappa ha scelto di omaggiare il grande genio di Piranesi in occasione del terzo centenario della sua nascita (4 ottobre 1720). Il patrimonio grafico dell’artista di origini venete, che conta a Bassano circa 570 opere, viene esposto nel quarto e quinto piano di Palazzo Sturm. La sua attività ha influenzato non solo architetti ma anche scenografi e pittori oltre che lasciare un forte impatto anche sulla fantasia letteraria. Veneto di nascita ma romano d’adozione, Piranesi si presenta in questa mostra con tutta la sua incredibile potenza grafica.

Giunto a Roma appena ventenne, decide di trasferirvisi definitivamente a partire dal 1746, iniziando la produzione delle celebri Vedute di Roma: raccolte di tavole raffiguranti ruderi classici e monumenti antichi, tra cui quelle presenti nelle collezioni di Bassano del Grappa. Architetto di un unico edificio, la chiesa di Santa Maria del Priorato a Roma, Piranesi diede vita nelle sue incisioni ad architetture che stupirono il mondo, magnificamente oniriche ma al contempo potentemente concrete e per questo destinate a colpire la fantasia di molti. Di lui parlarono con ammirazione sconfinata non solo esperti d’arte e di architettura ma anche poeti e scrittori; tra i molti Marguerite Yourcenar volle dedicargli una biografia dove, a proposito delle Carceri – l’opera forse più famosa di Piranesi – scrive trattarsi di “una delle opere più segrete che ci abbia lasciato in eredità un uomo del XVIII secolo”.

Per la prima volta nella loro storia i Musei Civici di Bassano del Grappa espongono al pubblico il corpus completo di incisioni piranesiane presenti nelle collezioni permanenti cittadine. Un corpus completo che comprende le più celebri Vedute di Roma: tavole raffiguranti i monumenti antichi realizzate dall’artista nell’intero arco della sua vita. A queste si aggiungono i quattro tomi delle Antichità Romane, preziosi volumi che costituiscono il fulcro della visione archeologica di Piranesi. Fondamentali per l’intera opera piranesiana e, allo stesso tempo, punto di partenza per le opere successive di argomento analogo e complementare, queste tavole forniscono un quadro unitario organico della città di Roma attraverso l’individuazione dei monumenti, delle zone e degli spazi, della cinta muraria, della rete degli acquedotti e delle porte urbane. Nelle Carceri così come in tutte le sue acqueforti la decadenza di Roma viene esaltata nella sua terribile bellezza con una carica visionaria che ha saputo esercitare un importantissimo riferimento artistico per la cultura contemporanea. In mostra sono esposte anche le lettere tra il conte Remondini di Bassano del Grappa e Francesco Piranesi, figlio di Giovambattista e continuatore dell’attività. Nel catalogo sono inoltre presentati nuovi documenti relativi alla genealogia di Piranesi e ai suoi rapporti con Venezia.

Luca Pignatelli è l’artista contemporaneo con il quale i curatori della mostra vogliono testimoniare quanto, ancora una volta, l’insegnamento artistico degli antichi sia vivo nella produzione artistica del presente. Come in Piranesi, anche nei lavori di Pignatelli la storia è assoluta protagonista e diventa di volta in volta quella che lo stesso artista definisce una “rappresentazione stratificata del tempo”. Gli orologi inseriti nella Veduta del Castello dell’Acqua Felice di Pignatelli, oggi, raccontano questa storia e lo fanno mostrandosi in qualità di piccoli oggetti perfetti che hanno scandito il passato e determinato la vita di molti uomini.

Informazioni: Musei Civici, Palazzo Sturm Piazza Garibaldi 34 Bassano del Grappa T +39 0424 519 940
info@museibassano.it

Orari: Tutti i giorni 10—19, chiuso il martedì

Prezzi: Intero 7 €, Ridotto 5 €

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