Lombardia: Canova, Gauguin e le luci di Evans

Pubblicato il 15 Giugno 2020 in Outdoor Mostre
Antonio Canova

“Canova – Thorvaldsen. La nascita della scultura moderna”

Milano, Gallerie d’Italia – fino al 28 giugno

La mostra Canova | Thorvaldsen. La nascita della scultura moderna rappresenta, sia per l’importanza e la bellezza delle opere esposte, che per la grande rilevanza scientifica, una straordinaria occasione di conoscenza della scultura tra Sette e Ottocento. Un periodo in cui quest’arte ha conosciuto una decisiva trasformazione grazie al genio dell’italiano Antonio Canova (Possagno 1757 – Venezia 1822) e del danese Bertel Thorvaldsen (Copenaghen 1770 – 1844), protagonisti e rivali sulla scena ancora grandiosa di una Roma cosmopolita dove hanno avuto modo di confrontarsi con i valori universali della classicità e dell’antico. Furono infatti riconosciuti e celebrati come i “classici moderni”, capaci di trasformare l’idea stessa della scultura e la sua tecnica, creando capolavori immortali che sono diventati, anche perché continuamente riprodotti, amati e popolari in tutto il mondo.

La prestigiosa collaborazione con il Thorvaldsens Museumdi Copenaghen e il Museo Statale Ermitagedi San Pietroburgo, il contributo di prestiti fondamentali concessi da importanti musei italiani e stranieri, ma anche da esclusive collezioni private, hanno reso possibile confrontare, per la prima volta in una mostra, i due artisti, seguendoli nel loro affascinante percorso biografico e creativo.
Il paragone era avvenuto originariamente a Roma, dove hanno trascorso la maggior parte della loro vita e raggiunto la celebrità grazie a una carriera straordinaria. Canova vi si era trasferito nel 1781 da Venezia, mentre il più giovane Thorvaldsen lo raggiungerà nel 1797 da Copenaghen. Nei due decenni successivi e oltre, quando la loro presenza ha fatto di Roma la capitale della scultura moderna, furono rivali e si

Thorvaldsensfidarono sugli stessi motivi e soggetti, dandone ciascuno la propria originale interpretazione. Si trattava delle figure dell’antica mitologia che, come le Grazie, Amore e Psiche, Venere, Ebe, rappresentavano nell’immaginario collettivo occidentale l’incarnazione dei grandi temi universali della vita e della morte, come il breve percorso della giovinezza, l’incanto della bellezza, le lusinghe e le delusioni dell’amore.

La possibilità di radunare le loro statue più belle ci ha permesso di allestire un vero Olimpo di marmo, emblema di una civiltà che guardava all’antico, ma che aspirava nello stesso tempo alla modernità. Canova è stato l’artista rivoluzionario, capace di assegnare alla scultura il primato sulle altre arti, attraverso il confronto e il superamento degli antichi. Thorvaldsen, studiando l’opera e la strategia del rivale, si è ispirato a un’idea più austera e nostalgica della classicità, avviando una nuova epoca dell’arte nordica dominata dal fascino intramontabile del mondo mediterraneo.

Informazioni: Gallerie d’Italia Piazza della Scala 6 Milano – info@gallerieditalia.com – 800.167619

Orari: da martedì a domenica dalle 9:30 alle 19:30 – Giovedì dalle 9:30 alle 22:30 – Chiuso il lunedì

Consigliata la prenotazione online cliccare QUI

Prezzi: biglietto congiunto valido per la visita alle mostre e alle collezioni permanenti: intero: 10,00 € – ridotto: 8,00 €

 


“Gauguin, Matisse, Chagall. La Passione nell’arte francese dai Musei Vaticani”

Milano, Museo Diocesano Carlo Maria Martini – fino al 4 ottobre

Una riflessione sui temi della Passione, del sacrificio, della speranza, interpretata dai pennelli di Gauguin, Matisse, Chagall corre attraverso una selezione di capolavori dei Musei Vaticani, in mostra al Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano dopo la lunga pausa imposta dall’emergenza sanitaria. Un tema che, pensando soprattutto ai mesi appena trascorsi, sentiamo più che mai vicino e carico di attualità. Eccezionalmente prorogata fino al 4 ottobre la mostra “Gauguin, Matisse, Chagall. La Passione nell’arte francese dai Musei Vaticani” presenta al pubblico oltre venti capolavori di artisti come Auguste Rodin, Maurice Denis, Henri Matisse, Georges Rouault, selezionati dal ricco nucleo di arte francese della Collezione di Arte Contemporanea dei Musei Vaticani, voluta fin dal 1964 da papa Paolo VI. L’appuntamento porta quindi a Milano quegli artisti considerati da papa Montini i “custodi della bellezza del mondo”.

Paolo VI riconosceva infatti all’arte e al suo misterioso processo di creazione “una capacità prodigiosa di esprimere, oltre l’autentico, il religioso, il divino, il cristiano”. Nasceva da queste riflessioni la prima raccolta di 900 opere di autori contemporanei – inaugurata nel 1973 – provenienti da diversi ambiti geografici e culturali.  Il percorso espositivo si articola in quattro ambienti, corrispondenti ad altrettanti nuclei tematici, che dall’Annunciazione conducono alla Resurrezione di Cristo. La prima sala è dedicata alla Vergine Maria e a Gesù Bambino, con le xilografie del pittore francese Maurice Denis che lasciano il posto alla relazione tra la Madre e il Figlio intimamente descritta da Matisse e da Léonard Tsuguharu Foujita, l’artista giapponese convertitosi al Cattolicesimo.

Le vedute di processioni di Paul Gauguin e di Auguste Chabaud, nella seconda sala, accompagnano lo sguardo del visitatore verso il Golgota, dove si consuma il dramma della Croce, interpretato da Georges Rouault e ancora da Matisse. La sofferenza di Cristo è invece al centro della terza sala, dove si incrociano i capolavori di Marc Chagall, Jean Fautrier, e ancora di Henri Matisse accanto alle incisioni graffianti di Bernard Buffet. La Resurrezione di Émile Bernard e il grande trittico di George Desvallières che raffigura il “velo della Veronica” – il panno, intriso di sangue e sudore, che una delle pie donne utilizzò per detergere il volto di Gesù durante la Via Crucis – chiudono il percorso.

La mostra si inserisce nel dibattito tra arte e fede – acceso più che mai nel delicato passaggio tra il XIX e il XX secolo – ripercorrendo le sensibilità e gli interessi da parte dei tanti artisti che si sono confrontati con i temi religiosi. Ne scaturisce un approfondimento variegato, nel quale le storie della Passione, le tematiche della morte e del dolore, il mistero del sacrificio e della redenzione, vengono affrontati e restituiti dai Maestri di Otto e Novecento con partecipazione autentica.

Informazioni: Museo Diocesano, Chiostri di Sant’Eustorgio Piazza Sant’Eustorgio 3 – Milano info.biglietteria@museodiocesano.it – Tel. 02 89420019

Orari: Martedì-Domenica: 10.00-18.00 / Apertura serale: Lunedì-Domenica: 18.00-22.00

Prezzi: Intero € 10,00 – Ridotto 8 euro

 


“Georges de La Tour. L’Europa della luce”

Milano, Palazzo Reale – fino al 27 settembre

La prima mostra in Italia dedicata a Georges de La Tour che, attraverso mirati confronti tra i capolavori del Maestro francese e quelli di altri grandi del suo tempo (Gerrit van Honthorst, Paulus Bor, Trophime Bigot, Frans Hals e altri), vuole portare una nuova riflessione sulla pittura di genere e sulle “sperimentazioni luministiche”, per affrontare i profondi interrogativi che ancora avvolgono l’opera di questo misterioso artista. La Tour ritrae angeli presi dal popolo, santi senza aureola né attributi iconografici, e predilige soggetti presi dalla strada, come i mendicanti, dipingendo in generale gente di basso rango più che modelli storici o personaggi altolocati. I pochi quadri riconosciuti come autografi sono perlopiù di piccolo o medio formato, intimi, privi di sfondo paesaggistico, notturni e, soprattutto nella presunta ultima fase artistica, quasi dei monocromi dall’impianto geometrico, semplice ma modernissimo per l’epoca.

Georges de La Tour, San Filippo (Saint Philip), 1615-1625 ca, olio su tela

Per la prima volta, a Milano a Palazzo Reale, il mondo e le opere di Georges de La Tour, un mondo di immagini straordinarie, di gesti risoluti, di una interiore contemplazione che avvince ed emoziona e il cui oblio era dovuto alla straordinaria unicità della sua opera. Un progetto che si presenta particolarmente complesso per diversi aspetti, tra i quali il numero di prestatori (28 da tre continenti) che ha coinvolto alcune delle più grandi istituzioni internazionali come la National Gallery of Art di Washington D.C., il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, la Frick Collection di New York, Il S. Francisco Fine Art Museum, il Chrysler Museum di Norfolk, la National Art Gallery di Leopoli, più una grande partecipazione delle istituzioni museali regionali francesi, come il Musée des Beaux-Arts di Nantes, il Musée du Mont-du Piété di Bergues, il Musée départemental d’Art ancien et contemporain di Epinal, il Museée des Beaux-Arts di Digione, il Musée Toulouse-Lautrec di Albi, il Musée départemental Georges de La Tour di Vic-sur-Seille e alcuni importanti musei italiani come la Galleria degli Uffizi, la Pinacoteca Vaticana, la Galleria nazionale d’Arte Antica-Palazzo Barberini.

Infomazioni: Palazzo Reale, piazza Duomo  – tel 02 92897755

Orari: Gio: 11:00 – 22:30 Ven: 11:00 – 19:30 Sab: 11:00 – 19:30 Dom: 11:00 – 19:30

Biglietti: Intero € 14 – Ridotto € 12

Per acquistare BIGLIETTO DATA FISSA con prenotazione obbligatoria

L’audioguida è inclusa nel biglietto in forma di App scaricabile dal 30 maggio negli store Apple e Google inserendo il titolo della mostra

Georges de La Tour, Educazione della Vergine, 1650 ca., olio su tela 83.8 x 100.3 cm

Cerith Wyn Evans “….the Illuminating Gas”

Milano, Pirelli Hangar Bicocca – fino al 2021

Pirelli HangarBicocca riapre al pubblico assicurando massima sicurezza. Prorogata fino al 2021 la mostra di Trisha Baga che convivrà con la mostra di Cerith Wyn Evans e successivamente con quella dell’artista Chen Zhen. I visitatori avranno quindi la possibilità di riammirare nello spazio delle Navate la mostra “….the Illuminating Gas”di Cerith Wyn Evans (Llanelli, Galles, Regno Unito, 1958) e nello spazio dello Shed “the eye, the eye and the ear” di Trisha Baga (Venice, Florida, 1985).  Oltre, ovviamente, all’installazione permanente de I Sette Palazzi Celesti 2004-2015 di Anselm Kiefer (Donaueschingen, Germania, 1945). Nel mettere in atto le necessarie prescrizioni sanitarie, il team di Pirelli HangarBicocca è riuscito a preservare la fruibilità integrale delle opere: gli ampi spazi della struttura, che si estende con uno sviluppo orizzontale di 15 mila metri quadrati, ben si prestano al mantenimento del distanziamento sociale, garantendo quindi i massimi standard di sicurezza. Gli ingressi saranno contingentati nella quantità e nella frequenza e separati per ingresso e uscita per evitare assembramenti, ma non sarà necessaria la prenotazione online. Sono online e saranno collocate in loco le linee guida per i visitatori.

Concepita come una composizione armonica di luce, energia e suono, è la più grande mostra mai realizzata da Evans: presenta una straordinaria selezione di ventiquattro opere tra sculture storiche, complesse installazioni monumentali e nuove produzioni, che offrono ai visitatori un’esperienza sinestetica unica.
Dopo gli esordi come filmmaker, dagli anni Novanta Cerith Wyn Evans si dedica alla realizzazione di sculture, interventi site specific e perfomativi che si caratterizzano per l’utilizzo di elementi e materiali effimeri come la luce e il suono, e per la centralità della dimensione temporale nella fruizione dell’opera. La ricerca dell’artista si focalizza sulla percezione, sul potenziale del linguaggio e della comunicazione, mettendo in discussione la nostra nozione di realtà.
Nella loro eleganza ed equilibrio formale, i lavori di Cerith Wyn Evans attingono a una complessità di riferimenti e citazioni – dalla letteratura, alla musica, filosofia, fotografia, poesia, storia dell’arte, astronomia e scienza – che vengono declinati in forme del tutto nuove attraverso un articolato processo di montaggio. Questa operazione avviene sia attraverso l’impiego di materiali testuali che, decontestualizzati, vengono tradotti in un linguaggio luminoso – ad esempio sotto forma di scritte al neon, fuochi d’artificio o pulsazioni di luce – sia trasponendo in sculture l’immaginario di artisti storici, come Marcel Duchamp, o il repertorio di gesti del teatro giapponese Noh, come nella serie Neon Forms (after Noh) (2015-2019).

Informazioni:  Hangar Bicocca, via Chiese 2  Milano T02 66 11 15 7 info@hangarbicocca.org

Orari: tutti i sabati e le domeniche dalle 10,30 alle 20,30

Ingresso gratuito

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