20.000 PERMESSI TEMPORANEI Per dare mobilità agli immigrati già arrivati nel nostro Paese.

Pubblicato il 6 Aprile 2011 in da Vitalba Paesano

Le aperture

Corriere della Sera: “No della Camera ai pm di Milano”, “Caso Ruby: passa per 12 voti il conflitto di attribuzione”. E poi: “Due nuovi deputati con la maggioranza. Napolitano difende ‘l’autonomia della magistratura’”.
A centro pagina: “Il decreto del governo: 20mila permessi temporanei a chi è già sbarcato in Italia”, “Sui controlli prima intesa con la Tunisia”.

La Stampa: “Ruby, la Camera dice no ai pm”, “Via libera per 12 voti al conflitto tra poteri dello Stato. Pd e Idv in piazza”, “Ora tocca alla Consulta. Berlusconi: brigatismo giudiziario. Bersani: umiliati davanti al mondo. Parte il processo a Milano”.
A centro pagina: “Immigrati, 20mila permessi temporanei”.

La Repubblica: “Ruby, la Camera vota contro i pm”, “Sì al conflitto di attribuzione. Berlusconi: brigatismo giudiziario”. A centro pagina: “Maroni: accordo fatto, Tunisi fermerà gli immigrati”.

Il Foglio: “Maroni firma l’accordo con Tunisi sui migranti, il Cav. quello con Bossi”, “Sbloccata la crisi sui rimpatri, mentre la maggioranza si allarga e fa passare in Aula il conflitto di attribuzione”.
Il titolo in rosso che occupa due colonne in prima riguarda la Costa D’Avorio: “Caccia grossa in Africa”. La pagina intenazionale si occupa di Usa: “Petraeus alla Cia? Ecco il valzer della sicurezza nelle stanze di Obama”, “Il network Npr azzarda il possibile giro di poltrone: il generale al posto di Leon Panetta, in partenza verso il Penatgono”, “Scade il mandato di Gates”.

Europa: “La verità politica su Ruby? Berlusconi è solo un cretino”, “In 314 credono alla versione della nipote di Mubarak. Al processo non va neanche Ghedini”.

Il Giornale: “Processate la Bocassini”, “La Procura allega alle carte del caso Ruby le telefonate di Berlusconi. Che finiscono sui giornali. E’ un reato, ma chi pagherà?”. E si anticipa in prima un’intervista a Luciano Violante, che viene riassunta così: “Quelle intercettazioni non dovevano esserci: ora serve una riforma”.

Libero: “Silvio vince (mica tanto)”, “la Camera dice no ai Pm, una larga maggioranza decide che non va processato a Milano, ma non servirà a nulla”.

Il sole 24 Ore: “Intesa vara il maxiaumento”, “sì unanime dei vertici alla operazione da 5 miliardi e al piano industriale che punta a 4 miliardi di utili nel 2013”. E poi: “Draghi: molto incoraggiante il rafforzamento delle banche italiane”. A centro pagina, le parole del presidente dell’Isvap, che dice: “Sulle Generali l’Isvap ha fatto il suo dovere”. Oggi il consiglio decisivo di Generali, in cui si discuteranno le delege del presidente Geronzi.

Ruby

Oggi si apre il processo a Berlusconi per concussione e prostituzione minorile sulla vicenda Ruby. Ieri la Camera ha votato favorevolmente alla richiesta di sollevare conflitto di attribuzioni nei confronti della Procura e del Gip di Milano, ritenuti non competenti a giudicare il premier. Spiega il Corriere: “Qualora la Consulta dovesse dare ragione alla assemblea dei deputati, tra un anno interverrebbe il Tribunale dei ministri nella sua funzione di filtro a tutela dei membri del governo. A quel punto, per Berlusconi si aprirebbero le porte di una archiviazione o di un rinvio a giudizio condizionato però dalla autorizzazione a procedere della Camera (scrutinio segreto con un minimo di 316 voti). Si parla insomma di tempi lunghi sul Rubygate, in tutto, prima della pronuncia definitiva, passerà almeno un anno. Nel frattempo sarà a discrezione del tribunale di Milano decidere se sospendere o no il processo a Berlusconi. Il conflitto sollevato davanti alla Consulta si svolgerà in due fasi: una prima deve decidere l’ammissibilità o meno della richiesta, la seconda nel merito. Ma anche per la prima fase, la pronuncia della Consulta non ci sarà prima della fine di settembre. La Camera dovrà scegliere un avvocato che la rappresenti davanti alla Corte, che scriverà il ricorso, spiegando le motivazioni per cui si è sollevato il conflitto. A Palazzo della Consulta, scrive ancora il Corriere, viene dato per scontato che il conflitto venga dichiarato ammissibile. E a quel punto la magistratura di Milano potrebbe decidere di aspettare il giudizio di merito della Consulta stessa, su istanza dei legali del premier, anche se la Procura ha già fatto sapere che si opporrà.
A votare per il conflitto di attribuzione ieri c’erano anche i Libdem, ovvero ex diniani Italo Tanoni e Daniela Melchiorre. Il primo viene intervistato da La Repubblica, e racconta la sua delusione nei confronti del Terzo Polo. E secondo il Corriere della Sera si prevedono altri arrivi al Pdl dall’Mpa di Lombardo.
Il Corriere della Sera torna ad occuparsi delle telefonate tra Berlusconi e tre ragazze, pubblicate ieri dallo stesso quotidiano, che oggi ne pubblica una quarta. Pur descrivendo “scuro in volto” il procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati, per via della pubblicazione delle tre intercettazioni finite agli atti, probabilmente per errore, nonostante uno dei due interlocutori fosse il deputato Berlusconi senza autorizzazione della Camera. Se ne occupa ampiamente Il Giornale, con un editoriale in prima del direttore Alessandro Sallusti, che denuncia come i magistrati possano tranquillamente calpestare la legge, sapendo di rimanere impuniti. Ad occhi, infatti, i Pm della Procura di Milano hanno commesso un reato, trascrivendo ed allegando ad atti pubblici tre intercettazioni telefoniche del presidente del Consiglio senza autorizzazione del Parlamento. E insiste: “Su questo tema la legge è chiara. Primo: i telefoni di deputati e senatori non possono essere intercettati. Secondo: se intercettando una persona terza gli inquirenti si rendono conto che stanno ascoltando la voce di un parlamentare, l’operazione va subito interrotta. Terzo: se i pm si accorgono solo a cose fatte dell’indebito ascolto, i nastri e le trascrizioni devono essere buttati, a meno che la Camera di riferimento, interpellata, non decida diversamente.
Luciano Violante, intervistato dallo stesso quotidiano, dice: “Mi sembra pacifico che le intercettazioni delle telefonate di Berlusconi non dovevano essere messe agli atti dalla Procura di Milano”. Di nuovo “quelle tre conversazioni nel fascicolo non dovevano esserci”. Secondo Violante serve una riforma per contrastare la fuga di notizie. Il giudice competente deve essere non quello dell’ufficio giudiziario dove è avvenuta, ma il tribunale di una diversa Corte d’Appello.

Esteri

La Stampa intervista Paul Bhatty, fratello di quel ministro pakistano per le minoranze che è stato assassinato il 2 marzo scorso per via del suo impegno a favore dell’eliminazione della legge sulla blasfemia. Invita a difendere i cristiani, e ammonisce, sulle crisi nel mondo arabo, che i fanatici possano prendere vantaggio dal crollo dei regimi.
Europa si occupa di Egitto: i salafiti hanno annunciato la formazione di un partito politico; la fratellanza musulmana si è spaccata e gareggerà divisa. La galassia islamista si sta riorganizzando, con una parte dei salafiti che chiede l’applicazione della sharia, a destra; al centro la vecchia guardia della Fratellanza, con il nuovo partito Libertà e giustizia; a sinistra i “riformisti”, ovvero la costola della Fratellanza che da poco si è scissa, creando il nuovo partito dal nome “la rinascita d’Egitto”. Questi ultimi sono per lo più giovani islamici che hanno combattuto a fianco dei loro coetanei in piazza Tahrir.
Parla di “deriva egiziana” uno degli editoriali de Il Foglio, denunciando come il “fine diplomatico ascoltato nei salotti che contano” Mohamed el Baradei, parli “come Hamas”. Ci si riferisce alla sua dichiarazione: “Se Israele attacca Gaza, dichiareremo guerra allo stato sionista”. Se diventasse presidente – scrive Il Foglio – aprirebbe il valico di Rafah per difendere Gaza da Israele, creerebbe nuove relazioni con gli amici iraniani.
Su La Stampa si parla di un possibile rimpasto di governo negli Usa, che porterebbe a cambiamenti soprattutto all’intelligence e alla Difesa. Per Petraeus ci sarebbe un futuro alla Cia. Potrebbe prendere il posto di Leon Panetta, che invece sostituirebbe Gates al Pentagono, come scritto anche da Il Foglio.
La Repubblica intervista una dissidente siriana, appena uscita dal carcere dopo 15 giorni di sciopero della fame. Racconta che in febbraio, insieme ad altri manifestanti, era stata presa a cinghiate per un raduno di solidarietà con i tunisini e gli egiziani.
Le pagine R2 de La Repubblica si occupano della “talpa di Wikileaks”, ovvero il soldato Manning, accusato di aver passato i file segreti a Wikileaks, in carcere da un anno in attesa del processo. Rischia la pena di morte. L’amministrazione Usa spera – secondo il quotidiano – di spingerlo ad accusare Julian Assange.

Economia

La Repubblica intervista il direttore del Fondo Monetario Internazionale Dominique Strauss-Kahn che dice – a proposito del caso Parmalat: “L’Italia sbaglia ad alzare le difese, non si ostacolano gli investimenti”. Richiama regole dell’Unione Europea secondo cui non possono esserci limiti agli investimenti tra gli stati membri.
Luigi Zingales firma l’editoriale del Sole 24 Ore dedicato al “patriottismo finanziario”. “Cosa significa salvare l’italianità di Parmalat? Significa proteggere i produttori di latte nostrani, i notabili che prestano servizi al quartier generale di Collecchio, un flusso di donazioni a iniziative benefiche in Emilia, la cultura alimentare italiana o la poltrona di Enrico Bondi?”. Molti di questi obiettivi – secondo Zingales – possono essere raggiunti in modo molto più diretto e con costi economici minori, dice, denunciando la opacità di molte operazioni di sistema.

(Fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)