“La mostra in fiore”, di Paolo Gruppuso

Pubblicato il 10 Febbraio 2010 in , da Vitalba Paesano

In corso a Forlì sino al 20 Giugno 2010- Fiori: Natura e simbolo dal Seicento a Van Gogh- Presso il Museo San Domenico

Un genere pittorico con estimatori e appassionati vastissimo, in particolare più vicino alla sensibilità femminile, per i significati simbolici che hanno contraddistinto, da sempre, l’espressione piu’ concreta dei sentimenti e degli affetti. I fiori parlano e mettono in mostra (è proprio il caso di ribadirlo), il vestito della festa, si fanno ammirare per la bellezza dei colori (dai più tenui e delicati a quelli più sgargianti), oltre che per i più esotici profumi.

Prescindendo però, dalle caratteristiche estetiche e decorative, il nuovo genere pittorico che si venne affermando sin dagli ultimi anni del Cinquecento merita alcune precisazioni di natura storica per inquadrare la nascita e lo sviluppo del genere. In quell’epoca infatti, le circostanze socio-economiche, a causa della positiva evoluzione congiunturale  della società , ebbero una ripercussione favorevole sul mercato dell’arte.

Accanto alla aristocrazia si stava rafforzando una  classe borghese colta e sensibile (imprenditori,mercanti e finanzieri), che a partire dai primi anni del Seicento contribuirono ad affermare il collezionismo in gran parte dell’Europa settentrionale: una vera e propria rincorsa alla acquisizione delle opere pittoriche più  rappresentative; basterebbe citare il grande successo che riscosse la pittura del Caravaggio con la più nota “Canestra di frutta”.

Un successo quello della “Natura morta” (da imputare anche ai mercanti fiamminghi e olandesi),che si diffuse a seguito della grande varietà dei temi rappresentati (fiori e frutta), per le ridotte dimensioni dei formati e la concorrenzialità fra gli artisti più o meno noti!

Il Seicento poi, contribuì a esaltare la rappresentazione della natura in generale e quindi si ebbe terreno fertile per pubblicizzare il tema.

Ma torniamo alla mostra che ospita artisti di fama internazionale con 130 opere, provenienti dai più importanti musei del mondo, con le più note firme di autori dal 1600 al 1800 (Monet,VanDyke, Delacroixe, Cezanne, Klimt, Gaugin e altri meno noti).

La mostra è visitabile anche muniti di audioguida, per una piu’ accurata descrizione delle opere!

Anche se non sarà possibile vedere la famosa “Canestra”del Caravaggio (per  una esposizione negli USA), ha suscitato grande interesse (insieme alle altre opere), la famosa “Fiasca Fiorita”, sempre avvolta nel mistero a causa della ignota identità dell’autore.

Emozioni e senzazioni indimenticabili al cospetto di tanta magnificenza; le cronache narrano di profumati effluvi fra tulipani, rose e giacinti, percepiti dai visitatori piu’ sensibili.

Il tempo per una visita della mostra non è tiranno, la chiusura in Giugno 2010, induce alla ponderazione meditata e fatalmente dispensatrice di seducenti promesse inneggianti al piacere!

 Contributo di Paolo Gruppuso

 

Per chi vuole sapere di più:

Considerata una delle più belle nature morte di tutti i tempi, la “Fiasca fiorita” di Forlì è un dipinto di cui non è stato ancora risolto il mistero. Non conosciamo il suo autore. I diversi nomi suggeriti (ad esempio Cagnacci) collocano il suo autore in un ambito artistico che ha come referente Caravaggio. Probabilmente il quesito è destinato a rimanere irrisolto. Una cosa però è certa: si tratta di un quadro eseguito non da uno specialista di fiori, ma da un grande maestro appartenente alla categoria, allora considerata la più prestigiosa, quella dedita alla rappresentazione della figura umana, alla pittura sacra, a quella di storia e al ritratto.

Attorno e a partire da questo capolavoro, nelle sale del Museo San Domenico di Forlì, si sviluppa una grande mostra che ripropone, da un punto di vista e con un approccio metodologico del tutto nuovi, la storia della pittura di fiori, tra il naturalismo caravaggesco e l’affermazione della modernità con Van Gogh e il simbolismo, giungendo fino alle soglie del Novecento, prima della comparsa delle avanguardie storiche.

I capolavori di Van Dyck, Brueghel, Cagnacci, Guercino, Strozzi, Dolci, Cignani e di altri grandi pittori di storia che hanno eccezionalmente dipinto quadri di fiori, aiuteranno se non a risolvere, ad avvicinarsi al mistero, che è poi racchiuso nel segreto della sua straordinaria bellezza, della “Fiasca fiorita” di Forlì.

All’apice del Barocco, la fortuna del genere porterà alla nascita di una vera e propria specializzazione e alla frequente collaborazione tra pittori di figura e pittori di fiori.

I 100 capolavori esposti dimostrano come i quadri di fiori o i quadri di figura dove l’elemento floreale assume un rilievo simbolico e formale eguale se non superiore abbiano raggiunto un’intensità e un’originalità estetiche assai superiori alla convenzionalità che caratterizza la pittura dei cosiddetti “Fioranti”.

Rispetto al Settecento, quando il tema sembra diventare prevalentemente decorativo, l’Ottocento conosce una straordinaria ripresa. Mentre gli specialisti riducono la pittura di fiori a una produzione esclusiva e di grande qualità, ma inevitabilmente commerciale, sono proprio i protagonisti dei grandi movimenti della pittura moderna, dal Romanticismo al Realismo, dall’Impressionismo al Simbolismo, a reinventare il genere dandogli un nuovo significato.

Hayez, Delacroix e Courbet, Fantin-Latour, Leighton, Moore, Alma Tadema, Gauguin e Monet, De Nittis, Boldini e Zandomeneghi, Böcklin, Van Gogh e Previati saranno rappresentati con quadri di fiori o di figure caratterizzati spesso proprio dalla ripresa di motivi seicenteschi, ma ispirati soprattutto dalla volontà, tutta moderna, di scardinare la gerarchia dei generi. Ai valori del contenuto si sostituiscono quelli della forma, unendo a nuove valenze simboliche (come accade anche in letteratura, se solo pensiamo ai Fleurs du Mal di Baudelaire) la magia della pura visione dell’occhio dell’artista che registra le impressioni della natura e crea una nuova realtà superiore, quella dell’arte.

Come la grande mostra canoviana del 2009, che ha riscoperto i fondamentali rapporti tra Canova e Forlì, anche questa volta la prima parte della rassegna intende approfondire gli interessi naturalistici nella società e nella cultura forlivese, mostrando il prestigio raggiunto a livello mondiale dal botanico Cesare Majoli (1746 – 1823). Le sue tavole illustrate di fiori saranno messe a confronto con i dipinti di alcuni dei maggiori “Fioranti” tra Seicento e Ottocento.