Il fotografo e il pastore

Pubblicato il 5 Settembre 2013 in , da redazione grey-panthers

Il bastone in mano, avvolto in un ampio  mantello, il capello di feltro ben calzato in testa, cammina deciso alla testa del suo gregge. I cani iniziano la loro lunga sarabanda in mezzo ad un mare di lana in movimento. Dietro ai montoni, alle pecore e agli agnelli, segue l’asino, carico dei bagagli. E’ il 1988. Luigi Cominelli è un pastore come nei sogni. Ha 30 anni, è bello, parla più lingue. La sua figura è retta e superba, la sua voce profonda. Nato a Parre, vicino a Bergamo, sceglie il suo destino alla fine dell’adolescenza. A 16 anni, impara il mestiere con suo fratello, pecoraio nel Seeland. Affascinato dall’idea della libertà, entra nella lunga stirpe dei pastori bergamaschi che, da secoli, trascorrono la loro vita davanti al gregge di pecore, conducendole in transumanza. Marcel Imsand e Luigi Cominelli s’incontrarono nell’inverno di quell’anno, nel cantone Vaud, in Svizzera. Quest’incontro fotografico, e soprattutto umano, segna profondamente Imsand, uno dei più grandi fotografi svizzeri. La vita del pecoraio è in continuo movimento, affronta il freddo e i pericoli alla ricerca di un buon pascolo, scopre ogni giorno nuovi paesaggi, nuove luci : così vive anche  il fotografo. Entrambi hanno sete di quella libertà che non fa temere né la solitudine, né il silenzio, né l’incertezza. Tra Marcel e Luigi, non servono tante parole per condividere esperienze : a loro basta essere insieme.

Dal 1988, per diversi anni, Marcel Imsand incontra regolarmente Luigi Cominelli, per partecipare a questa vita da bohèmien che gli piace e captarne le atmosfere. Ne nasce una serie straordinaria di fotografie, rese ancora più efficaci dall’uso del bianco e nero stampato da Imsand su pregiata carta borata che ne preserva le caratteristiche nel tempo, che verranno esposte dal 15 settembre al 3 novembre al Museo Agricolo e del Vino Ricci Curbastro di Capriolo in Franciacorta. Intitolata  Luigi il pastore, la rassegna esporrà  83   immagini provenienti dalla Fondazione Pierre Gianadda di Martigny, una delle più prestigiose istituzioni culturali svizzere (www.giannada.ch). Curatori dell’esposizione sono Jean-Henry Papilloud, direttore della Mediateca Vallese di Martigny, e Sophia Cantinotti.

“ Conscio del valore e dell’interesse del suo lavoro, Marcel Imsand ha deciso di assicurarne la perennità. Ha quindi donato nel 2003  gli 87 tiraggi di Luigi le berger ai suoi amici Annette e Léonard Gianadda – spiega Jean-Henry Papilloud – Un modo di dare una nuova vita al suo lavoro e di condividerlo con un ampio pubblico. Questo è ciò che ha scelto di fare anche la Fondazione Pierre Gianadda mettendo la mostra a diposizione del Museo Agricolo e del Vino Ricci Curbastro e dei suoi visitatori”.

Le fotografie, testimoni delle peregrinazioni comuni del pastore (oggi scomparso) e del fotografo, nulla concedono al pittoresco. Ci immergono in un universo di lontani miti, dove la natura, l’uomo e le bestie diventano un tutt’uno, dove la nebbia, la neve e le luci in mezze tinte danno al paesaggio un alone di mistero, dove l’uomo è in cerca dell’assoluto. A volte una radio, il quotidiano e i villaggi intravisti ci richiamano alla vita moderna. parlano di un viaggio nella natura, ma anche di un percorso interiore. La sguardo limpido, diretto, Luigi guarda sereno dentro l’obbiettivo. Quando, in una fredda notte di dicembre, il pastore viene fissato nello scatto di Imsand mentre accende il fuoco, fra le sue greggi addormentate e la sua tenda, difende ciò che  né il freddo né la solitudine gli possono togliere: la sua libertà.

Il bastone in mano, avvolto in un ampio  mantello, il capello di feltro ben calzato in testa, cammina deciso alla testa del suo gregge. I cani iniziano la loro lunga sarabanda in mezzo ad un mare di lana in movimento. Dietro ai montoni, alle pecore e agli agnelli, segue l’asino, carico dei bagagli. E’ il 1988. Luigi Cominelli è un pastore come nei sogni. Ha 30 anni, è bello, parla più lingue. La sua figura è retta e superba, la sua voce profonda. Nato a Parre, vicino a Bergamo, sceglie il suo destino alla fine dell’adolescenza. A 16 anni, impara il mestiere con suo fratello, pecoraio nel Seeland. Affascinato dall’idea della libertà, entra nella lunga stirpe dei pastori bergamaschi che, da secoli, trascorrono la loro vita davanti al gregge di pecore, conducendole in transumanza. Marcel Imsand e Luigi Cominelli s’incontrarono nell’inverno di quell’anno, nel cantone Vaud, in Svizzera. Quest’incontro fotografico, e soprattutto umano, segna profondamente Imsand, uno dei più grandi fotografi svizzeri. La vita del pecoraio è in continuo movimento, affronta il freddo e i pericoli alla ricerca di un buon pascolo, scopre ogni giorno nuovi paesaggi, nuove luci : così vive anche  il fotografo. Entrambi hanno sete di quella libertà che non fa temere né la solitudine, né il silenzio, né l’incertezza. Tra Marcel e Luigi, non servono tante parole per condividere esperienze : a loro basta essere insieme.

Dal 1988, per diversi anni, Marcel Imsand incontra regolarmente Luigi Cominelli, per partecipare a questa vita da bohèmien che gli piace e captarne le atmosfere. Ne nasce una serie straordinaria di fotografie, rese ancora più efficaci dall’uso del bianco e nero stampato da Imsand su pregiata carta borata che ne preserva le caratteristiche nel tempo, che verranno esposte dal 15 settembre al 3 novembre al Museo Agricolo e del Vino Ricci Curbastro di Capriolo in Franciacorta. Intitolata  Luigi il pastore, la rassegna esporrà  83   immagini provenienti dalla Fondazione Pierre Gianadda di Martigny, una delle più prestigiose istituzioni culturali svizzere (www.giannada.ch). Curatori dell’esposizione sono Jean-Henry Papilloud, direttore della Mediateca Vallese di Martigny, e Sophia Cantinotti.

“ Conscio del valore e dell’interesse del suo lavoro, Marcel Imsand ha deciso di assicurarne la perennità. Ha quindi donato nel 2003  gli 87 tiraggi di Luigi le berger ai suoi amici Annette e Léonard Gianadda – spiega Jean-Henry Papilloud – Un modo di dare una nuova vita al suo lavoro e di condividerlo con un ampio pubblico. Questo è ciò che ha scelto di fare anche la Fondazione Pierre Gianadda mettendo la mostra a diposizione del Museo Agricolo e del Vino Ricci Curbastro e dei suoi visitatori”.

Le fotografie, testimoni delle peregrinazioni comuni del pastore (oggi scomparso) e del fotografo, nulla concedono al pittoresco. Ci immergono in un universo di lontani miti, dove la natura, l’uomo e le bestie diventano un tutt’uno, dove la nebbia, la neve e le luci in mezze tinte danno al paesaggio un alone di mistero, dove l’uomo è in cerca dell’assoluto. A volte una radio, il quotidiano e i villaggi intravisti ci richiamano alla vita moderna. parlano di un viaggio nella natura, ma anche di un percorso interiore. La sguardo limpido, diretto, Luigi guarda sereno dentro l’obbiettivo. Quando, in una fredda notte di dicembre, il pastore viene fissato nello scatto di Imsand mentre accende il fuoco, fra le sue greggi addormentate e la sua tenda, difende ciò che  né il freddo né la solitudine gli possono togliere: la sua libertà.


Data: 15 settembre – 3 novembre 2013.

Inaugurazione: 15 settembre 2013, ore 17.39

Luogo: Museo Agricolo e del Vino Ricci Curbastro – Via Adro 37 – Capriolo in Franciacorta (Brescia).

Orario: tutti i giorni  dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 18.

Entrata alla Mostra, con visita guidata alla cantina e al Museo e degustazione di un calice di Franciacorta: 6 € .

Informazioni: tel. 030-736094,  info@riccicurbastro.itwww.riccicurbastro.com.