Rassegna stampa: la terra (anche in politica) trema

Pubblicato il 1 Marzo 2010 in , da Vitalba Paesano

Le aperture

La Repubblica: “Cile in ginocchio, altre cento scosse. In Sudamerica la terra non smette di tremare. Forse migliaia i dispersi, il governo impone il coprifuoco. Clima impazzito anche in Europa. Già 700 morti, saccheggi nelle città. Tempesta devasta la Francia, 52 vittime”. Il racconto del terremoto in prima pagina è firmato da Luis Supulveda. A centro pagina: “Polverini, non al ricorso, è scontro nel Pdl. Appello a Napolitano, il Cavaliere è furioso con gli ex An”.

Il Corriere della Sera: “Roma, l’ira di Berlusconi e Fini”. “Il Pdl resta per ora senza candidati a Roma alle regionali del Lazio. E’ stata bocciata l’istanza dopo la mancata presentazione della lista. Polverini a rischio, ira di Berlusconi e Fini”, spiega il quotidiano diretto da De Bortoli.

Il Giornale: “Un partito di matti. La mancata presentazione della lista in tempo utile è il grottesco risultato degli equilibrismi per accontentare gli ex di Forza Italia e gli ex di An. Cre creano un mostro burocratico e inefficiente”. L’articolo di Alessandro Sallusti critica con durezza i due delegati del Pdl (“Alfredo Milioni, caporale di Forza Italia, e Giorgio Polesi, sergente di An), che sono arrivati in tempo per la presentazione della lista ma poi “mentre aspettavano il turno, sono usciti un attimo per motivi misteriosi e probabilmente indicibili”.

La Stampa dedica l’apertura alle vicende laziali del Pdl e il titolo più grande al Cile. “Lista Pdl fuori, l’ira di Fini e Berlusconi. Polverini, appello al Colle”. E poi: “Catastrofe Cile, 700 morti. A Concepcion la terra trema ancora. Bachelet: indefinito il numero dei dispersi. Saccheggi tra le macerie”. In evidenza anche un reportage da Santiago del Cile. Sotto si parla dei danni causati dalla tempesta in Francia, nella regione della Vandea. Commenta il metereologo Luca Mercalli: “Prevedere i cataclismi non basta più”.

A fondo pagina il quotidiano parla del giorno “24 ore senza migranti”, oggi, con manifestazioni in tutta italia. “Una provocazione culturale, un’idea forte, un atto creativo”.

Polverini

Sulla vicenda della mancata presentazione delle liste del Pdl alla Provincia di Roma per le Regionali, il Corriere della Sera intervista Alfredo Milioni, ex Psi, presidenti del XIX Municipio, che racconta la mattinata di sabato. Arrivato al Tribunale con quasi mezz’ora di anticipo, prima delle 12 è uscito e non è riuscito a rientrare per consegnare le liste. “E’ andato fuori per apportare qualch modifica alla documentazione?”. “Modificare, lei dice…”. “Per aggiungere o cancellare qualche nome?”. “Beh”. “Sì o no?”. “No, questo no”. “Sicuro?” “Sicuro”. Dica la verità”. “Lo giuro, lo giuro, non volevo apportare modifiche. Mi deve credere, capito?”. Milioni dice poi “sono andato a mangiarmi un panino. Non mi pare grave, no?”. Sullo stesso quotidiano Massimo Franco commenta che “l’immagine che ha dato” il Pdl presentando la lista fuori tempo è “come minimo, quella di una coalizione pasticciona. Proprio perchè si definisce il primo partito del Paese, il Pdl avrebbe dovuto arrivare in tempo, ed evitare un’esclusione che, oltre a non essere facilmente recuperabile, rivela una confusione e un dilettantismo preoccupanti. Il tentativo di scaricare quelle responsabilità all’esterno serve a coprire quelle di un grppo dirigente messo sotto accusa dai militanti: ed osservato con stupore dallo stesso Silvio Berlusconi. A rendere l’episodio più imbarazzante è il contorno di veleni che lo accompagna: tossine tutte interne al Pdl che risente visibilmente del conflitto tra il Presidente del Consiglio e Gianfranco Fini. Al punto cheall’inizio non è stata esclusa l’ipotesi di un complotto dei ‘berlusconiani’ contro i ‘finiani’; ed in particolare contro i Renata Polverini, candidata al vertice della Regione Lazio ed amica del presidente della Camera”.

Secondo un articolo de Il Messaggero quello che emerge è una “complicatissima tela di veti incrociati – che ovviamente investe anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno – che ha paralizzato il centrodestra romano. Non quindi il panino mangiato dal ‘distratto’ presidente della XIX circoscrizione (che di esperienza invece ne ha, e di liste ne ha presentate molte) ha di fatto impedito al Pdl romano di presentare la lista nei termini e nei tempi dovuti, ma uno scontro durissimo tra quelli che Mario Baccini ieri definiva ‘irresponsabili nominati’”.

Su La Repubblica si racconta che il protagonista della mancata consegna delle liste, Alfredo Milioni, si era prodotto già nel 2006 in un giallo analogo: alla vigilia del deposito delle firme per le comunali, sparì per una notte intera con tutto il faldone. Secondo il quotidiano si trattava di una ritorsione, poiché voleva essere candidato alla Presidenza del suo Municipio, ma l’allora Forza Italia gli aveva preferito un altro. Staccò quindi il telefono di casa e il cellulare e i militanti azzurri raccolsero nuove firme fino all’alba. Il mattino dopo ricomparve.

Sullo stesso quotidiano una analisi si sofferma sulle conseguenze di un eventuale assenza del Pdl nella provincia di Roma alle prossime regionali. “Gli elettori di Roma ‘pesano’ i tre quarti del Lazio. E alle politiche del 2008 il Pdl ha preso oltre il 40 per cento dei voti. In seggi in Regione si tratterebbe di 17 posti. “L’assenza di questo potente e motivato traino ridurrebbe drasticamente le potenzialità di affermazione dell’ex sindacalista dell’Ugl, non solo a Roma, ma in tutta la Regione, considerata la preponderanza del peso elettorale della Capitale sul resto del Lazio”.

 

Tangentopoli

 

La Repubblica offre oggi due pagine di analisi delle intenzioni di voto, con un sondaggio Demos commentato da Ilvo Diamanti, Roberto Biorcio e Fabio Bordignon. Secondo il sondaggio il Pdl sarebbe al 36,8, il Pd risale al 28, Italia dei Valori al 7,4, la Lega sopra al 10 per cento. “Ingognita scandali sul voto”, il titolo. Altre domande: i magistrati influiscono e intervengono troppo sulla politica per 41 italiani su 100. Secondo 48 italiani su 100 la corruzione è diffusa oggi come ai tempi di tantengopoli, secondo 35 su 100 è ancora pi diffusa. Si dicono contrari a forme di immunità parlamentare 78 italiani su cento, e tra gli elettori del Pdl 63 su 100.

La Stampa offre una intervista a Oscar Luigi Scalfaro (“L’etica pubblica? Peggio che nel ’92”), in cui l’ex capo dello Stato dice che nella cosiddetta seconda Repubblica “le cose non sono andate come sperava il Paese” sotto il profilo della “moralità pubblica”. Scalfaro dice che “si può discutere sull’opportunità delle risposte dell’Associazione nazionale magistrati agli attacchi di Berlusconi. Ma in presenza di accuse generalizzate del capo dell’esecutivo al potere giudiziario non si può chiudere tutto con un pareggio e dire che le colpe stanno un po’ da una parte e un po’ dall’altra”. Su Il Messaggero una intervista a Francesco Rutelli, che illustra le sue proposte per fronteggiare la corruzione. Rutelli parla di “federalismo corruttivo”, dice che il fondo per la sanità assegnato alle regioni viaggia verso i 110 miliardi di Euro. Questo costituisce un gigantesco terreno di diffusione della corruzione, anche perché non ci sono verifiche di qualità né controlli credibili nella Pubblica Amministrazione. Ora sui cantieri delle opere pubbliche intervengono una miriade di soggetti. Rutelli ricorda di aver lavorato, durante i lavori del Giubileo, con Bertolaso e il Presidente del Consiglio lavori pubblici Balducci: “Se avessi visto delle disonestà sarei stato il primo a denunciarle”. Va imposta l’alternanza dei dirigenti pubblici a scadenza certa, non è candidabile ed è ineleggibile un politico condannato in via definitiva.

Oggi in Consiglio dei ministri arriva il disegno di legge anti-corruzione: per il Corriere saranno incandidabili solo a livello locale coloro che sono stati condannati in via definitiva.

 

E poi

 

L’inserto R2 de La Repubblica racconta la storia di una ragazza marocchina che vive in Italia e che è stata venduta a 14 anni per 600 euro al futuro marito. L’analisi è affidata al sociologo delle religioni Renzo Guolo (“Perché quelle tradizioni rivivono in Occidente”).

Domani il governo riferirà alle Camere sull’assassinio del nostro 007 a Kabul, venerdì scorso: se ne occupa il Corriere della Sera, sottolineando come sia opinione diffusa nelle diplomazie occidentali che l’attacco servisse a intimidire i non afghani: tra le vittime, anche sei persone di nazionalità indiana. Alle “prede occidentali” si dedica un approfondimento in cui si spiega come l’intelligence italiana sia finita nella palude afghana: si sottolinea il ruolo di dell’organizzazione terroristica legata al clan Aqqani e si descrivono i timori di un sostegno prestato da pezzi dei servizi segreti pachistani. Il focus del quotidiano è dedicato all’eliminazione del “nemico” da parte degli Stati: cresce il ricorso dei governi ad omicidi mirati (dai colombiani contro le Farc agli israeliani a Dubai).

La Stampa ha un inviato in Afghanistan che racconta il Paese “con l’elmetto dei marines”: un reportage tra i soldati Usa a combattere un nemico invisibile.

Il Giornale riferisce della denuncia del ministro britannico dell’Ambiente Fitzpatrick, secondo cui una lobby di fondamentalisti islamici nota come Foro islamico d’Europa, sarebbe riuscita ad infiltrarsi nel partito Labour. La denuncia sarebbe corroborata da una parallela conferma dei musulmani moderati di Londra, che spiegano come i membri del gruppo fondamentalista stiano cercando di imporre la propria visione del mondo al resto della comunità.

 (fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo, Paolo Martini)