La Rassegna Stampa: “Restare al Governo per logorarlo? Forse non si può”.

Pubblicato il 6 Settembre 2010 in , da Vitalba Paesano

Le aperture 

Il Corriere della Sera: “Fini attacca ma offre un patto di legislatura. Il discorso del Presidente della Camera: la mia estromissione come il peggior stalinismo. L’ira di Lega e azzurri”. E ancora. “‘Il Pdl è morto, però niente ribaltoni. Sì allo scudo per Berlusconi’. Bossi: non dura”.  “Divorziati in casa” è il titolo dell’editoriale di Massimo Franco.

A centro pagina l’economia: “Tremonti, all’Italia serve un ministro per lo Sviluppo. Ora partano le riforme”.  

La Repubblica: “Fini: vado avanti, il Pdl non c’è più”. “Accuse al premier. ‘Ma niente ribaltoni’. Bossi: Il governo non dura”. Il presidente della Camera parla di “nuovo patto di legislatura”, e dà il suo “via libera” alla nascita di un partito. “Gelo degli alleati. Cicchitto: lasci la Camera. Il Pd: ormai è crisi”. Il commento di Massimo Giannini, in prima pagina, è titolato “Un’altra destra”, mentre un retroscena informa i lettori dell’ira di Berlusconi: “Allora elezioni subito”.

A centro pagina: “Maroni a Tettamanzi: non costruisco moschee. Milano: la Lega contro il vescovo, ospiti lui gli islamici”.

In prima anche un richiamo all’economia: “Tremonti critica la ricetta Draghi: è infantile l’invito a imitare la Germania”.  

La Stampa: “Fini, il Pdl non c’è più. Il presidente della Camera: ‘Un patto di legislatura, senza ribaltoni. Ma il premier non è il padrone”. Sotto, le reazioni: “Berlusconi: festival dell’ipocrisia, niente intese ma verifica in Parlamento. Bossi: situazione difficile, non durerà. Bersani: pronti a discutere accordi”. Editoriale di Marcello Sorgi dedicato a Fini: “La scelta di uscire dal recinto”. Di spalla un richiamo per il caso di Sakineh, l’iraniana condannata alla lapidazione. Intervista a Shirin Ebadi: “L’Iran dovrà fare un passo indietro”. Ancora in prima le parole di Tremonti: “Da bambini imitare la Germania”. E anche: “Serve il ministro per lo Sviluppo”.  

Il Giornale: “Le infamie di Fini”. Il quotidiano si riferisce all’aggettivo riservato dal presidente della Camera alla campagna sulla casa di Montecarlo. “Tace sulla casa di Montecarlo e insulta ‘Il Giornale’. Dice che il Pdl è morto ma non fonda un partito. Accusa il Cavaliere di essere stalinista. E attacca frontamente il governo e i suoi colonnelli”. E ancora: “Berlusconi: mi vuole soltanto distruggere. La Lega furente: voto più vicino”. Tra le reazioni di prima pagina quella di Roberto Maroni, che “stronca” Fini: “E’ rinata Alleanza Nazionale”, ma anche quella di Antonio Di Pietro: “Fa solo il furbo”.  

Libero: “Il grande ipocrita. Propone un codice etico per i politici ma non dice neppure una parola sulla casa di Montecarlo e sui contratti dei Tulliani in Rai. L’unica difesa è darci degli infami. Dichiara morto il Pdl e attacca Silvio, ma resta al caldo nella maggioranza. Fonda un partito ma non ha il coraggio di dirlo chiaramente e scappa dal voto”. Tra i retroscena annunciati in prima pagina, uno spiega che intendimento di Fini sia “restare al governo per logorarlo”, e preparare una nuova legge elettorale. Altro titolo sul discorso di Fini è: “Più poltrone e meno federalismo”.

 Fini

Il Giornale scrive che “Fini dice tutto e il suo contrario, ‘Il Pdl non c’è più ma si va avanti’. Tra toni astiosi e critiche a tutto campo contro governo e Cav, il leader Fli scopre le carte: chiede un posto al sole (‘Sarò la terza gamba’), dice no alla crisi però pretende la nuova legge elettorale”. E per il quotidiano la reazione del Cavaliere è la seguente: “Vuole solo demolirmi. Ormai punta la governo tecnico”. Da notare che la stessa pagina de Il Giornale sottolinea le intenzioni del ministro della Giustizia: “Alfano, ‘Processo breve indispensabile, non è una norma ad personam’”. Lo ha affermato al workshop Ambrosetti di Cernobbio confermando che il punto non farà parte dei cinque punti della mozione parlamentare, come ha già preannunciato il premier: “non ha poi precisato -scrive Il Giornale– se la proposta andrà avanti, ma ha tenuto a sottolineare che quella del processo breve è ‘una norma sacrosanta che ci viene richiesta dall’Unione europea’”.

Il Giornale intervista uno degli ex-colonnelli, il ministro Ignazio La Russa, che dice: “Che tristezza vedere il tuo generale cambiare bandiera” e sottolinea che Fini “dice bugie. Il Pdl è vivo, si metta il cuore in pace”.

Marcello Sorgi, su La Stampa, commenta: “Diciano la verità, è arduo credere che, dopo il discorso di Fini, il ‘patto di legislatura’ che il Presidente della Camera ha proposto ieri a Berlusconi, parlando ormai da leader del nuovo partito ‘Futuro e Libertà’ possa davvero realizzarsi. Anche se nei prossimi giorni, quando il Presidente del Consiglio si presenterà alla Camera a chiedere la fiducia, i finiani gliela daranno, la pietra tombale posta a Mirabello, su un’alleanza che durava da sedici anni, difficilmente potrà essere rimossa”. Anche qui, intervista al ministro La Russa: “E’ lui che ha cambiato bandiera, non noi”, dice, convinto che Fini stia navigando “a vista” e che non abbia compiuto “nessuna scelta, soltanto un interminabile ping pong”. Sente “aria di elezioni la Lega”, secondo il quotidiano torinese, che ricorda come oggi Bossi terrà un vertice con Berlusconi.

Libero intervista un altro degli ex-colonnelli, Maurizio Gasparri: “L’unico traditore è lui”, dice, e aggiunge “meglio colonnello che cognato” (vedi caso Tulliani). Per Libero la strategia di Gianfranco è la seguente: “Stare con Silvio e logorarlo”. E “Bossi non media più”: “è solo un fascista che ha rubato casa”, si scrive sintetizzandone il pensiero. Per il quotidiano, peraltro, Fini avrebbe “già pronte 4 leggi con Rutelli”: accorpamento delle province, liberalizzazione dei servizi pubblici, codice etico e rifoma elettorale. Sono i temi evocati nell’intervento di Rutelli ieri, che poche ore dopo sarebbero stati ripresi da Fini a Mirabello. In grande evidenza su Libero anche un articolo su “l’aiutino” che Fini avrebbe ricevuto per candidarsi a sindaco di Roma nel 1993: a staccarlo sarebbe stato Giorgio Moschetti, cassiere dei democristiani romani. 1,3 miliardi di lire che sarebbero quindi arrivate dalla Dc di Sbardella per vincere la sua riluttanza alla candidatura.

“Divorziati in casa” è il titolo dell’editoriale che Massimo Franco dedica al discorso di Fini sul Corriere: “Gli applausi più potenti sono arrivati nei passaggi in cui Fini ha attaccato il premier. Il partito in incubazione di Futuro e Libertà si considera portatore di valori e metodi alternativi a quelli del Pdl, definito ripetutamente ‘una Forza Italia allargata’. Non esce dal centro destra soprattutto per incalzarlo, modificarme la strategia,e alla fine sostituirne la leadership. Il riconoscimento del primato berlusconiano è d’ufficio”. Gasparri sul Corriere dice che Fini “vuole l’etica per i figli e dimentica i cognati” e che “ha calpestato i valori della destra, mescola il passato con i gay”. La reazione di Berlusconi per il Corriere è che “per adesso va avanti, ma fa muro sul sistema di voto”. E ai suoi dice: “tutto previsto, però se avesse dignità si dimetterebbe dalla Camera”.

La Repubblica intervista il ministro Bondi, secondo cui quello di Fini “è stato un discorso di rottura” e “ora le elezioni sono più vicine”. Secondo il quotidiano Berlusconi avrebbe rotto ogni indugio, mentre il sottosegretario cerca di frenarlo.

Massimo Giannini, su La Repubblica, commenta il discorso di Fini, dal quale è emersa la rivendicazione di “un partito di destra”, “pronto a rivendicare il suo Pantheon”, ma un partito pronto a saldare definitivamente il conto con Berlusconi dopo quindici anni di traghettamento dall’Msi alle cariche istituzionali di oggi: come se quei quindici anni fossero stati una parentesi “ormai chiusa per sempre”.

Pd e opposizione

Le reazioni al discorso di Fini. Per La Stampa Bersani “mette alla prova” Fini sulla legge elettorale: “il segretario del Pd apprezza l’apertura del Presidente della Camera sul porcellum da cambiare”. E si dà notizia anche della reazione del leader di Alleanza per l’Italia Rutelli, le cui parole ieri, a chiusura della Festa della sua formazione, ha evocato i moschettieri di Dumas: “Vedrete, il terzo polo si farà. Tutti per uno, uno per tutti”.

Il Corriere intervista anche il leader Udc Casini, secondo cui “la maggioranza è al capolinea”, di Fini dice “Gianfranco mi copia tardi” e “paga l’errore di due anni fa”. Torna quindi a proporre un “governo di responsabilità”.

“Casini rilancia il governo bipartisan”, titola La Repubblica. Il quotidiano intervista il pd Franceschini: “prepariamoci in fretta alle urne”, dichiara, ora che “la destra è spaccata” e quindi “il Pd può batterla”. Mentre Rutelli secondo La Repubblica dice no al voto anticipato, pur convinto che il terzo polo sia più vicino.

 Esteri

La Stampa intervista Shirini Ebadi sul caso Sakineh, la donna condannata alla lapidazione in Iran e che intanto nei giorni scorsi è stata colpita con 99 frustate: “L’Occidente non si stanchi di fare pressioni sul regime “, dice la premio Nobel per la Pace, aggiungendo che “se si sentirà assediata, Teheran dovrà fare un passo indietro”.

“Obama taglia le tasse sulla ricerca”, titola La Repubblica: sgravi da 100 miliardi di dollari alle aziende che investono. Sulla stessa pagina, intervista al premio Nobel Nouriel Roubini: “Usa senza più munizioni, per superare la crisi il deficit è insostenibile”, “a Barack manca una maggioranza solida”.

Reportage dal Kashmir di Raimondo Bultrini: “da tre mesi nella regione himalayana contes fra India e Pakistan divampa una sanguinosa rivolta. L’obiettivo di chi manifesta è il governo di Dehli: ma ad essere minacciato è l’equilibrio di tutta l’area”.

E poi

La Stampa ha un dossier su Germania e immigrazione, sull’onda delle polemiche sulle dichiarazioni di Sarrazin: “Ora il Muro divide i turchi dai tedeschi”, “Berlino ‘multikulti’ ha un acrisi di rigetto: troppi immigrati non si integrano. Un quarto dei giovani non finisce la scuola, i sussidi sono il doppio della media”. E intervista il sociologo Koopmans: “E’ vero: i musulmani si adattano di meno”, “ma sono anche i più discriminati”.

La Repubblica si occupa delle reazioni all’invito del cardinal Tettamanzi per la concessione di una moschea a Milano: “la Lega contro Tettamanzi, ‘la moschea? Nei palazzi della Curia’”, “Maroni boccia la proposta del cardinale: io non ne costruisco”. A confronto le opinioni del Pdl Maurizio Lupi, secondo cui servono più garanzie, ma non è “il momento di battaglie ideologiche” e “Maroni non può giocare a scaricabarile”. L’ex sindaco di Venezia Cacciari: “Sì al diritto di culto, però quellea struttura se la paghino da soli”, “il ministro dell’Interno ha dato una risposta villana, però nella sostanza non ha tutti i torti”.

Ulrich Beck, sulla prima di Repubblica, si occupa del successo del populismo in Europa e in altre parti del mondo e della parallela incapacità delleistituzioni e delle élite dominanti di percepire questa nuova realtà sociale: Ciò accade anche perché tali istituzioni sono nate in un mondo in cui erano pienamente valide le idee di piena occupazione, di predominio della politica nazional-statale sull’economia nazionale, di fontiere funzionanti, di chiare sovranità e identità territoriali.

 

(Fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)