La Rassegna Stampa: Il Carroccio torna a premere sul governo

Pubblicato il 8 Febbraio 2011 in , , da Vitalba Paesano

Le aperture

La Repubblica: “Bimbi rom, il dolore di Napolitano. ‘Diamo case dignitose ai nomadi’. Il capo dello Stato visita la camera ardente. Bufera su Alemanno, il sindaco replica: farò delle tendopoli'”. Il titolo di apertura è dedicato alla politica: “Il Pdl accelera sul processo breve. I giudici: devastante. Vertice ad Arcore sul federalismo, pressing della Lega”. “Il fantasma azionista” è il titolo dell’editoriale di Ezio Mauro, che replica a Giuliano Ferrara, che commentava la manifestazione milanese di sabato. A centro pagina: “La frusta di Obama: ‘Capitalisti, investite’. Fiat, sabato Marchionne a Palazzo Chigi da Berlusconi”. Da segnalare anche, nelle pagine R2, un articolo di Roberto Saviano: “Autoritratto di un boss camorrista. Saviano e il pentito dei clan”.

Saviano è in prima pagina sul Riformista. “Se il leader lo fa lui. I rischi di una opposizione che parla al Paese con la voce di Saviano”. “Il futuro non parte da qui” è il titolo dell’editoriale. A centro pagina un approfondimento sulla Fiat-Chrysler: “Liberisti a Torino, dirigisti a Detroit. In Italia Fiat smobilita nonostante il sì di Mirafiori, negli Usa Chrysler è appesa ai prestiti di Obama”.

La Stampa: “Federalismo, la Lega rilancia. ‘Avanti con le riforme o si vota’. Ultimatum di Calderoli, che poi frena: riequilibriamo le commissioni. Il Pdl accelera sul processo breve.”. E poi: “Scontri al corteo di Arcore, il Quirinale: violenza inammissibile”. A centro pagina anche una notizia da Milano: “Guantanamo illegale”. “Rilasciato un tunisino”. “Milano, attenuanti al presunto terrorista”. “Spataro: l’imputato ha già pagato”. Il Pm ha chiesto di applicare le attenuanti generiche ad un tunisino accusato di associazione di terrorismo internazionale. E’ stato quasi otto anno senza processo a Guantanamo e uno e mezzo in Italia. E’ stato condannato a due anni, ora è libero.

Il Corriere della Sera: “Offensiva su giustizia e federalismo. Il Carroccio torna a premere sul governo. Il Quirinale condanna gli scontri di Arcore. Il Pdl accelera sul processo breve. Vertice Berlusconi-Lega”. A centro pagina, con foto: “La carezza di Napolitano per i rom”. Di spalla le inchieste giudiziarie: “La soubrette, i politici, la tv. Un filo tra Napoli e Milano”, dove ci si sofferma sulle intercettazioni che fanno affiorare telefonate al ministro La Russa e al fratello di Berlusconi, Paolo, da parte di una starlette tv, Sara Tommasi.

L’Unità: “Sgomberiamolo. Alemanno sotto accusa. Il suo ‘piano nomadi’ è stato un fallimento, una trovata elettorale che ha generato solo odio e paura”. In prima pagina da segnalarfe anche il titolo: “Eluana, l’ultimo affronto: domani il giorno degli ‘stati vegetativi’. Iniziativa del governo nell’anniversario della morte”.

Il Fatto quotidiano: “Quei bimbi bruciati pesano su tutti noi. Che Paese è quello in cui si abbandona al proprio destino una intera comunità Rom? A Roma nessuno ha mosso un dito per evitare la tragedia. A che serve piangere ora?”.

Il Giornale: “Liberi di aggredire il premier. Niente carcere per i violenti che hanno dato l’assalto ad Arcore. Fuori dal tribunale stappano lo champagne. La politica ha aizzato i teppisti ma ora ha paura. Giallo sull’età di Ruby”.

Libero: “Ruby, processo inceppato. Tanti corpi, reato impalpabile. Secondo i piani della Boccassini il premier dovrebbe essere già alla sbarra. Ma l’incriminazione slitta per la terza volta. Il pm ora teme di perdere l’indagine e va a caccia di nuove minorenni””. In prima pagina anche una caricatura di Berlusconi e Pannella (il primo vestito da pescatore, che offre come amo una poltrona al secondo): “Con Silvio tratto ma non mi vendo”.

Il Foglio: “Il Patto Merkel confronta i mercati ma tormenta molti stati europei. Borse ottimiste. Ma alcuni paesi temono la germanizzazione dell’economia. Per Berlino ‘i negoziati saranno duri’. Anche il Cav ha un piano”. Di spalla un articolo dedicato all’Egitto, che “scopre com’è difficile portare la rivolta dalla piazza al Palazzo. Suleiman convoca l’opposizione per risolvere la crisi ma quasi nessuno si sente rappresentanto dai negoziatori”.

Il Sole 24 Ore apre con i preannunci del governo: “Al via la riforma incentivi. Voucher per le Pmi. Riscossa a Nord est, ma ripresa senza lavoro. Il governo amplia il pacchetto per il rilancio. Misure antifrode per l’Iva e deducibilità settoriale per l’Irap”. In prima da segnalare anche le dichiarazioni del presidente della Bce Trichet ieri davanti al Parlamento Europeo: “I debiti europei non vanno ristrutturati”. Sarebbe un “segnale sbagliato ai mercati”.

Politica

Un “retroscena” de La Repubblica parla dell’ultimo patto tra Bossi e Berlusconi: “Federalismo in cambio del processo breve. Il Carroccio garantirebbe la blindatura del provvedimento ammazza-processi, ed in cambio il Pdl si schiererebbe a testuggine sugli ultimi cinque decreti preparati da Calderoli. Tuttavia, per il quotidiano, sarebbe un patto scritto sull’acqua, fino a che il centrodestra non avrà ripreso il controllo delle Commissioni chiave del Parlamento: la bicamerale sull’attuazione del federalismo, la bilancio e la giustizia. E anche l’Ufficio di presidenza, dove i numeri sono 11 a 8 per l’opposizione. Ammonisce Bossi: se Fini e Schifani non si danno una mossa, allora dovrà essere Napolitano ad occuparsene. E del riequilibrio della commissione sul federalismo intendono discutere domani i leghisti con il capo dello Stato, chiedendogli di esercitare una moral suasion sul presidente della Camera. Perché è ai presidenti delle Camere che spetta garantire il rispetto della proporzionalità della commissione.
Il Sole 24 Ore scrive che ieri il ministro Calderoli è tornato a minacciare la crisi, dichiarando che la Lega è pronta a “staccare la spina” se non si arriverà rapidamente ad un riequilibrio delle Commissioni Parlamentari. Berlusconi avrebbe garantito a Bossi che sul federalismo non ci saranno intoppi.
Sulla prima del Corriere della Sera si scrive che “il Cavaliere divide Pannella e la Bonino”. “Lui tratta, lei frena: ‘del premier non mi fido'”, dice la Bonino. Berlusconi però conta sui Radicali, perché convincerli significherebbe blindare la sua maggioranza con sei preziosi voti.
Filippo Facci, su Libero, scrive “ora c’è da trattare”. “Già ma su che cosa? Questo è il punto. Si favoleggia di improbabili nomine al ministero della giustizia”, ma non è necessario spingersi a tanto per comprendere che i due, Pannella e Berlusconi, “per ragioni diverse hanno obiettivi simili: per esempio la separazione delle carriere dei magistrati, il miglioramento della pazzesca situazione delle carceri (ma senza amnistia, perché la Lega non lo permetterebbe) e così la effettività della responsabilità civile dei magistrati, cioé la possibilità che le toghe paghino davvero per i propri errori, come in teoria sancì il referendum del 1987. Ci sarebbero poi i temi etici, ovvero la legge sul fine vita: dovrebbe tornare alla Camera a giorni, e si tratterebbe soltanto di lasciarla cadere.

Egitto, Tunisia

Sul Corriere della Sera una intervista all’imprenditore egiziano Naguib Sawiris, “l’uomo più ricco del Paese”, che sta partecipando ai colloqui tra governo e opposizione. Spiega che quello che sta succedendo “nasce dall’oppressione ma anche della miseria. E’ una lotta di classe contro un regime autocratico”. Spiega che si è perso circa il 10 per cento del Pil, che “turismo, istituzioni finanziarie, immobiliare sono stati duramente colpiti”. Sawiris ricorda che da anni è “l’unico imprenditore del Medio Oriente che chiede libere elezioni e libertà di espressione”, e che si è appellato molte volte al mondo degli affari. Sugli incontri di domenica dice che sono stati positivi, dice che però sono in molti a non volere un addio di Mubarak adesso (“se ci fosse oggi un referendum il risultato sorprenderebbe molti. E prima che se ne vada, e lo farà, è cruciale cambiare la Costituzione, perché con quella attuale l’Egitto piomberebbe in un caos giuridico di cui potrebbero approfittare i Fratelli Musulmani o l’esercito”). Vede pericoli di deriva islamica o di golpe militare? “Finora i fratelli Musulmani sono ai margini delle proteste, e non saranno un pericolo con libere elezioni e democrazia. Il rischio c’è solo in caso di anarchia. E sull’esercito preferisco non risponderle. Dico solo, come ho detto ai giovani di Tahrir, che i carri armati che ora li proteggono potrebbero rivolgersi contro di loro”. Come possibile leader Sawiris vede Suleiman (“l’ipotesi migliore”) ma anche El Baradei, che “è stato il primo a schierarsi per un cambio di regime, ha un curriculum positivo”. “Ma la politica è spesso populistica”.
Restando al Corriere, un lungo articolo è dedicato agli “affari miliardari delle forze armate” egiziane: secondo l’analista americano Joshua Stacher, i militari controllerebbero tra il 33 e il 45 per cento dell’economia nazionale. Le forze armate fabbricano frigoriferi, lavastoviglie, bombole per il gas, stufe, commerciano in olio d’oliva e acqua minerale. I generali in pensione – rivelava un cablo Wikileaks del 2008 – vengono piazzati ai vertici delle società attive nelle costruzioni, hotel, carburanti.
Anche su Il Sole 24 Ore: “Al Cairo si tratta con la Fratellanza”. Tra i Fratelli Musulmani e il vicepresidente Suleiman si starebbe instaurando uno strano rapporto, essendo stati invitati ad un incontro separato, dopo quello con tutta l’opposizione, pur essendo ancora formalmente fuorilegge. E sarebbero divisi sulla questione delle dimissioni di Mubarak come precondizione del negoziato. Il numero 2 dell’organizzazione, Bayouni, dice: “Non ci interessa il modello iraniano, e neppure quello turco, cerchiamo una via egiziana”. Su Israele dice: “Il trattato del 1978 fu firmato da Sadat senza il consenso del Parlamento: dovrà essere riesaminato, in particolare l’articolo sulle vendite di gas”.
Intanto il governo ha deciso di aumentare del 15 per cento gli stipendi e le pensioni degli statali. Liberato anche il direttore della Google.
La Stampa offre un nuovo articolo dalla Tunisia, che “celebra il suo eroe”. Ci si riferisce ai luoghi in cui è nata la rivolta quando, lo scorso 17 dicembre, si diede fuoco il diplomato e ambulante Bouazizi. Nelle regioni periferiche, però, i nostalgici del presidente Ben Ali, e si spara ancora.

E poi

La Repubblica racconta con una corrispondenza da Berlino della decisione della Germania di “rompere un tabù: la circoncisione viola la legge”. E’ stata la Frankfurther Allgemaine Zeitung a lanciare il dibattito sulla compatibilità di questo precetto religioso che accomuna ebrei e musulmani con i valori costitutivi dello stato di diritto, che vieta attacchi alla integrità del corpo umano. Violerebbe quindi l’articolo 223 del codice penale tedesco.
Sul Sole 24 Ore segnaliamo un intervento dell’ex presidente della Corte Costituzionale Valerio Onida, che spiega quanto la proposta di modificare l’articolo 41 della Carta Costituzionale sulla libertà di impresa sia “un falso problema”.
Su Il Fatto quotidiano si torna a parlare dell’intervista del premier al direttore del Tg1 Minzolini. Il cdr della testata, con un comunicato, ha chiesto al direttore di spiegare come sia stata realizzata l’intervista, ponendo la domanda: è vero, come ci risulta, che il premier abbia usato il gobbo? Questo implicherebbe che domande e risposte fossero scritte preventivamente.
Il Foglio pubblica integralmente l’intervento del premier tory Cameron tenuto alla conferenza di Monaco, in cui ha reso esplicito il no al multiculturalismo (“Nel Regno Unito alcuni giovani hanno difficoltà a riconoscersi nell’Islam tradizionale seguito dai loro genitori dai Paesi d’origine. Ma questi giovani hanno altrettante difficoltà a riconoscersi nella Gran Bretagna, perché noi stessi abbiamo permesso che si verificasse un indebolimento della nostra identità collettiva. Con la dottrina del multiculturalismo abbiamo incoraggiato le diverse culture a vivere in modo separato, sia l’una rispetto all’altra sia rispetto a quella principale”). Con precisione Il Riformista spiega che quella di Cameron “non era solo retprica”, poiché la promessa di tagliare  fondi alle associazioni islamiche che non sposano i valori britannici si sta trasformando in realtà.

(Fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)