La Rassegna Stampa: Egitto, il silenzio dell’Europa

Pubblicato il 4 Febbraio 2011 in , , da Vitalba Paesano

Le aperture

Il Sole 24 Ore: “Federalismo per decreto. Berlusconi e Bossi accelerano sul fisco comunale. Fini e Bersani: iniziativa senza precedenti. Sì del governo dopo lo stop parlamentare, tensioni con il Colle”.

Il Riformista. “Ultimo tango”. “Federalismo azzoppato, ora anche la Lega lavora per il dopo-Berlusconi”. Secessione da Arcore. Il Cavaliere è costretto a convocare un Consiglio dei ministri straordinario per appprovare la riforma appena bocciata dal Parlamento: così lo scontro istituzionale si arricchisce di un nuovo capitolo. La maggioranza si ferma a quota 315 nel voto alla Camera sul caso Ruby. Il Senatur giura che si va avanti così, ma la base leghista è in rivolta. E i colonnelli non stanno a guardare”. A centro pagina: “Il Cav si aggrappa alla poltrona. Letta non riesce ad opporsi ai diktat di Bossi. Fini fa una offerta. ‘Via Silvio  voto tutto quello che volete”.

La Repubblica: “Federalismo, stop in Parlamento. Parità in commissione sul decreto, il Cdm ne vara un altro. L’ira della base leghista. Montecitorio, la maggioranza a quota 315. Bossi: si va avanti lo stesso. Ruby, la Camera boccia le richieste dei pm”. A centro pagina si parla di Agitto: “Mubarak: Egitto nel caos se lascio ora”. Un articolo di Marc Lazar chiede conto del “silenzio dell’Europa”.

La Stampa offre una grande foto delle manifestazioni in Egitto, firmata da Pietro Masturzo, fotografo vincitore del World Press Photo, inviato al Cairo per il quotidiano torinese: “Le mie ultime foto della rabbia egiziana. Masturzo è riuscito a salvare dai sequestri poche foto. “Caccia ai reporter costretti a consegnare le macchine”. Il titolo di apertura è per il federalismo, “arriva il decreto. Il pareggio in Commissione ferma il testo ma la Lega spinge il governo a forzare. L’opposizione: colpo di mano inaudito. Il Quirinale irritato potrebbe non firmare”:

Il Corriere della Sera: “Sul federalismo Bossi non rompe. Stop alla riforma voluta dalla Lega, il governo la ripropone con decreto. Timori per la firma del Quirinale”. E poi: “LA Camera rispedisce gli atti su Ruby ai pm, maggioranza a quota 315”. A centro pagina: “Al Cairo caccia ai reporter. Decine di fermi e di pestaggi”.

“L’aria buona di Roma” titola Il Foglio: “Per il federalismo, varato un decreto storico (con il disappunto del Quirinale e tra le grida delle opposizioni). Giustizia, una solida maggioranza demolisce alla Camera il teorema perquisitorio dei pm”. Sotto, un articolo di Antonio Martino invita Berlusconi a tornare “allo spirito del 94”.

Il Giornale: “Il federalismo è legge. La vittoria di Berlusconi e Bossi. Bocciato da Fini in commissione, il nuovo fisco comunale varato in serata dal governo. La Camera respinge le richieste dei Pm di Milano: niente perquisizioni al premier”:

Libero apre sul voto di ieri della Camera sulla inchiesta milanese: “Caso Ruby, vince Silvio. I deputati decidono che i magistrati di Milano non sono competenti”. La Camera dice no ai pm” E poi: “Dopo lo stop, Bossi forza la mano: federalismo approvato per decreto”. Due commenti in prima pagina si soffermano sullo stato di salute dell’Esecutivo: “In Parlamento siamo forti, non serve andare al voto”, dice il deputato Pdl Renato Farina. “Così si può sopravvivere, non certo governare”, risponde il direttore Maurizio Belpietro.

Il federalismo

Intervistato da La Stampa, il sindaco di Torino Sergio Chiamparino dice che il pareggio in Commissione Bicamerale sul federalismo dà  il senso di “precarieta’, di incertezza che gettano un ombra sul percorso del federalismo”.
Su La Repubblica vengono intervistati due amministratori locali della Lega: il sindaco di Varese Fontana e quello di Treviso Gobbo. Entrambi sembrano pessimisti sul futuro della legislatura. “Era meglio andare ad elezioni, adesso vogliamo garanzie sulla riforma”, il titolo dell’intervista a Gobbo, che tuttavia dice cose meno definitive. “Se Umberto ha fatto questa mossa avrà i suoi buoni motivi”. “Adesso Bossi ha in mano un asso non da poco, e se lo può giocare perché il governo si è impegnato sul federalismo”.
Un commento del quotidiano Avvenire definisce la scelta del Governo “un “blitz rumoroso come uno strappo che ha confermato
che ormai, si procede di prova di forza in prova di forza e che ha fatto saltare i nervi alle opposizioni. Si vedra’ se saltera’ qualcos’altro. E come l’accaduto verra’ valutato dall’arbitro che sta al Quirinale”.
Da segnalare, a proposito dei rapporti tra la maggioranza e i cattolici, una intervista sul Corriere della Sera ad Andrea Riccardi: “Mi chiedo se non sia tempo che il mondo cattolico assuma un’altra posizione, dia il suo contributo di idee nuove in un assetto politico diverso, plurale”, dopo che ”il cardinale Ruini ha dato credito a Berlusconi” ma ”il sistema bipolare non ha garantito la stabilita’ ”, dice. Riccardi dice che “è tempo di scotruire un centro, ma non solo per le aggregazioni”.

E poi

Ian Buruma e Ayaan Hirsi Ali intervengono sul Corriere della Sera a proposito della situazione in Egitto e dei rischi rappresentati dai Fratelli Musulmani. “Gli islamici potrebbero prevalere. La scelta è del popolo, non nostra”, dice lo storico. Hirsi Ali parla della “nuova sfida di El Baradei”, cioé “tenere separate religione e politica”.
Marc Lazar scrive su La Repubblica del “silenzio dell’Europa”.
Su L’Unità una intervista ad Abu Izz Al Hariri, segretario del comitato di opposizione unita al regime egiziano. “Vogliono fermarci ma la nostra Intifada continuerà. Favorevoli al dialogo solo se Mubarak esce di scena”. Su Israle: “Non siamo nemici di Israele, non abbiamo nulla a che fare con chi vaneggia la sua distruzione. Ma siamo convinti che la sicurezza di Israele non può fondarsi sull’opposizione esercitata contro il popolo palestinese”, dice.
Sulle pagine R2 del quotidiano romano da segnalare anche un articolo di Vittorio Zucconi sulla biografia, già in rete, di Donal Rumsfeld, il ministro della Difesa di George W Bush. “Le memorie di Rummy il falco. L’iraq? Cose che succedono”. Su La Stampa: “Rmsfeld: ‘Abu Ghraib? Dovevo dimettermi subito. Molti aneddoti e pochi rimorsi nelle memorie dell’ex capo del Pentagono”.

 (Fonte: Rassegna italiana del 04-02-2011 di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)