Sclerosi multipla: terapia intramuscolare a portata di click

Pubblicato il 20 Giugno 2012 in , da redazione grey-panthers

Arriva anche in Italia la penna pre-riempita monouso che consente l’autosomministrazione intramuscolare di interferone β 1a, permettendo di facilitare l’assunzione del farmaco da parte dei pazienti: l’autoiniettore è totalmente integrato con la siringa pre-riempita, ossia il farmaco è già all’interno della penna e non è necessario che il paziente faccia alcuna manovra per caricare la siringa. Questa nuova procedura di somministrazione riduce il dolore e l’ansia da iniezione, fattore importante poiché l’agofobia è presente nel 22% dei soggetti affetti da Sclerosi Multipla (SM) e sottoposti a terapie iniettivesclero.

“La nuova penna pre-riempita rappresenta un importante passo in avanti nel trattamento: è un’innovazione che renderà i pazienti più indipendenti, facilitando l’accettazione della terapia. Inoltre, la possibilità di eseguire la procedura senza vedere l’ago consentirà di superare anche l’agofobia, frequente nei pazienti con SM. – afferma il Dott. Antonio Bertolotto, Direttore Neurologia 2, Centro di Riferimento Regionale Sclerosi Multipla (CRESM), A.O.U. San Luigi Gonzaga di Orbassano, Torino – Recenti studi hanno dimostrato, infatti, che la nuova penna pre-riempita riduce l’ansia legata all’iniezione per il 66% dei pazienti, riduce il dolore nel 68% dei casi ed è più facile da impugnare per l’89%2”.

Nelle patologie ad andamento cronico ed evolutivo come la SM, l’aderenza alla terapia risulta fondamentale: l’ansia legata all’iniezione e la necessità di ricorrere all’aiuto di altri possono rappresentare un ostacolo al corretto mantenimento della frequenza di somministrazione e il percorso terapeutico rischia quindi di diventare incostante. Nella SM, infatti, si riscontrano frequentemente problemi di scarsa osservanza del regime terapeutico, con un tasso di non aderenza che varia dal 12,9% al 45,8%. Questa scarsa aderenza si riflette sull’efficacia e, di conseguenza, sui costi della malattia e sulla qualità della vita dei pazienti: nei pazienti che seguono fedelmente il regime terapeutico, si riscontra un maggior benessere fisico e un miglioramento generale della sintomatologia; si osserva, inoltre, una migliore vita di relazione, ad esempio nella sfera affettiva e sessuale, nei rapporti con i familiari e con il personale sanitario. Nel complesso si ottiene, quindi, un globale miglioramento delle attività della vita quotidiana5.

“L’interferone β 1a a somministrazione intramuscolare è un farmaco di comprovata efficacia: in oltre quindici anni di utilizzo ha dimostrato di ridurre la frequenza di recidive e diminuire del 37% il rischio di sviluppare una disabilità persistente. – continua Bertolotto – Rispetto alle altre terapie con interferone, inoltre, la diversa via di somministrazione ha il vantaggio di permettere una sola iniezione a settimana e di ridurre le reazioni nel sito di iniezione, come eritemi e pomfi, che si verificano invece più frequentemente nelle terapie sottocutanee. Aspetti che hanno migliorato notevolmente l’aderenza alla terapia da parte dei pazienti. L’introduzione nella pratica clinica della nuova penna pre-riempita –conclude Bertolotto – è un ulteriore passo in avanti in questa direzione, che rende ancora più agevole l’assunzione del farmaco da parte del paziente”.

“Questo innovativo autoiniettore è espressione dell’impegno di Biogen Idec per la continua ricerca di soluzioni terapeutiche in grado di migliorare la qualità di vita delle persone affette da SM. – dichiara Giuseppe Banfi, Amministratore Delegato di Biogen Idec Italia – La nostra azienda è da sempre dedicata alla sclerosi multipla, con una ricerca d’avanguardia che ha permesso di assicurare negli anni lo sviluppo di terapie innovative, e costantemente ispirata dalla profonda attenzione alle esigenze del paziente: una componente che guida quotidianamente tutte le nostre attività.”

La sclerosi multipla è una malattia cronica che colpisce circa 63.000 persone nel nostro Paese, in particolar modo le donne, e insorge solitamente in giovane età, tra i 20 e i 40 anni. Si tratta di una malattia molto complessa, che richiede l’intervento di un’equipe multidisciplinare, all’interno della quale l’infermiere gioca un ruolo chiave. Quest’ultimo, infatti, si fa carico della persona affetta da SM nella sua totalità, per capirne bisogni e aspettative e aiutarla ad affrontare la gestione della malattia nella sua quotidianità. L’affiancamento costante al paziente e l’ascolto possono ottimizzare l’assistenza, permettendo al malato di sviluppare una maggiore consapevolezza della propria condizione, favorire il processo di adattamento alla disabilità e ridurre lo stress degli interventi diagnostici e terapeutici.

“L’infermiere impegnato nell’area della SM insegna ai pazienti il modo più corretto di gestire autonomamente la terapia con l’obiettivo di coinvolgerli in un percorso di cura più ‘esperto’. – dichiara Pierangela Riani, Infermiera Ambulatori di Neurologia, A.O.U.P. Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana – Questa nuova opzione consente al paziente una maggiore indipendenza nell’assunzione del farmaco: un traguardo sicuramente importante per la sua qualità di vita.”

La gestione delle persone che soffrono di SM comporta notevoli difficoltà sia al momento della diagnosi che lungo tutto il decorso della malattia, dal momento che il paziente è sottoposto a continui riadattamenti e a cambiamenti sempre più repentini della sua condizione. La reazione alla diagnosi e la consapevolezza di dover assumere una terapia in modo costante e per tutta la vita dipendono molto dal bagaglio emotivo e culturale che la persona si porta dietro e può essere diversa da paziente a paziente.

“Il 50% dei malati affetti da malattie croniche che necessitano l’assunzione di farmaci a lungo termine sono generalmente inclini ad una scarsa aderenza alle terapie. Nella sclerosi multipla, in particolar modo, i pazienti spesso abbandonano il trattamento entro i primi due anni esponendosi al rischio di ricadute e disabilità. – afferma Benedetta Goretti, Psicologa clinica Psicoterapeuta, Dipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatriche, S.O.D. Neurologia 1, Università degli Studi di Firenze – Questo è un grave problema perché può compromettere pesantemente non solo le condizioni fisiche, ma anche quelle psicologiche del paziente che, per reazione e per incapacità di adattarsi alle sue condizioni di salute, adotta un comportamento passivo, anche rispetto alle terapie. La nuova penna pre-riempita mette il paziente in una condizione di maggior comfort verso il trattamento, permettendogli di beneficiarne sia dal punto di vista dell’efficacia terapeutica che in termini di autonomia.”